1. INTRODUZIONE
Attraverso l’analisi di tre pièces teatrali dell’autrice Yasmina Reza intendiamo esaminare come, in
situazioni che potremmo definire al di fuori della “comfort-zone”, i protagonisti infrangano le
convenzioni sociali.
Delineeremo i tratti caratteristici di ogni personaggio, che forniremo citando le informazioni
reperite all’interno dei testi e, in seguito, prenderemo in analisi la scenografia delle rappresentazioni
per comprendere l’importanza che essa, insieme agli oggetti di scena, ricopre. Per raggiungere il
nostro scopo intendiamo appoggiarci alla bibliografia critica, la quale verrà utilizzata anche per
esporre le tematiche portanti delle varie opere. Ci proponiamo di mettere in evidenza analogie e
differenze che riscontreremo nelle varie rappresentazioni. Esamineremo in seguito, appoggiandoci
al lavoro di Guénon, i casi particolari e gli elementi innovativi.
Analizzeremo gli episodi che porteranno discordia fra i personaggi, osserveremo i
comportamenti che essi decideranno di adottare e verificheremo se tali decisioni li condurranno alla
risoluzione del conflitto oppure no.
Intendiamo infine dedicare una parte del nostro lavoro all’importanza che l’arte ricopre
all’interno delle pièces e per farlo ci avvarremo delle numerose dichiarazioni rilasciate in merito
dall’autrice stessa, oltre che alla documentazione critica presa in esame.
Il nostro studio si propone di ricercare un eventuale percorso evolutivo attuato dall’autrice.
3
2. Cenni biografici.
Eccellente studentessa, Yasmina Reza dimostra già da molto
giovane il suo interesse per il teatro, al quale si dedicherà dal
1987.
Nasce a Parigi il 1° maggio 1959 da un ingegnere
iraniano, dedito anche al pianoforte, ed una violinista ungherese,
entrambi di origini ebraiche ed in fuga dalla dittatura sovietica.
Studia teatro e sociologia a Nanterre e nel 1987 fa il suo debutto come attrice, per poi
dedicarsi completamente alla scrittura. Ad oggi è considerata una drammaturga, scrittrice, attrice e
sceneggiatrice di rilievo e le sue opere sono state adattate e rappresentate in molti paesi, ricevendo
numerosi premi e riconoscimenti.
La sua prima pièce, Conversations après un enterrement
1
che tratteremo nel corso di questo
studio, ottiene il Premio Molière per il miglior autore nel 1987. Reza dichiara di averne scritto il
testo in sei mesi e che i suoi collaboratori erano scettici a riguardo. L'autrice dirà in un'intervista:
Mon entourage trouvait le texte nul. Pourtant, je l'ai fait lire et il a tout de suite suscité l'engouement
des grands acteurs. C'est comme ça que j'ai su que je ne pourrais jamais écrire pour des acteurs
médiocres. Mon écriture fait une confiance totale à l'acteur. Avec un acteur médiocre, il ne reste rien
d'une pièce, plus aucune perversité, rien. Il faut donc avoir le courage d'attendre, ce que ne
comprennent pas la plupart des jeunes auteurs que j'ai rencontré, trop impatients d'être joués.
2
La sua seconda opera, La traversée de l'hiver
3
, le varrà il Molière come miglior spettacolo
regionale, nel 1990.
Nel 1994, tutto d'un fiato scrive Art
4
, una pièce che otterrà un clamoroso successo
internazionale: tradotta in trentacinque lingue ed oggetto di adattamenti televisivi, si tratta dell'opera
«la plus jouée dans le monde» (secondo Le Monde). Si aggiudica due Molière: miglior spettacolo
privato e miglior autore. La produzione britannica riceve il riconoscimento Lawrence Olivier e
l'Evening Standard Award nel 1997 mentre nel 1998, la rappresentazione a Broadway, co-prodotta
da Sean Connery, guadagna il Tony Award.
Per i suoi servigi resi al teatro, l'allora Primo Ministro Lionel Jospin (1998), le conferisce il
titolo di Chevalier de l'Ordre du Mérite. L'anno successivo diviene membro della Jury de Festival
de Cannes, il che rappresenta una prova indiscutibile del suo talento.
1
Yasmina Reza, Théâtre-Conversations après un enterrement, Albin Michel, 1998
2
theatrart.free.fr, «Art» de Yasmina Reza, 2008
3
Albin Michel, 2009
4
Yasmina Reza, Théâtre-Art, Albin Michel, 1998
4
Tra il 1995 ed il 2004 compone altre tre opere: L'homme du hasard
5
, Trois versions de la
vie
6
e Une pièce espagnole
7
. Le prime due sono candidate rispettivamente al Lawrence Olivier ed al
Tony Award, senza però aggiudicarsi il premio.
Le Dieu du carnage
8
(2006), opera trasposta anche cinematograficamente da Roman
Polanski nel 2011, viene definita dalla critica «uno spettacolo crudele e divertente». Lo stesso
Polanski la definisce:
(...) une satire des valeurs bourgeoises conventionnelles, du politiquement correct et de l'hypocrisie
des politesses mondaines avec ses sourires factices contenues dans cette comédie.(Le Figaro)
Sempre nel 2006, accompagna Nicolas Sarkozy durante la sua campagna presidenziale e ne stila un
ritratto. Il prodotto sarà il romanzo intitolato L'Aube, le Soir ou la Nuit
9
, che racconta il suo incontro
con il candidato.
