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Crescita e tassazione del mercato immobiliare

Le imposte che colpiscono l'immobile

I redditi derivanti dal possesso di un abitazione, insieme a quelli di terreni e altri fabbricati, rientrano nella categoria dei redditi fondiari e concorrono a formare la base imponibile del soggetto detentore dell'immobile (a titolo di proprietà, usufrutto, o altro diritto reale), anche se il contribuente non percepisce di fatto nessuna somma.
I redditi fondiari sono determinati su base presunta in relazione alla rendita catastale.
Dall'anno 2000 è riconosciuta l'esenzione totale sui redditi generati dall'abitazione principale, attraverso la deduzione della rendita catastale dal reddito complessivo.
Sempre per l'abitazione principale spettano al proprietario detrazioni d'imposta per gli interessi sui mutui (fino a un massimo di 760 euro annui) e per le commissioni d'agenzia (fino a 190 euro).
Nell'ambito della fiscalità locale riveste particolare importanza l'imposta comunale sugli immobili (ICI), introdotta nel 1993 e oggetto di numerose modifiche nel tempo.
Dal 2008 l'imposta non è più dovuta sull'abitazione principale e sulle sue pertinenze, ad eccezione degli immobili di lusso. Precedentemente era consentita una detrazione la cui misura base (103,29) poteva essere aumentata dal comune in relazione alle condizioni economiche del contribuente. L'ICI rappresenta comunque la maggiore entrata per i comuni (quasi 8,5 miliardi di euro nel 2008) i quali possono modificarne l'aliquota (punte fino al 9 per mille), il regime d'esenzione e la misura delle detrazioni.
L'esenzione da imposte sulla prima casa incentiva l'acquisto e il possesso dell'abitazione principale e può generare fenomeni di “fiscalità negativa”, in particolar modo quando le imposte indirette pagate all'atto d'acquisto vengano più che compensate dalle detrazioni concesse sugli interessi passivi del mutuo.
Si possono, inoltre, manifestare comportamenti di tipo elusivo (trasferimenti fittizi di residenza di famigliari, modifica del regime patrimoniale della famiglia, ecc.)
mirati ad estendere i benefici previsti per la prima casa a residenze secondarie.
Condotte elusive possono derivare anche dal fatto che il valore dell'abitazione principale fruisce di abbattimenti specifici ai fini della determinazione degli indicatori che consentono di misurare la condizione economica delle famiglie ai fini di accesso a servizi e contributi di welfare.
La vendita di un abitazione può dare luogo a una plusvalenza tassabile che è pari alla differenza tra il prezzo di vendita e il costo d'acquisto/costruzione aumentato delle spese di natura tributaria, legale o straordinaria relative al bene immobile.
Non concorrono a formare una plusvalenza le vendite di case acquistate o costruite da più di 5 anni e quelle di case che, seppure cedute entro 5 anni, erano adibite a residenza principale del venditore o dei suoi famigliari per la maggior parte del periodo di possesso. Sono, inoltre, escluse dall'imposizione delle plusvalenze le abitazioni ricevute per successione.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Crescita e tassazione del mercato immobiliare

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Informazioni tesi

  Autore: Mattia Bertocchi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
  Facoltà: Economia
  Corso: economia e commercio generale
  Relatore: Ugo Arrigo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 49

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