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SARS-CoV-2: la rappresentazione della pandemia nel discorso della stampa nazionale britannica. Analisi di un corpus in lingua inglese

Analisi qualitativa del COVID News Corpus

Il primo stadio del modello tridimensionale di analisi elaborato da Fairclough (1989) concerne la dimensione del testo. Prima di esaminare le proprietà formali degli articoli contenuti nel CNC, osserviamo, da punto di vista qualitativo, le principali parole-chiave restituite dalla precedente analisi quantitativa, con lo scopo di individuare i temi salienti attraverso cui la stampa nazionale britannica ha rappresentato la pandemia.
PPE, acronimo di personal protective equipment, è il token con il maggiore grado di salienza (432.841) presente in entrambi i subcorpora. L’acronimo si riferisce ai dispositivi di protezione individuale (DPI) necessari per ridurre al minimo i danni causati dalla diffusione del coronavirus. Il termine occorre 47 volte nel Broadsheets Corpus e 54 volte nel Tabloids Corpus. Da un’analisi approfondita dei dati è emerso che sia i tabloids sia i broadsheets utilizzano l’acronimo PPE in contesti negativi, evidenziando cioè la carenza strutturale di dispositivi di protezione individuale per il personale sanitario. Di seguito proponiamo due estratti che attestano il ricorso a questo termine in un contesto negativo:

1) In a pandemic where HCPs are tragically dying, we challenge the rationale for advocating a lesser form of PPE where expert consensus states that such a risk to safety exists. We ask PHE to recommend Level 3 PPE for chest compressions to ensure safety for the healthcare workforce. (TheIndependent_20.04.2020)
2) There is no suggestion the carer had coronavirus, or passed it on, but Mrs Chalk said she found it incomprehensible staff were not wearing PPE to safeguard themselves and residents. (TheDailyExpress_02.05.2020)


Dall’analisi del contesto situazionale è emerso che, malgrado le dichiarazioni rilasciate da Matt Hancock, l’allora Ministro della Salute britannico, in cui affermava che il Regno Unito era “well prepared and well-equipped for an outbreak” (TheDailyTelegraph_02.04.2020), si sono verificati gravi ritardi nella consegna dei DPI, causando gravi carenze di mascherine medico-chirurgiche, camici monouso, visiere, guanti per il personale sanitario. Frequente è, a questo proposito, l’accostamento di aggettivi negativi come insufficient, inadequate e di avverbi di quantità come enough e more al termine PPE. Questo potrebbe significare che, in un primo momento, il governo britannico, ha sottovalutato la gravità dell’emergenza, chiamando il personale medico a lavorare con attrezzature inadeguate e scorte di materiale insufficiente.
Il 23 marzo 2020 Boris Johnson ha annunciato ufficialmente l’inizio del lockdown nazionale. Marzo, aprile e maggio sono quindi i mesi in cui la stampa britannica ha raccontato l’evolversi delle misure di contenimento attuate per frenare la diffusione del contagio. Il termine lockdown, traducibile in italiano con isolamento, chiusura, confinamento, occorre 88 volte nel Broadsheets Corpus e 69 nel Tabloids Corpus. È un anglicismo ricorrente nel discorso giornalistico sulla pandemia che chiaramente non è stato introdotto dai media ma ripreso dal discorso istituzionale. In linea generale, il termine si riferisce al regime restrittivo delle carceri e, più precisamente, alla reclusione dei detenuti nella propria cella come misura di sicurezza temporanea. Nella discorso mediatico, la nozione è stata applicata sulle persone comuni, per descrivere le misure di distanziamento sociale messe in atto dal governo durante la pandemia. Questa scelta linguistica che è già di per sé una costruzione metaforica, seppur ormai ampliamente naturalizzata, attiva catene di significato riconducibili al campo semantico della prigione, che influiscono sulla rappresentazione mediatica dei fatti.
In quest’ottica, emerge l’idea di una società che, al fine di contrastare la diffusione del contagio, agisce sotto forma di carcere, ossia imponendo il confinamento della popolazione nello spazio privato della loro casa. Questa prospettiva trova conferma nel fatto che sia i broasheets sia i tabloids hanno raccontato l’evolversi delle misure restrittive attraverso l’uso reiterato di verbi quali to enforce, to lift, to extend, to ease, to impose, to announce. Inoltre, la presenza di sostantivi come police, rules, measures, restrictions, apparsi con maggiore frequenza nel mese di aprile, potrebbe implicare che il governo britannico, consapevole degli errori commessi nella fase inziale dell’emergenza, abbia deciso di intensificare le politiche di controllo e di imporre una maggiore supervisione. Gli estratti seguenti attestano la presenza di questi vocaboli:

