Capitolo 1. Introduzione
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1.2 Preparazione degli impasti
La preparazione degli impasti consiste nella triturazione delle materie prime e
nel loro rimescolamento con gli ingredienti e gli additivi. Le dimensioni delle parti di
carne e di grasso dipendono dal tipo di salume e dalla tecnologia impiegata. Per
salami a grana media e grossa, si usano il tritacarne e l’impastatrice, per quelli a
grana fine e finissima si usa il cutter che compie contemporaneamente le
operazioni di taglio, rimescolamento ed estrazione delle proteine miofibrillari.
Dal tritacarne i prodotti passano all’impastatrice, dove vengono mescolati ed
amalgamati.
Prima di essere triturata e impastata la carne deve essere refrigerata ad una
temperatura di 0-2 °C; tale temperatura favorisce la macinatura ed inibisce,
rallenta la crescita di microrganismi contaminanti.
1.2.1 Insaccatura
Dopo un periodo di riposo in celle refrigerate (0-2 °C) di circa 24 ore, che
permette la diffusione del sale e la formazione del colore, l’impasto può essere
insaccato. L’impastatrice provvede ad immettere l’impasto nel budello operando
sottovuoto.
I budelli svolgono la funzione di contenere l’impasto; devono inoltre possedere
alcuni requisiti fondamentali quali:
• la porosità, per permettere una buona respirazione dell’impasto;
• l’elasticità e la morbidezza, che fanno sì che l’involucro aderisca alla massa
carnea sia nella fase d’insacco sia nella fase successiva di stagionatura,
quando si ha una graduale riduzione del volume in seguito alla disidratazione.
• facilità di pelatura, l’involucro deve potersi staccare facilmente quando si affetta
il prodotto.
Si possono distinguere i budelli in naturali ed artificiali.
Budelli naturali: sono costituiti da parti di intestino di suini, bovini, equini od
ovini. Dopo lo svuotamento vengono lavati, sciacquati in soluzione di acqua e
aceto per 24 ore.
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Presentano calibro non omogeneo, tempi di stagionatura più lunghi, difficoltà di
pelatura, miglior interazione con l’impasto e deumidificazione disomogenea; sono
indicati per impasti magri in cui la deumidificazione è più veloce.
Budelli artificiali: possono essere costituiti da fibre animali (pelle degli animali da
macello o tessuto connettivale), fibre cellulosiche e materie plastiche. Devono
essere reidratati prima dell’utilizzo; sono caratterizzati da calibro costante, grande
traspirabilità, tempi di stagionatura più brevi e facilità di pelatura.
1.2.2 Stagionatura
Subito dopo l’insacco, i salami sono sottoposti alla stagionatura nel corso della
quale assumono le caratteristiche proprie dei prodotti finiti; consiste in tre fasi
distinte che si differenziano per le condizioni di temperatura e di umidità relativa
dell’ambiente nonché per la loro durata: stufatura, asciugatura e stagionatura in
senso stretto.
Stufatura: si creano le condizioni ideali per lo sviluppo della flora utile alla
maturazione. I criteri con cui è condotta differiscono secondo il tipo e la taglia degli
insaccati. In ogni caso le temperature utilizzate devono essere conformi alle
tipologie di batteri che si vogliono far sviluppare o alle colture starter impiegate.
Temperature di 25-28 °C vengono utilizzate per lo sviluppo dei pediococchi e
per produrre una rapida diminuzione del pH, temperature di 20-22 °C per sfruttare
l’azione dei lattobacilli e temperature di 18 °C per favorire lo sviluppo di cocchi
coagulasi negativi (CNC).
Anche l’Umidità Relativa (U.R.) dipende dalla tecnologia e dal tipo di salame
prodotto. Il grado di U.R. e della temperatura impiegati per i salami, devono essere
correlati al valore di attività dell’acqua (aw)
e di temperatura del prodotto, se si
vuole evitare una disidratazione superficiale rapida. In questo caso, infatti, si
formerebbe uno strato esterno di carne disidratata, che impedirebbe una
successiva disidratazione e maturazione degli strati interni. Pertanto, l’U.R.
esterna deve essere inizialmente compresa tra 85-90%, solo in un secondo tempo
potrà essere abbassata.
Asciugatura: è la fase in cui l’a
w
dei salami diminuisce progressivamente fino
a 0,93. L’U.R. esterna è continuamente modificata per favorire una perdita
Capitolo 1. Introduzione
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omogenea di umidità; la fermentazione degli zuccheri giunge al termine ed il pH si
abbassa ulteriormente fino a valori di 5,3-4,9.
Stagionatura in senso stretto: è la fase nella quale avvengono tutte le
principali modificazioni delle caratteristiche organolettiche dei salami.
Non si ha più sviluppo microbico, ma solo reazioni biochimiche; tale periodo
dura da 4 a 8 settimane.