Nel 2015 comporrà un’ulteriore pièce teatrale, intitolata Bella figura
10
. Inoltre, è autrice di
diversi romanzi, fra i quali ricordiamo Hammerklavier
11
(1997), testo autobiografico il cui titolo
rimanda all'amore di Yasmina per la musica (e l'arte in generale), che costituisce una chiave di
lettura che utilizzeremo nel corso dell'analisi che intendiamo proporre. Il testo è risultato vincitore
del Prix de la nouvelle dell'Academie Française.
Citiamo inoltre gli altri romanzi, composti fra il 1999 ed il 2007: Une désolation
12
,Nulle
part
13
, Dans la luge d'Arthur Schopenhauer
14
.
L'ultima pièce finora ideata dalla scrittrice, in uscita proprio a gennaio di quest’anno, si
intitolerà Anne-Marie la beauté
15
.
5
Yasmina Reza, Théâtre-L’homme du hasard, Albin Michel, 1998
6
Albin Michel, 2000
7
Albin Michel, 2004
8
Yasmina Reza, Le Dieu du carnage, Reclam, Universal-Bibliothek, 2008
9
Flammarion, 2007
10
Adelphi, 2015
11
Albin Michel, 1997
12
Albin Michel, 1999
13
Albin Michel, 2005
14
Ibidem.
15
Flammarion, 2020
5
3. Elementi esclusi dallo studio.
Data la natura puramente analitica dello studio dei testi che intendiamo proporre, desideriamo con
questa breve introduzione fornire un’idea generale circa le possibili influenze etniche, religiose e
stilistiche di Reza, che non verranno da noi approfondite in questa sede.
Come già accennato, Yasmina Reza nasce da genitori di origine ebraica, di differenti
nazionalità. Non riceve tuttavia un’educazione religiosa bensì ella sostiene «l’approccio
intellettuale, il senso dell’umorismo arrivano da lì e hanno influito sui miei scritti»
16
. Passa gran
parte della sua gioventù in Francia e, in età adulta, si innamora dell’Italia. Questa mescolanza di
culture e tradizioni con le quali l’autrice viene a contatto durante la sua vita la porta a sviluppare
una personalità che potremmo definire «universalista», la rende oggetto cioè, di una sorta di
ibridazione, che le permetterà una certa «libertà di pensiero e, prima ancora, di immaginazione».
17
Di contro, Reza ammette anche che questo suo vagare la porta a sentirsi anche una «sans
racines», non sente di appartenere ad alcun luogo e riversa questo senso di solitudine nei personaggi
delle sue pièces.
Ci soffermeremo ora sulla questione dell’umorismo, elemento che troviamo in tutte le pièces
di Reza. Lo humor ebraico di cui parla l’autrice, nello specifico, è un tipo di spirito schietto, che
punta all’essenza, la quale sarà uno dei concetti chiave in tutta la sua produzione.
Humour e caratterizzazione dei protagonisti sono resi naturalmente dalla scrittura - è asciutta e senza
fronzoli - dove il lavoro di sottrazione fa il paio con il ricorso a ossessive ripetizioni, funzionali al
crescendo della tensione, al dramma che incombe.
18
Attraverso la risata, Reza riuscirà persino a «riabilitare la nevrosi»
19
, uno degli argomenti che, come
vedremo nel corso dell’analisi dei testi, è più caro all’autrice. Metterà in scena situazioni di vita
comune, questioni di famiglia, litigi fra amici e ci insegnerà a ridere della tragicità dell’esistenza.
Io trovo che non ci sia niente di meglio: il riso davanti alla sconfitta della vita. Mio zio era un tipo
fantastico, e quando è morto con la bocca spalancata non era bello, mio padre e mio fratello hanno
detto non possiamo lasciarlo così, bisogna migliorarlo. Quindi hanno usato uno strofinaccio di cucina
per tenergli chiusa la mascella, e quando finalmente i figli sono arrivati per l’estremo saluto alla
salma, la situazione era questa: mio zio sembrava un uovo di Pasqua, e mio fratello piangeva dal
ridere. Ci sono persone capaci di ammazzare la tragedia. Sì, il riso ci salva. E perché privarcene? In
Italia non so, ma in Francia specie a teatro c’è una seriosità regnante… Si può ridere ed essere gravi
allo stesso tempo.
20
16
E. Di Caro, Yasmina Reza e l’orecchio per la musica dell’umanità, in «Il Sole 24 Ore», 2019
17
J. Thurman, Nowhere woman, «The New Yorker», 2019
18
E. Di Caro, Yasmina Reza e l’orecchio per la musica dell’umanità, in «Il Sole 24 Ore», 2019
19
Stefano Montefiori in «Il Corriere della Sera», 2019
20
Stefano Montefiori in «Il Corriere della Sera», 2019
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