3) The COVID-19 outbreak has affected 210 countries and territories, leading to the enforcement of lockdown. (TheDailyExpress_26.04.2020)
4) Boris Johnson orders UK lockdown to be enforced by police. (TheGuardian_24.03.2020_T)


Nel raccontare l’evolversi della pandemia, la stampa ha diffuso continue notizie a proposito delle misure da adottare per contrastare la propagazione del virus. A pochi giorni dall’inizio del lockdown, vi sono due concetti attorno ai quali sembra ruotare gran parte del discorso giornalistico sulla pandemia: distancing e self-isolation. Entrambi i termini, estrapolati dal discorso istituzionale, sono propri del campo semantico delle carceri. La parola distancing con significato di “distanziamento” occorre 30 volte nel BC e 25 nel TC. Poiché non vi è una sostanziale differenza nel numero di occorrenze del termine, si può dedurre che sia i broadsheets sia i tabloids hanno dedicato spazio alla pubblicazione di informazioni riguardanti la salvaguardia della salute pubblica. In entrambi i subcorpora sono presenti, infatti, verbi come observe, enforce, maintain, warn, practise, continue che, associati al termine distancing, evidenziano l’intenzione della stampa di promuovere un atteggiamento positivo tra il pubblico nei confronti dell’osservazione delle misure di contenimento. Di seguito, riportiamo due estratti in cui è presente questo tipo di associazione:

5) Speaking less than 24 hours after the prime minister, Boris Johnson, exhorted the public to “stay at home”, the health secretary underlined the importance of obeying the latest distancing rules. (TheGuardian_25.03.2020)
6) Public Health England's advice on stopping the spread of coronavirus is to maintain social distancing, frequently wash your hands and avoid touching your face. (TheDailyMirror_01.04.2020)


L’ultima parola statisticamente rilevante è la forma verbale self-isolating. Nonostante essa occorra con meno frequenza rispetto a distancing (8 volte nel BC e 10 volte nel TC), presenta un grado di salienza maggiore (167.617 nel BC e 192.905 ne TC). Sia nei broadsheets sia nei tabloids, il verbo è associato alle figure di Boris Johnson, Matt Hancock e Dominic Cumming, ex consigliere del Primo Ministro britannico, in autoisolamento per aver contratto il coronavirus. L’uso reiterato dello schema [sogg. + [be] + -ing form] svolge la funzione di evidenziare la continuità dell’azione nel tempo e, per questo motivo, potrebbe costituire una strategia usata dalla stampa per rappresentare positivamente le azioni compiute dagli attori in questione. Gli estratti riportati di seguito esemplificano il ricorso a questo schema:

7) Dominic Cummings is self-isolating at home after showing symptoms of coronavirus, Downing Street has confirmed. (TheIndependent_28.03.2020)
8) “In keeping with the guidance, the Prime Minister is self-isolating in Downing Street.” (TheDailyExpress_27.03.2020)

Questo brano è tratto dalla tesi:

SARS-CoV-2: la rappresentazione della pandemia nel discorso della stampa nazionale britannica. Analisi di un corpus in lingua inglese

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Informazioni tesi

  Autore: Raffaella Palmieri
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2020-21
  Università: Università degli Studi di Napoli "L'Orientale"
  Facoltà: Lingue straniere per la comunicazione internazionale
  Corso: Linguistica
  Relatore: Anna Mongibello
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 175

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Parole chiave

stampa britannica
corpus linguistics
analisi del discorso
linguistica dei corpora
coronavirus
pandemia
analisi critica del discorso
critical discourse analysis
british press
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