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Proposta di un museo multimediale del mare

Pesca Professionale e il Pescaturismo

La Punta Campanella è caratterizzata da uno scenario prevalentemente disordinarlo ricco di falesie, grotte, scogli, secche ed isolotti che raggiungono alcune volte i 50
metri di batimetria, conferendo la caratteristica colorazione blu scuro alle acque costiere.
Le scogliere sono l’habitat naturale di molte specie, come l’anfiosso. I fondali sono ideali per il coralligeno e abbondano tartufi e datteri di mare, il cui asporto, rigorosamente vietato, comporta la sistematica eliminazione degli habitat di numerose specie animali e vegetali.

La creazione di zone a tutela integrale per il ripopolamento della fauna ittica; la regolamentazione delle attività produttive, dell’accesso delle imbarcazioni, ma anche delle attività di pesca praticabile, sono solo alcuni degli aspetti che possono portare benefici all’ambiente e alle attività produttive.
Compito delle aree protette è “… conservazione delle specie delle comunità e dei differenti processi ecologici in atto in un ‘area, ovvero la difesa della sua biodiversità, evitando la perdita o l’introduzione di specie, sostanze o manufatti che possano alterare gli equilibri.
In tal senso ci si sta muovendo per richiedere un metodo di certificazione delle attività di pesca che garantisca il carattere di ecocompatibilità, un marchio, cioè, rivolto alla salvaguardia e alla valorizzazione dei prodotti di qualità ambientale: l’uso di attrezzi selettivi, la riduzione degli stress di cattura, il contenimento dei consumi energetici attraverso l’ottimizzazione dell’efficienza dei motori di bordo, il riciclaggio dei materiali, un impegno continuo per coniugare il mantenimento di antichi mestieri e tradizioni con le possibilità offerte dall’innovazione tecnologica.
A tale scopo, si è condotta un’indagine sulle marinerie presenti in quest’area, per l’acquisizione dei dati sulle imbarcazioni( potenza motore, tonnellaggio, lunghezza, anno di immatricolazione, licenza di pesca) al fine di poter effettuare una valutazione sull’impatto della pesca su queste zone.
Sono state reperite informazioni sulle tipologie degli attrezzi di pesca utilizzati, il loro utilizzo durante l’arco dell’anno, la loro distribuzione per aree di pesca, l’andamento delle catture e dei prezzi di mercato.

Inoltre si è voluto rilevare il grado di associazionismo dei pescatori in attività cooperative da un lato, e il loro rapporto con l’istituzione della riserva dall’altro. Infatti, è vero che la riserva limita la pesca, con una momentanea riduzione degli introiti per i pescatori, ma è pur vero che alla lunga provoca un incremento del pescato anche di specie che negli ultimi periodi erano andati via via scomparendo.

Dall’istituzione della Riserva Marina, numerosi sono stati i benefici di cui hanno usufruito gli addetti al settore pesca, tra cui un aumento di alcune risorse da tempo scomparse, come dentici e calamari; la cessazione dell’attività di pesca con sciabiche e la limitazione ad attività di pesca dei dilettanti.
Tra le iniziative in corso i pescatori sono stati coinvolti nei progetti di pulizia dei fondali e di ittiturismo,partecipando quindi in prima persona alle attività legate alla Riserva.

Ad oggi però, i pescatori, pur riconoscendo l’importanza sollevano qualche lamentela, relativa soprattutto all’estensione dell’area destinata alla riserva.

Scopo di tale studio, integrato all’istituzione della riserva, è stato quello di dare una valutazione dell’impatto della pesca su tali aree e, mettendo in primo piano la realtà locale e le esigenze degli adatti alla pesca, porre le basi per poter organizzare e gestire un nuovo modello di utilizzo delle risorse più consapevole e meno distruttivo.
A tal fine si vorrebbe indirizzare il settore pesca alla riconversione delle attività di sfruttamento intensivo, quali la nautica da diporto, la pesca a strascico sotto costa, incentivando la creazione di nuove opportunità lavorative nei settori di pesca, turismo, ittiturismo, escursionismo subacqueo e terrestre, promozione di marchi di qualità e rivalutazione dei prodotti ittici tipici locali.
Il Pescaturismo (DM n. 293 del 23/08/1999) è un’attività che ha avuto negli ultimi anni, una forte espansione nel settore pesca e ha dato la possibilità a molti professionisti del mare di poter incrementare la loro economia basata principalmente sulla pesca, nonché di ritornare alle tecniche tradizionali legate al mondo della piccola pesca.

Infatti, il pescaturismo permette al visitatore di conoscere il mare e le sue tradizione e, in particolare, una delle attività più antiche del mondo quale la pesca, attraverso i racconti dei pescatori che hanno trascorso, la loro vita in mare ed instaurato un vero e proprio connubio con esso.
Il programma di pescaturismo prevede escursioni giornaliere sia diurne che notturne, con partenza dai porti di Sorrento o Massa Lubrense, dove il turista potrà trascorrere un’intensa giornata in compagnia dei pescatori,calando e tirando su le reti, pescando a bolentino sulle secche, a traina alla ricciola o la pesca ai gamberetti con le nasse realizzate con mirto e giunco, per poi gustare a bordo il pescato cucinato dai pescatori stessi.
Le imbarcazioni sono tutte di vecchio stile, rimodernate ed adibite a pescaturismo. Tutto ciò viene svolto in uno degli scenari più belli del mondo come quello della Penisola Sorrentina, definito unico per la sua straordinaria bellezza.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Proposta di un museo multimediale del mare

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Informazioni tesi

  Autore: Novella Pollio
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2004-05
  Università: Università degli Studi Suor Orsola Benincasa - Napoli
  Facoltà: Lettere
  Corso: Conservazione dei Beni Culturali
  Relatore: Flegrea Bentivegna
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 112

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