INTRODUZIONE
Durante il mio percorso di studi universitari ho avuto l’opportunità di partecipare al
progetto Erasmus, grazie al quale ho trascorso un semestre all’Universidad de
Extremadura, in Spagna. La facoltà di Scienze della Documentazione e della
Comunicazione che ho frequentato offriva corsi specifici nell’ambito della
comunicazione e del giornalismo, con una importante componente pratica. Ho avuto
così la possibilità di scrivere un articolo, elaborare un’intervista e realizzare un servizio
televisivo, come attività ai fini degli esami finali. Il mondo dell’informazione mi
affascina da sempre, ma viverlo così dall’interno ha rinforzato ancora di più la mia
curiosità in merito, provocando in me quesiti che hanno ispirato il nucleo di questa tesi.
Come funziona l’universo informativo? Da quali logiche è regolato? Come vengono
trasformati i fatti in notizia? In base a quali criteri? Ma sopratutto, i principi e le norme
che disciplinano l’informazione, come la trasformano? E con quali conseguenze?
L’elaborato parte dall’assunto che i media contribuiscono alla costruzione della realtà
sociale. Gli individui non possono fare esperienza diretta di tutto ciò che accade nel
mondo: necessitano di un organo mediatore che permetta loro di allargare il proprio
campo informativo per conoscere eventi e argomenti altrimenti sconosciuti rispetto alla
loro realtà soggettiva. Il ruolo dei mezzi di comunicazione è quindi fondamentale per la
diffusione dell’informazione ed il pubblico assume determinate condotte derivanti
dall’immagine della realtà fornita dai media.
La tesi è articolata in 3 capitoli. Partendo dalla teoria dell’Agenda Setting, secondo la
quale i media contribuiscono alla costruzione sociale della realtà, viene approfondito, da
un punto di vista sociologico e giornalistico, il ruolo dei mass media nel diffondere
l’informazione, analizzando il processo di agenda building e la teoria del framing. Viene
approfondito, inoltre, il processo di costruzione delle notizie, per entrare nello specifico
del processo di costruzione dell’informazione.
Nel secondo capitolo viene condotto un focus sulla televisione come mezzo di
comunicazione di massa e principale fonte informativa. Ogni medium possiede infatti
una propria logica, che deriva dalla combinazione dell’essenza tecnologica, economica
1
e organizzativa, che porta ad una determinata prospettiva nel trattare gli eventi e
costruire l’informazione. Le logiche televisive prevedono tempistiche brevi e rapide, le
quali non permettono un maggiore approfondimento, trascurando molto spesso
dinamiche sociali importanti che si celano dietro le notizie che vengono diffuse.
In ultimo, nel terzo capitolo, vengono esaminati più in profondità i fenomeni di
distorsione informativa, di natura volontaria ed involontaria: i primi causati da scelte
consapevoli nella selezione e nella costruzione delle notizie, i secondi derivanti dal
modo in cui è organizzato il lavoro giornalistico nelle redazioni e dai caratteri propri
della professione.
2
CAPITOLO 1
MEDIA, INFORMAZIONE E COSTRUZIONE DELLA REALTA’
Niklas Luhmann nel 1996 scriveva: “ciò che sappiamo della nostra società, ed in
generale del mondo in cui viviamo, lo sappiamo dai mass media” . Queste parole
1
esprimono chiaramente il ruolo che i media giocano nella costruzione sociale della
realtà.
Così come l’uomo della caverna di Platone aveva bisogno della parete per vedere
riflesse le ombre, noi abbiamo bisogno del sistema dei media per accedere a esperienze,
mondi e realtà che difficilmente potremmo conoscere personalmente, per poi agire
secondo ciò che vediamo proiettato sulla parete. Come sottolineano Bentivegna e
Boccia-Artieri, è inevitabile la prevalenza della “secondhand experience”, concetto
espresso già nei primi anni ’20 del Novecento da Walter Lippmann nel libro Public
Opinion . L’autore, anticipando una prospettiva, spiega come i mass media consentono
2
ai cittadini di conoscere eventi e argomenti altrimenti sconosciuti rispetto alla loro realtà
soggettiva. Questo attraverso la creazione di “stereotipi”, in base ai quali i soggetti
agiscono.
Secondo lo studioso quindi, i mass media offrono stereotipi che contribuiscono a
costruire una realtà, chiamata “pseudo environment”, da cui i soggetti assumono
determinate condotte derivanti dall’immagine della realtà fornita dai media. Il sociologo
Denis McQuail sosteneva che «nell’ambito della comunicazione di massa, i media
hanno effetti importanti, anche se poi i pareri divergono sulla natura di questi presunti
effetti» . Alla base delle teorie della comunicazione di massa, vi è infatti l’idea che i
3
mass media siano in grado di produrre effetti sugli individui che ne fruiscono.
