Westworld: Costruzione della soggettività e del Lettore Modello

Terminato il capitolo in cui si è trattata la coscienza e come viene presentata, l'analisi volge verso la ricerca del senso dei salti di cornice attuati da Bernard e lo farà attraverso la comparazione di due flashback.

Bernard Lowe si può definire il vero capolavoro di Ford, poiché egli gestisce tutti i residenti del parco, non sapendo di essere anch'egli un residente. La difficoltà di scindere, per gli spettatori, la natura dei personaggi della serie, si palese nella maniera migliore in Bernard. Pochi, infatti, sospettavano, durante la prima di stagione, di trovarsi di fronte ad un androide, perlopiù di fronte alla riproduzione di Arnold Weber.

Dopo un breve accenno al personaggio di Bernard, il prosieguo dell'analisi si incanala verso il modo in cui sono narrati gli eventi, soprattutto nella sequenza temporale e con particolare riferimento a Bernard e alla seconda stagione.

In seguito ad una prima iniziale rivolta degli androidi durante la seconda stagione, elaborata da Ford prima del sua "morte programmata", Bernard si ritrova privo di coscienza, tra un ammasso di cadaveri dei residenti. Nel cercare di ricordare cosa è accaduto, Bernard compie un'operazione di debrayage, di schizia creatrice utile per ricostruire l'accaduto. I dati danneggiati in possesso di Bernard, chiamati glitch nei termini informatici, costringono lo spettatore a configurare la propria competenza narrativa secondo un modello che ha la necessità di accodarsi a quanto emerge dai glitch, dalle false memorie, dai ricordi e dai salti temporali di Lowe. L'androide infatti risulta dunque un testimone poco attendibile, ma la costruzione del testo obbliga lo spettatore a seguirlo, allontanandolo dalla realtà empirica.

Come spiega Maiello (2018), "l'intreccio delle diverse linee narrative e temporali non permette allo spettatore una visione lineare e cronologica, bensì lo avvolge completamente, creando un senso di confusione."

Sempre Maiello [ibid.] afferma che la seconda stagione di Westworld si regge su vari elementi che mettono in discussione l'esperienza narrativa e il patto con lo spettatore, uno di questi è il tempo del discorso: ossia la riorganizzazione della storia attraverso l'uso di un lungo flashback che domina l'intero arco degli eventi narrati e ne altera la linearità cronologica.

Maiello continua proponendo una riflessione sulla temporalità all'interno della serie:
"Il gioco sul e con il tempo (il primo elemento) e le sollecitazioni rivolte allo spettatore che deve riformulare i presupposti che guidano la comprensione e l'interpretazione degli eventi (il secondo elemento) sono i fondamenti strutturali di Westworld". (Maiello 2018)

Già a partire dalla prima puntata della seconda stagione, lo spettatore si trova di fronte a ciò che caratterizzerà l'intera stagione: Bernard è riverso in terra, soccorso dagli agenti della Delos, in palese stato confusionale, da qui inizia a fasi alterne un lungo flashback (non-io, non-qui, non-ora) che si ricongiungerà con la realtà (io, qui, ora) soltanto nell'ultimo episodio, nel quale tempo del discorso e tempo della narrazione si riallineano (Maiello 2018), facendo combaciare fabula e intreccio.

Si ha avuto già nella prima stagione un gioco sul tempo, incarnato da William, che viene presentato nelle prime puntate come il Man in Black, per poi regredire verso William.

È necessario, in maniera preliminare specificare che all'interno della seconda stagione vi siano almeno tre linee temporali oggetto di analisi (all'interno del testo ve ne sono ulteriori). Il primo livello è la realtà empirica, nella quale Bernard si sveglia, il secondo è lo spazio del riassunto di quanto successo nelle circa due settimane che separano la morte di Ford (la rivolta degli androidi) e l'arrivo dell'esercito della Delos, vi è inoltre un terzo spazio e si palesa nel momento in cui Bernard che vive all'interno del spazio dell'enunciazione del passato, (non-io, non-ora, non-qui) compie un ulteriore passo indietro, cercando di far riaffiorare dalle memorie quanto successo. Ciò risulta difficile, poiché si scoprirà che è stato lui stesso a disallineare le proprie memorie, in modo tale da non poter essere d'aiuto nel momento in cui nella realtà empirica avessero cercato delle informazioni tramite la sua memoria.

Ciò che il testo ricostruisce dal punto di vista di Bernard è dunque uno spazio disallineato e confusionario dal quale lo spettatore deve ricostruire la realtà dei fatti e al contempo decodificare lo spazio e il tempo del quale si enuncia. [...]