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Analisi del sistema proibizionista e politiche di riduzione del danno nella società moderna

Questa tesi intende fornire spunti di riflessione sulle scelte socio – legislative in tema di stupefacenti, partendo da una disamina storica, analizzando le normative di singoli stati e osservando diverse esperienze europee di politiche di riduzione del danno. Si cercherà di capire come il proibizionismo sia diventato il modello dominante per affrontare il fenomeno, quali sono stati i successi e gli insuccessi di questo modello e se sia possibile intraprendere delle vie alternative.

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PREFAZIONE. Questa tesi intende fornire spunti di riflessione sulle scelte socio – legislative in tema di stupefacenti, partendo da una disamina storica, analizzando le normative di singoli stati e osservando a diverse esperienze europee di politiche di riduzione del danno. Si cercherà di capire come il proibizionismo sia diventato il modello dominante per affrontare il fenomeno, quali sono stati i successi e gli insuccessi di questo modello e se sia possibile intraprendere delle vie alternative. L’uso del termine droga non ha una funzione descrittiva degli effetti farmacologici, ma è semplicemente una definizione applicata a tutte le sostanze proibite1. Una generalizzazione concettuale che sta alla base dell’attuale sistema proibizionista e che gode di ampia diffusione non soltanto nel linguaggio comune, ma anche in quello giuridico e medico. Approccio molto discutibile perché mescola in un unico calderone tutte le sostanze psicotrope esistenti in natura. Sostanze che hanno diversi effetti sull’organismo, che possono comportare alterazioni dell’umore o dell’attività mentale, che possono uccidere se assunte in determinate quantità oppure alleviare sofferenze, o addirittura curare, se utilizzate in altre quantità2. Un meccanismo complesso e variegato che viene semplificato per ragioni, squisitamente, politiche e che prescinde da qualsivoglia criterio scientifico. Basta richiamare la definizione di droga data dalla convenzione dell’ONU del 1988, cui si devono intendere tutte le sostanze naturali o sintetiche che figurano nell’elenco delle droghe proibite. Non si capisce se le droghe siano illegali perché sono stupefacenti o siano stupefacenti perché sono illegali (Arnao). Restano fuori tutta una serie di sostanze che sotto il profilo farmacologico sono droghe, in primis l’alcol, tollerato e, in molti casi, promosso, nella cultura occidentale, ma che miete più vittime di qualsiasi altra sostanza presente nella lista ONU. D’altronde – come vedremo meglio in seguito – molte delle sostanze oggi proibite sono state largamente usate nei paesi firmatari delle convenzioni internazionali e alcune di quelle oggi ammesse, furono severamente perseguite. C’è di più. Le droghe naturali disponibili e in libera vendita in epoche precedenti offrivano e offrono una gamma di effetti 1 Verga, M, La Droga Espiatoria. Un’analisi critica del proibizionismo, anno 2004, guerini scientifica 2 Cornelli, R, L’Evoluzione delle politiche del controllo in tema di sostanze stupefacenti, anno 2007 www.trentinosalute.net 3

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Informazioni tesi

  Autore: Pasquale Maione
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Scienze giuridiche
  Relatore: Roberto Cornelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 72

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Parole chiave

antiproibizionismo
cocaina
droga
droghe
eroina
giovanardi
hashish
italia
legislazione
marijuana
olanda
proibizionismo
riduzione del danno
stupefacenti

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