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Class Action: il modello statunitense e le prospettive dell'azione di classe italiana

Cenni generali sui class action settlements

In passato erano concessi alle parti ampi poteri transattivi che spesso e volentieri si traducevano in abusi. Oggi i settlement sono sottoposti ad un forte controllo da parte dell'autorità giudiziaria che qualora ravvisi la mancanza di determinati requisiti od un eventuale collusione tra le parti può impedire che gli stessi vengano stipulati.

Per class action settlement si intende l'accordo raggiunto tra attori e convenuti che pone fine alla controversia. Qual è la motivazione principale a spingere le parti a stipulare tali accordi? La risposta si cela dietro gli elevati interessi economici che ruotano attorno a tale istituto.

In primo luogo, il raggiungimento di un accordo è vantaggioso per le aziende. Difatti, esse, preferiscono la maggior parte delle volte scendere a compromessi anziché doversi trovare a risarcire ingenti somme di denaro a seguito di un lungo giudizio; in secondo luogo, sono gli stessi avvocati a consigliare tale procedura al fine di chiudere il prima possibile il processo.

Molto spesso, al fine di raggiungere il maggior profitto possibile ed incuranti di tutelare al meglio i diritti dei propri clients, spingono gli stessi verso la stipulazione di accordi, spacciandoli per più "convenienti" ad un eventuale pronuncia del giudice.

Ciò detto, una delle motivazioni principali che spingono le parti, in particolar modo il convenuto, ad accordarsi è quella di evitare che vengano riconosciuti alla class i danni punitivi, che come abbiamo visto nel caso analizzato nel presente capitolo, spesso e volentieri costituiscono la parte più ingente del risarcimento. Inoltre, gli stessi possono chiedere che il contenuto dell'accordo non venga reso pubblico, assolvendo anche una funzione di tutela ulteriore, in particolar modo evitando che venga fatta nei confronti del resiste una pubblicità "negativa". D'altro canto, un beneficio che fa capo ad entrambe le parti è quello di evitare di affidarsi all'imprevedibilità del verdetto della giuria.

L'istituto del settlement è regolamentato all'interno della sezione (e) della Rule 23, e può avere sia natura monetaria che non. Nel secondo caso, l'accordo consiste in un obbligo, che viene assunto da parte del convenuto, ad avere una determinata condotta ovvero alla consegna di un tagliando (coupon) dove viene riconosciuto il diritto all'acquisto di un determinato prodotto della stessa società, ma ad un prezzo più basso.

Nel caso in cui risulti, dagli elementi forniti in udienza, che il deal raggiunto è fair, reasonable and adequate, il giudice deve necessariamente dare la propria approvazione. Al contrario, non rientra tra i poteri diretti della Corte, quello di modificare direttamente l'accordo presentato, bensì deve limitarsi a dare dei suggerimenti su come procedere per apportare delle modifiche.

In aggiunta al più generico principio inerente al controllo della transazione da parte del giudice, la legge degli Stati Uniti prevede determinate ipotesi in cui il settlement non può essere approvato al fine di tutelare meglio i rappresentanti della classe.

Un primo esempio è ravvisabile nella section 1713 dello U.S code che pone il divieto ai giudici federali di apporre la convalida agli accordi dove è previsto che i membri della classe paghino mediante le proprie finanze gli onorari degli avvocati; un secondo divieto è apposto nella section 1714, U.S code, la quale proibisce accordi che riconoscano risarcimenti ulteriori agli individui facenti parte della class che provengano da zone geografiche limitrofe alla Corte che ha pronunciato l'accordo.

Infine, l'ultima ipotesi riguarda le sole damages class actions: non può essere convalidato nessun accordo che escluda la possibilità di esercitare il diritto di opt out da parte dei class members.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Class Action: il modello statunitense e le prospettive dell'azione di classe italiana

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Informazioni tesi

  Autore: Federico Borzelli
  Tipo: Laurea magistrale a ciclo unico
  Anno: 2019-20
  Università: Libera Univ. Internaz. di Studi Soc. G.Carli-(LUISS) di Roma
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Barbara De Donno
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 152

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Parole chiave

consumatori
diritto privato comparato
class action
azione collettiva
diritto del consumo
opt-out
azione di classe
procedura civile
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