La temperatura viene mantenuta tra i 13 e 15 °C e l’umidità relativa si aggira tra
75-80%. Sul budello si ha sviluppo di muffe, che oltre a regolare gli scambi idrici
tra le differenti parti del prodotto ne provocano la parziale disacidificazione con
risalita del pH di alcuni decimi (pH 5,6-5,7) e svolgono funzione antiossidante
poiché proteggono la superficie del salame dalla luce.
La stagionatura è caratterizzata da una serie di trasformazioni fisiche, chimiche
e microbiologiche che conferiscono aroma, gusto e sapore al prodotto. Tali
modificazioni sono correlate tra loro ed avvengono contemporaneamente durante
tutte le fasi del processo.
I cambiamenti fisico-chimici che si verificano sono:
• modificazione dell’aspetto esteriore: il budello diventa traslucido e si ricopre di
una patina di batteri, lieviti e muffe;
• modificazione dell’impasto: l’impasto di colore bruno diventa rosso per la
formazione di nitrosomioglobina;
• modificazione della consistenza: l’impasto si rassoda, diventa elastico per la
coagulazione delle proteine dovuta alla disidratazione, all’acidificazione e
all’incremento di salinità;
• modificazione dell’a
w
e calo di peso: il sale e la disidratazione iniziale fanno
diminuire l’a
w
da 0,98 a 0,93; poi con il procedere della maturazione, si
raggiungono valori di 0,86 e 0,83. Complessivamente i prodotti maturi hanno una
perdita in peso di circa il 25-30%;
• modificazione del pH: gli zuccheri vengono trasformati in acido lattico. Tale
acidificazione inibisce i germi putrefacenti, seleziona la flora acidofila utile e
favorisce la coagulazione delle proteine.
Capitolo 1. Introduzione
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Le proteine solubilizzano inizialmente per opera del sale e del pH, quindi
coagulano per azione dell’acido lattico ed infine sono parzialmente degradate a
peptidi e aminoacidi per effetto di proteasi batteriche e non.
• modificazioni a carico dei lipidi: i trigliceridi sono idrolizzati ad acidi grassi e
composti derivati, i quali sono tra i precursori responsabili dell’aroma del prodotto
finito;
• modificazioni a carico dei nitrati e dei nitriti: i nitrati sono ridotti a nitriti ed in
ultimo ad ossido di azoto che si lega alla mioglobina per dare nitrosomioglobina,
responsabile del colore rosso.
Capitolo 1. Introduzione
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1.3 MICROBIOLOGIA DEI SALAMI
La flora batterica dei salami è costituita principalmente da micrococchi,
stafilococchi coagulasi negativi (CNC) e da lattobacilli, che si sviluppano
solitamente entro i primi trenta giorni e che, attraverso i loro cataboliti e gli enzimi
endo- ed eso-cellulari, producono profonde modificazioni nella composizione
chimica degli impasti.
La microflora degli impasti freschi dipende in modo particolare dal modo in cui
le materie prime, carne e grasso sono trattate.
La carne fresca, ottenuta in condizioni igieniche normali, contiene generalmente
meno di 10
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unità formanti colonia per cm
2
(UFC/cm
2
) di superficie, costituita
prevalentemente da Kocuria spp. (Comi et al., 1992).
I batteri aerobi presenti nell’impasto sono rapidamente inibiti sia a causa della
caduta della concentrazione di ossigeno, che per la presenza di sale, che abbassa
l’a
w
fino a valori di 0.96. In tale substrato sono favoriti soprattutto CNC e lattobacilli
(Comi et al., 1986; Barchietto et al., 1984). I batteri anaerobi facoltativi e gli
alteranti sono inibiti dall’acidità prodotta dai lattobacilli. Il loro grado di acido-
sensibilità dipende non solo dalla velocità di crescita e dalla concentrazione di
batteri lattici, ma anche dalla quantità di acido lattico prodotto, che, dipende a sua
volta dalla temperatura di stagionatura, dal tipo e dalla quantità di carboidrati
fermentescibili. Dopo il rigor-mortis, la carne contiene una bassa concentrazione di
glucosio (4,5-7 µmol/g di peso fresco), per cui nell’impasto i microrganismi, non
trovando un sufficiente substrato fermentescibile, potrebbero attaccare gli
aminoacidi e produrre così alterazioni. Se è presente una sufficiente quantità di
zuccheri, si ha una rapida crescita di batteri lattici che, abbassando il pH,
inibiscono lo sviluppo di batteri proteolitici. Il patrimonio enzimatico dell’impasto è
capace di idrolizzare rapidamente il saccarosio nei suoi componenti (glucosio e
fruttosio), ma impiega più tempo per scindere il lattosio (glucosio e galattosio). Per
questo, l’uso del saccarosio provoca un’acidificazione immediata, pari a quella
indotta al glucosio; invece l’abbassamento del pH provocato dal lattosio è tardivo,
tanto da contrastare o quanto meno ritardare l’innalzamento del pH.