La responsabilità civile degli amministratori di s.r.l.

L'ipotesi di conflitto di interessi riceve una disciplina "autonoma" rispetto alla corrispondente fattispecie di cui all'art. 2391 c.c. all'art. 2475-ter c.c.
Recita l'art 2475-ter c.c. "i contratti conclusi dagli amministratori che hanno la rappresentanza della società in conflitto di interessi, per conto proprio o di terzi, con al medesima possono essere annullati su domanda della società, se il conflitto era conosciuto o riconoscibile dal terzo".

L'articolo ricalca la disciplina del contratto concluso dal rappresentante in conflitto di interessi, la cui applicazione agli "organi" di società di capitali era ritenuta pressoché pacifica.
Il conflitto di interessi consiste in una situazione concreta ed oggettiva in cui il legale rappresentante della società si trova ad essere portatore di un'interesse per conto proprio o di terzi che possa arrecare pregiudizio al patrimonio della società.
E' necessario riscontrare una situazione di conflitto di interessi attuale e non solo potenziale, dovendosi valutare se, un determinato atto o contratto, per le modalità con cui è stato negoziato o eseguito, denota un interesse personale dell'amministratore; in tal caso, l'atto potrà essere annullato a richiesta della società per mezzo degli amministratori che non hanno partecipato all'operazione.

Riguardo al soggetto legittimato ad esperire l'azione di annullamento del contratto concluso in situazione di conflitto di interessi, la situazione varia a seconda del modello organizzativo adottato, prospettando diverse soluzioni:

• Nel caso di Consiglio di Amministrazione, spetterà alla maggioranza degli amministratori in carica approvare preventivamente l'azione.

• Nel caso di amministrazione plurima disgiuntiva, spetterà a ciascun socio proporre impugnazione del contratto.

• Nel caso di amministrazione plurima congiuntiva, sarà necessaria una decisione unanime o maggioritaria degli amministratori a seconda del tipo di quorum deliberativo richiesto.

Ma, tenendo conto della centralità del socio all'interno della organizzazione della nuova s.r.l., che attribuisce ai sensi dell'art. 2479, 1° comma c.c. il potere di decidere su ogni materia, deve ritenersi altresì che la decisione degli amministratori possa in qualsiasi momento essere sostituita dalla decisione di uno o più soci.
Per quanto riguarda la legittimazione processuale, in caso di sistema di amministrazione monocratico, ovvero in caso di conflitto di interessi esteso a tutti i componenti l'organo amministrativo, deve ritenersi necessario procedere alla nomina di un curatore speciale ai sensi dell'art. 78 c.p.c.; negli altri casi spetterà agli amministratori che non versino in conflitto di interessi proporre l'azione.
Sono impugnabili le decisioni del cda assunte con il voto determinante di un amministratore in conflitto di interessi, qualora arrechino danno alla società.
Non basta il c.d. danno potenziale, essendo necessaria la produzione oggettiva di un pregiudizio attuale per la società; si tratta di stabilire se la decisione possa di per sé arrecare danno alla società ovvero se la produzione del danno presupponga in concreto anche il compimento di atti esecutivi.
Anche nella nuova disciplina è richiesta la prova della resistenza, ovvero la verifica circa l'incidenza del voto dell'amministratore in conflitto di interessi sul quorum deliberativo.