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Abbatere i muri. Verso un'alleanza proficua tra genitori e insegnanti

Barriere alla collaborazione scuola-famiglia

Quando si lavora per creare una collaborazione efficace tra scuola e famiglia si possono incontrare problemi dovuti a molteplici situazioni. È necessario trovare un sistema per identificare e indebolire le barriere che ostacolano l’alleanza scuola-famiglia. Le barriere non sono necessariamente negative ma, se affrontate, possono generare cambiamenti. Spesso i cambiamenti sperimentati dai genitori e dagli educatori possono favorire l’apprendimento dei ragazzi (Virginia Department of Education, 2002). I problemi e le difficoltà riguardano gli educatori, la famiglia e la relazione che intercorre tra essi. Questi problemi sono caratterizzati da aspetti strutturali e aspetti psicologici. Alcune ricerche ne hanno evidenziato i principali (Christenson, 2002).

Per quanto riguarda la famiglia, gli aspetti strutturali sono:
- mancanza di modelli di ruolo da seguire, informazione e conoscenza sulle risorse;
- mancanza di risorse e di un ambiente supportivo (povertà, accesso ai servizi limitato);
- vincoli economici, di salute e di tempo;
- limiti alla cura e all’assistenza dei figli e problemi nello spostamento verso la scuola (ad esempio la mancanza di patente di guida, di un’auto famigliare o di pullman scolastici);

Gli aspetti psicologici invece, sono:
- sentimento di inadeguatezza;
- servirsi di un ruolo passivo per lasciare il compito educativo alla scuola;
- differenze culturali, linguistiche che sfociano in una minore conoscenza su determinate cose, ad esempio come funziona la scuola e i ruoli di ciascun individuo;
- diffidenza da parte dei genitori i quali pensano che gli insegnanti non possano compiere un buon lavoro educativo.

Per quanto riguarda gli educatori, gli aspetti strutturali riguardano:
- scarsi finanziamenti per i programmi di sensibilizzazione alle famiglie;
- scarsa formazione per gli educatori su come mantenere un’alleanza con le famiglie;
- vincoli legati alla mancanza di tempo.

Gli aspetti problematici psicologici possono essere:
- impegno ambiguo nel coinvolgimento dei genitori;
- utilizzo di un linguaggio negativo nel comunicare la performance e la produttività degli studenti;
- stereotipi sulle famiglie, soffermarsi sui problemi famigliari come spiegazione della performance degli studenti;
- visione stereotipica di persone, eventi, condizioni o azioni che non descrivono il comportamento reale;
- dubbi sulle abilità della famiglia di affrontare le preoccupazioni scolastiche;
- paura del conflitto con le famiglie;
- concezione ristretta dei ruoli che le famiglie possono svolgere.

Parlando della relazione scuola-famiglia, i problemi strutturali sono:
- tempo limitato per comunicare e per avere un dialogo significativo;
- la comunicazione avviene principalmente durante periodi di crisi;
- i contatti sono troppo limitati per creare fiducia all’interno della relazione;
- poche abilità e conoscenze su come collaborare;
- mancanza di un sistema di comunicazione routinario;
- comprensione limitata dei vincoli cui l'altro partner deve far fronte;

Gli aspetti psicologici problematici sono:
- resistenza nell’incrementare la cooperazione scuola-famiglia;
- scarsa convinzione che orientarsi sulla cooperazione innalzi lo sviluppo e l’apprendimento degli studenti;
- un atteggiamento che incolpa ed etichetta;
- in presenza di conflitti si utilizza un atteggiamento in cui una delle due parti è vincente e l’altra perdente piuttosto che desiderare la “vittoria” di entrambe;
- tendenza a interpretare e personalizzare comportamenti di rabbia e provocazioni dell’altro individuo;
- mancata comprensione delle differenti prospettive sulla performance degli studenti;
- differenze culturali e psicologiche possono portare a opinioni diverse che innalzano muri;
- limitazioni nell’assumere la prospettiva altrui e a empatizzare con l’altra persona;
- l’impressione sul bambino è limitata all’osservazione di esso in un solo ambiente;
- la supposizione che genitori e insegnanti abbiano gli stessi valori ed aspettative;
- le differenze non sono viste come punti di forza;
- precedenti interazioni negative tra la famiglia e la scuola;
- non riconoscere l’importanza di preservare nel tempo la relazione tra scuola e famiglia; (Christenson e Sheridan, 2001; Liontos, 1992; Weiss e Edwards, 1992).

Proseguendo il discorso, gli educatori sviluppano sensibilità e reattività nei confronti dei bisogni delle famiglie e degli studenti quando pongono maggior attenzione alle difficoltà vissute dalle famiglie legate alla scolarità dei figli. Il predittore più accurato per il successo scolastico dei ragazzi è l’abilità della famiglia, con il supporto e l’aiuto del personale scolastico, di creare un ambiente famigliare positivo, comunicare delle aspettative realistiche sulla performance scolastica dei loro figli ed essere coinvolti nella loro scolarizzazione. Secondo Delgado-Gaitan (1991) chi partecipa alla scolarizzazione dei figli riconosce di essere parte delicata e importante dell’educazione dei ragazzi. Le famiglie hanno bisogno di educatori capaci e disposti a interagire con loro. Infatti, le scuole che sono sensibili alle necessità dei genitori riportano alti livelli di coinvolgimento di essi nel mondo scolastico. L’educatore fallisce quando elabora conclusioni preventive basate su cosa crede che le famiglie necessitino trasmettendo una scarsa attenzione sulle caratteristiche personali del genitore o della famiglia (“chi sono?”) e su cosa fanno per supportare i loro figli. Le differenze che possono riguardare le aspettative, le prese di decisione e le necessità di ciascuno vanno individuate, capite e discusse (Christenson, 2002).

Alcuni inibitori alla collaborazione scuola-famiglia sono:
- La mancanza di accesso ai mezzi e alle opportunità di collaborazione tra genitori e scuola: mancanza di iniziative scolastiche che valorizzano la collaborazione e le relazioni (associazioni insegnanti e genitori, riunioni, ecc.);
- Lingua e mancanza di accesso a opportunità efficaci: mancanza di personale scolastico che parli la lingua del genitore. Ciò può influire sulla comprensione, la comunicazione e la costruzione di relazioni. I documenti dovrebbero essere disponibili anche nella lingua dei genitori.
- Mancanza di accesso a informazioni comprensibili sul sistema scolastico per le famiglie diverse dal punto di vista linguistico e culturale: i genitori immigrati che sono stati educati in un altro paese potrebbero non conoscere il sistema educativo del paese in cui si trovano. Ciò può influire sul modo in cui comprendono i voti, le riunioni genitori-insegnanti, l’educazione speciale, ecc.
- Educazione speciale e problemi di disabilità: le famiglie migranti possono avere diverse visioni della disabilità che sono influenzate dalla religione, dalla superstizione e della tradizione.
- Isolamento degli immigrati: le famiglie immigrate possono sperimentare l'isolamento dai membri della loro etnia. Questo isolamento può creare sentimenti di solitudine e impedire la collaborazione scuola-casa.
[…]

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Abbatere i muri. Verso un'alleanza proficua tra genitori e insegnanti

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Informazioni tesi

  Autore: Giada Bissoni
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2018-19
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Scienze e tecniche psicologiche
  Relatore: Maria Cristina Matteucci
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 44

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Parole chiave

scuola
comunità
famiglia
collaborazione
psicologo scolastico
alleanza educativa

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