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Introduzione
La necessità di salvaguardare e valorizzare l’ambiente naturale di una particolare
area, incita lo sviluppo e la realizzazione di poli attrattivi in tutta l’Europa,quali le
A.M.P.
L’A.M.P. usticese è la prima ad essere stata istituita in Italia ed offre al visitatore
numerose attività, mentre quella di Port-Cros è stata la prima in Europa. Di rilevante
importanza è anche quella spagnola che ho scelto per le sue particolarità
naturalistiche.
Nel nostro paese è prevista la protezione di ben 52 aree marine: in 25 di queste aree
esistono già misure concrete di protezione.
Negli ultimi anni, in applicazione di una concezione moderna della tutela ambientale
aperta alla fruizione sostenibile del mare, la dizione area marina protetta ha
sostituito il termine riserva, legato a un’idea di sottrazione del mare alle attività
dell’uomo.
La concezione delle aree marine protette italiane, infatti, sta diventando
gradualmente più elastica e cerca di abbinare la protezione ambientale alle esigenze
socio-economiche dei territori interessati.
Per meglio raggiungere questi scopi ogni area marina protetta prevede una
zonazione (A, B e C) del territorio tutelato, suddividendo gli ambiti a diverso grado di
protezione.
La zona A, di riserva integrale, generalmente interdetta a tutte le attività che possano
arrecare danno o disturbo all’ambiente marino, è il vero cuore, sottoposta alla più
alta protezione per garantire la tutela della biodiversità e il ripopolamento delle
specie.
Al confine con la zona di protezione integrale si trova la zona B, di riserva generale,
dove i vincoli imposti cercano di coniugare la conservazione dei valori ambientali con
la fruizione compatibile dell’ambiente marino.
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Proseguendo secondo il principio della gradualità, la zona B è circondata, di norma,
da una zona C, di riserva parziale, che rappresenta la fascia tampone tra le zone di
maggiore pregio naturalistico e i settori esterni.
Il mio lavoro è finalizzato alla descrizione, in un quadro completo, dell' Area Marina
Protetta "Punta Campanella", nonchè alla progettazione di un Museo Multimediale del
Mare, con sede all'Istituto "Nino Bixio" di Piano di Sorrento, avente come tema
“viaggio sottomarino alla scoperta delle meraviglie dell’A.M.P di “Punta Campanella,”
con scopo di divulgare al pubblico la conoscenza della nostra flora e fauna
mediterranea e alla sensibilizzazione verso il problema della tutela del patrimonio
naturale.
Ciò consentirebbe di valorizzare le risorse naturalistiche della zona, soddisfacendo
così anche la gran massa di visitatori
Infatti, dopo aver fatto un quadro complessivo di tutte le A.M.P. istituite in Italia, mi
soffermerò particolarmente su tre casi: uno in Italia quello dell’A.M.P. di Ustica, e
altri due esteri, quello in Francia di Port-Cros e quello in Spagna delle isole Medas.
Dopo ciò arriviamo al cuore della tesi, la descrizione dell’A.M.P. “Punta
Campanella”,che ho scelto come esempio essendo la realtà più vicino a me.
La Riserva naturale nasce con lo scopo della tutela dell'ambiente marino e, in
particolare, dell'attuazione, in ambito nazionale, degli interventi protezionistici sul
mare;infatti la necessità di adottare in Italia politiche conservative delle risorse
naturali è piuttosto recente. Essa si è sviluppata con la sempre più grande
consapevolezza che le nostre risorse naturali sono in via di esaurimento e
danneggiate soprattutto dall'impatto antropico su di esse.
Nonostante le difficoltà incontrate, la riserva è riuscita a superarle in parte e
rappresenta uno stimolo per una nuova proggettualità e cultura, sostenuta dai fondi
messi a disposizione dall'Unione Europea.
L’istituzione dell’Area Marina Protetta “ Punta Campanella “ ha lo scopo di preservare
uno dei tratti della costa italiana più belli e rigogliosi dal punto di vista naturalistico,
sia per l’ambiente terrestre che per quello subacqueo.
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La costa è caratterizzata da pareti calcaree ripide, specie sul versante meridionale, o
dolcemente degradanti verso il mare e ricoperte da materiale piroclastico.
Numerose insenature create da fenomeni erosivi, costituiscono un meraviglioso
scenario naturale.
Per quanto riguarda la terra ferma, il paesaggio è caratterizzato da una elevata
biodiversità. La sua varietà è favorita da particolari microclimi, dovuti ad un assetto
geomorfologico accidentato, dove versanti aridi e assolati si alternano a profondi
valloni, ove riverifica il fenomeno della inversione termica e vegetazionale e dove
sono presenti numerosi endemismi botanici e faunistici.
