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La gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata

La disciplina dei beni confiscati alla criminalità organizzata a cavallo tra il diritto penale e il diritto amministrativo

La progressiva stratificazione del complesso normativo sulla gestione e la successiva utilizzazione del patrimonio sottratto alla criminalità organizzata, è avvenuta una zona intermedia coinvolgente una pluralità di settori scientifico-disciplinari tra i quali, ad esempio, il diritto penale, il diritto processuale penale, il diritto privato e il diritto amministrativo (che qui in particolare ci interesserà), passando anche per il diritto dell’economia; per quanto concerne specificatamente quest’ultima area disciplinare, i problemi di maggiore interesse e attualità riguardano il recupero e il successivo mantenimento in vita dei complessi aziendali assoggettati alle misure di prevenzione patrimoniali.
Orbene, in questa sede, è opportuno inquadrare la dialettica fondamentale che intercorre tra la branca penalistica, sia sostanziale che processuale, e quella più squisitamente amministrativistica.
Uno degli elementi maggiormente paradigmatici della già menzionata interazione, si rinviene nella perfetta riconducibilità, alla gestione post-confisca, degli istituti giuridici tipici del diritto amministrativo, nonché nel consolidamento del rapporto di servizio dell’attività amministrativa di cura e successiva destinazione dei beni di provenienza mafiosa rispetto al procedimento di prevenzione giurisdizionale con il quale, solitamente, prende avvio anche l’attività che conduce alla gestione dei beni in sequestro.
Il già menzionato legame va letto in termini di presupposizione di un procedimento rispetto all’altro, ancor di più alla luce dell’inserimento nella vigente legislazione del codice antimafia di un nucleo di disposizioni normative aventi ad oggetto l’amministrazione dei beni confiscati.
Tuttavia, se la presa di coscienza della su-accennata strumentalità tra le due sfere giuridiche ha dato luogo ad innovativi riflessi sul piano ricostruttivo ed interpretativo, è pur vero, d’altro canto, che è apparsa maggiormente trascurata l’analisi dei complessi aspetti amministrativi che investono massicciamente questa materia, con la conseguenza di legittimare in questo settore, per certi versi, il proliferare di interventi normativi talvolta contrassegnati da approssimazione ed incoerenza intrinseca.
Su questo versante, inoltre, va rilevato che queste disposizioni di matrice pubblicistica, a causa della loro contiguità con il diritto penale, hanno poi patito diverse difficoltà nel tentativo di essere utilmente collocate all’interno di una delle tradizionali partizioni del diritto amministrativo.
Da questo punto di vista, partendo dal condiviso paradigma che riconosce i profondi punti di intersezione tra la funzione giurisdizionale di prevenzione, la quale è deputata a decidere in merito alla sorte del bene in presenza dei presupposti di pericolosità, e la successiva funzione di destinazione dei beni sottoposti alle misure di prevenzione patrimoniali antimafia, di carattere propriamente amministrativo, si ritiene utile percorrere un nuovo orizzonte interpretativo idoneo a valorizzare le specificità di questa innovativa funzione che svolge, a seguito delle innovazioni intervenute nella legislazione antimafia, il settore scientifico-disciplinare del diritto amministrativo; a tal fine, va salutata favorevolmente, in questa sede, nell’ottica di implementazione sopra-accennata, l’elaborazione di nuovi strumenti che si inscrivono nel quadro d’azione delle “misure di prevenzione amministrativa”, le quali mirano ad interrompere i flussi di risorse economico-finanziarie che dalle amministrazioni pubbliche convergono verso imprese collegate, direttamente e/o indirettamente, ad interessi mafiosi, nonché la costruzione di un particolare assetto organizzativo per la gestione dei beni sottratti alle organizzazioni criminali di stampo mafioso.
Pertanto, per garantire la massima effettività possibile delle misure antimafia di nuovo conio amministrativo, si delinea la nascita di un nuovo settore ordinamentale – denominato “diritto amministrativo dell’emergenza criminale” – nel quale inquadrare correttamente la disciplina dei beni confiscati alla criminalità organizzata di matrice mafiosa.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata

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Informazioni tesi

  Autore: Gabriele Alessandro
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2018-19
  Università: Università degli Studi di Palermo
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Riccardo  Ursi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 229

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