Ed è proprio la natura di questi effetti il fulcro del mio elaborato, e ciò che verrà
analizzato: dal momento in cui sono i media a veicolare le informazioni, e lo fanno
N. Luhmann, La realtà dei mass media, FrancoAngeli, 2000.
1
W. Lippman, Public Opinion, MacMillan, New York, 1922, trad. it., L’opinione pubblica, Edizioni di
2
Comunità, Milano 1964.
D. McQuail, Mass Communication Theory: An Introduction, Sage, London, 1994, trad. it, Sociologia
3
dei media, Il Mulino, Bologna 1996.
3
secondo determinate logiche, quali sono le possibili manipolazioni a livello
informativo? E quali effetti possono causare?
Si approfondirà il ruolo dei mass media e l’influenza che esercitano sull’opinione
pubblica, da un punto di vista sociologico e giornalistico, partendo dalla teoria
dell’agenda setting, secondo la quale i media contribuiscono alla costruzione sociale
della realtà, per poi analizzare il processo di agenda building e la teoria del framing.
Secondo la teoria dell’agenda setting, infatti, i media stabiliscono intorno a quali
argomenti il pubblico deve pensare. Sono proprio loro che selezionano, in base a
determinati criteri, ciò che può entrare nell’agenda mediatica e di conseguenza essere
diffuso dai mezzi di informazione. Il singolo individuo selezionerà poi le informazioni
che più gli interessano all’interno del ventaglio di notizie offerte dai media.
Sarà poi esaminata la teoria del framing, per sottolineare come all’informazione, prima
di essere diffusa dai media, venga assegnata una cornice, un frame. I soggetti che
comunicano l’informazione infatti, devono inevitabilmente semplificarla, a causa delle
logiche proprie del mezzo di comunicazione. Questa teoria può portare a determinate
conseguenze, in quanto si pone il focus su alcuni aspetti di un processo più ampio,
tralasciando il resto.
Verrà analizzato in seguito il processo di costruzione delle notizie, per entrare nello
specifico del processo di costruzione dell’informazione.
1.1 La teoria dell’Agenda Setting
La teoria dell’Agenda Setting è stata elaborata per la prima volta da Maxwell McCombs
e Donald Shaw nel 1972, riprendendo e convalidando empiricamente le riflessioni di
Bernard C. Cohen (1963). Questa teoria ipotizza la possibile influenza dei mass-media
sull’audience, concentrandosi maggiormente su determinati argomenti rispetto ad altri, e
strutturando così la cosiddetta agenda mediatica. Questo in base alla scelta dei temi
considerati "notiziabili", e allo spazio e autorevolezza che viene concessa loro. Può
4
essere sintetizzata come la capacità da parte dei media di formare l’opinione pubblica
grazie all’influenza esercitata in merito alla rilevanza dei temi nell’agenda pubblica .
4
Bernard C. Cohen aprì la strada alla formalizzazione successiva di McCombs e Shaw,
osservando che “la stampa può nella maggior parte dei casi non essere capace di
suggerire alle persone cosa pensare, ma essa ha un potere sorprendente nel suggerire ai
propri lettori intorno a cosa pensare” . I media non sono responsabili dei contenuti,
5
bensì della scelta di quali contenuti mostrare; influenzano gli individui per ciò che
riguarda l’individuazione dei temi, ma non per le opinioni e valutazioni che essi ne
traggono in seguito.
Le conseguenze variano a seconda del ricevente e delle diverse aree tematiche: il
“potere di agenda” è maggiore quanto più i temi sono distanti dalle esperienze dei
destinatari della comunicazione.
Gli elementi chiave della teoria dell’agenda setting, come spiegano Bentivegna e Boccia
Artieri, possono essere individuati:
a) nel potere che i media hanno di determinare e ordinare gerarchicamente i temi
presenti nell’agenda
b) nella costruzione dell’agenda degli individui come conseguenza di ciò che è
presente nell’agenda dei media.
I media sono quindi in grado di focalizzare l’attenzione del pubblico su determinati
argomenti rispetto ad altri, ma non sono in grado di decidere cosa il pubblico possa
pensare a riguardo. Di conseguenza il processo di agenda setting non plasma il pensiero
degli individui, ma lo direziona verso temi di interesse mediatico. Il punto interessante
della teoria è in base a quali criteri i media scelgono i temi sui quali focalizzarsi
quotidianamente. Spesso dietro a queste scelte sono presenti pressioni di tipo politico,
economico e sociale.
S. Bentivegna, G. Boccia Artieri, Le teorie delle comunicazioni di massa e la sfida digitale, Editori
4
Laterza, 2019.
B.C. Cohen, The Press and Foreign Policy, Princeton University Press, 1963.
5
5