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Messico attraverso spazio e tempo: lo sguardo di Miguél León Portilla ai tre mondi

Analisi generale dell’identità teologico-religiosa in America Latina

Ovviamente, gli enormi cambiamenti che hanno concorso e concorrono tutt’oggi alla complessa identità latino-americana, non si sono verificati solo in ambito linguistico, affermarlo sarebbe riduttivo. Hanno riguardato anche la sfera teologica. Tale ambito è stato ampliamente affrontato dallo scrittore Miguél León Portilla, il quale gli dedicò la sua intera tesi di dottorato, La filosofía náhuatl estudiada en sus fuentes. Questa venne redatta più di dieci volte e tradotta in varie lingue: francese, inglese, russo, tedesco ed italiano.
L’Evangelizzazione dei nativi potrebbe sembrare un atto scontato, cioè dove si impone una nuova cultura, un nuovo modo di pensare e un nuovo modello di vita, si impone il credo che i conquistatori si sono portati dietro. Ma non è così o almeno non sempre. Si pensi ad i territori dell’Oceania, dell’Africa o dell’Asia dove i colonizzatori hanno imposto o cercato di farlo, la propria religione senza però scalfire, in maniera significativa, i credi ai quali tali popoli erano legati; credi animisti, sciamanesimo, religioni tribali.

Ma allora perché in America Latina c’è stato un quasi completo e soprattutto repentino cambiamento, sradicando di netto tutte le credenze per essere sostituite dalla religione cristiana? Individuarne i meccanismi precisi non è affatto semplice, ma certamente importante è il contesto storico in cui tali avvenimenti si sono verificati. Senza dubbio, giocò un ruolo cruciale l’importanza che ricopriva per le società occidentali la religione cristiana nel quindicesimo secolo. La teologia in Europa, aveva col tempo iniziato a rivestire un ruolo complesso, che andava ben oltre la semplice dicotomia uomo-divino: si era fatta a tutti gli effetti portavoce di uno status che tra i tanti, soprattutto gli spagnoli non volevano perdere, anche a costo di andare contro ogni principio della stessa dottrina e giustificare atti di orribile violenza. Si comprese ben presto che solo la conquista militare e la distruzione dei luoghi sacri e con essi i suoi credi, avrebbe portato all’estirpazione di essi. Nel mondo latino-americano, nonostante siano passati secoli, sono ancora vive le azioni dei conquistadores che, per poter perseguire i propri scopi, distrussero i templi e tutto ciò che incrociarono sul loro cammino e con le stesse rovine eressero i nuovi luoghi di culto, le cattedrali e le chiese, operando come un vero e proprio Stato teocratico che voleva ampliare oltreoceano i confini della cristianità. A tal proposito infatti, nel 1512, i giuristi spagnoli redassero quello che chiamarono il Requerimiento1, traducibile con ingiunzione o intimazione. Nel testo, che veniva letto in latino o spagnolo, vi era riassunta la storia del mondo, secondo la quale Dio aveva concesso a Pietro il dominio su tutti i popoli e di conseguenza anche su di loro. Se non avessero accettato tali condizioni, gli spagnoli, sarebbero stati giustificati a schiavizzare e massacrare gli “eretici”.

Come già esposto, questo “genocidio culturale”, l’estirpazione delle antiche religioni e l’imposizione della propria, permise al cristianesimo di prevalere sulle altre e così facendo di schiacciare tutti i credi politeisti reputati inadeguati. Nonostante ciò, il cattolicesimo popolare latino-americano, il quale si discosta strutturalmente dalla dottrina ufficiale della Chiesa cattolica, è risultato dalla congiunzione tra il cattolicesimo iberico e le ricche credenze dei popoli nativi.




[1] Le Leggi di Burgos (in spagnolo Leyes de Burgos) sono una serie di ordinanze stilate nella città Castigliana di Burgos il 27 gennaio del 1512, il cui scopo era quello di mettere in regola il trattamento dei popoli nativi del Nuovo Mondo, che non era garantito dal contratto

Questo brano è tratto dalla tesi:

Messico attraverso spazio e tempo: lo sguardo di Miguél León Portilla ai tre mondi

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Informazioni tesi

  Autore: Giuseppe Picano
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2017-18
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Mediazione Linguistica e Interculturale
  Relatore: Stefano Tedeschi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 43

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Parole chiave

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linguistica
grammatica
messico
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miguél león portilla
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historia general de las cosas de la nueva españa

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