Dopo queste brevi indicazioni devo sottolineare, però, che il lavoro che presenterò
si occuperà solamente della descrizione dell’ambiente sottomarino e delle specie
presenti in questo angolo bellissimo del Mediterraneo.
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Cap.I° : Le Riserve Marine istituite in Italia
I.I L’organizzazione amministrativa
La legge 31 dicembre 1982, n.979, affida all’ispettorato centrale per la difesa del
mare, il compito istituzionale della difesa del mare, vista non solo come tutela
dell’ambiente marino e difesa del mare e delle coste dall’inquinamento, ma anche
come promozione e valorizzazione delle risorse marine.
Assegna all’Ispettorato,anche il compito di istituire le aree marine protette
individuate dal legislatore, attualmente su istruttoria della Consulta per la difesa del
mare dagli inquinamenti, massimo organo di stimolo e consulenza per la politica e
tutela del mare.
Le zone di particolare valore naturalistico da destinare a aree marine protette,sono
individuate dalla legge 31 dicembre 1982 n.979 e dalla legge 6 dicembre 1991 n.
394 ( legge quadro sulle aree protette).
La procedura per l’istituzione delle aree marine protette è stabilita dalle stesse leggi.
La gestione delle aree, ai sensi della vigente normativa, può essere condotta
direttamente dall’Ispettorato centrale per la difesa del mare, attraverso le Capitanerie
di porto competenti per territorio, o indirettamente, da Enti pubblici, Istituti
scientifici, Associazioni ambientalistiche riconosciute,previa la stipula di convenzioni
tra questi ultimi soggetti e l Ispettorato stesso.
Sono organi di gestione della riserba: il Comitato Della riserva, il Comitato consultivo
tecnico-scientifico.
Al Responsabile dell’area marina protetta, nominato dall’Ente gestore,compete
l’attuazione delle direttive del ministero dell’Ambiente per il perseguimento delle
finalità proprie dell’area marina protetta;in particolare, il responsabile cura la
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gestione amministrativa e contabile dell’area e organizza e disciplina, d’intesa con il
Comitato tecnico-scientifico, le attività consentite nelle diverse zone di tutela.
La Commissione di riserva , avente attualmente sede presso ogni Capitaneria di
porto competente per territorio, ha il compito di affiancare l’ente delegato nella
gestione dell’area marina protetta,formulando proposte e suggerimenti per tutto
quanto attiene al funzionamento dell’area.
In particolare ,esprime il proprio parere sul regolamento di esecuzione del decreto
istitutivo e l’organizzazione dell’area protetta oltre che sulle previsioni delle spese
relative alla gestione.
La Commissione e nominata con decreto del Ministro dell’Ambiente ed è composta
da: Il Comandante della Capitaneria di porto,che la presiede,tre esperti designati dal
Ministro dell’Ambiente in relazione alle particolari finalità per cui e stata istituita
l‘area marina protetta,due rappresentanti dei Comuni rivieraschi designati dei
Comuni stessi,un rappresentante delle Regioni territorialmente interessate, un
rappresentante delle categorie economico-produttive designato dalla Camera di
commercio per ciascuna delle province interessate,un rappresentante delle
associazioni naturalistiche , un rappresentante del Provveditorato agli studi, e un
rappresentante dell’amministrazione per i bene culturali e ambientali.
In particolare la Commissione di riserva dà il proprio parere sulla proposta di
regolamento di esecuzione del decreto istitutivo e di organizzazione dell’area marina
protetta, oltre a valutare le attività e le spese di gestione,su richiesta dell’Ente
gestore. La stessa può formulare proposte e avanzare suggerimenti per tutto quanto
concerne il funzionamento della riserva e deve necessariamente essere riunita per
approvare :Il piano quinquennale di valorizzazione ambientale , il bilancio preventivo
e il conto consuntivo,la relazione annuale redatta dal Responsabile dell’area protetta
sul funzionamento dell’area stessa.
Il Comitato consultivo tecnico-scientifico è istituito con decreto del Ministro
dell’Ambiente,su proposta del Direttore generale dell’Ispettorato centrale per la
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difesa del mare,sentiti l’Istituto centrale per la ricerca applicata al mare e la
Commissione di riserva.
Il Comitato resta in carica quattro anni ed è presieduto dal Responsabile della
riserva.
Ad esso sono demandati compiti di ausilio al Responsabile e alla Commissione.