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Class Action: il modello statunitense e le prospettive dell'azione di classe italiana

La presente tesi di laurea è il risultato di uno studio volto a fornire una panoramica della class action in due ordinamenti: quello statunitense e quello italiano alla luce della recente riforma.

Al fine di operare un'analisi dettagliata, la disamina si è incentrata sui principali fattori che, a mio sommesso avviso, hanno elevato l'azione di classe statunitense ad uno strumento di successo ponendoli, appunto, a confronto con le diversità volute dal legislatore nostrano.

La tesi, strutturata seguendo un rigoroso ordine cronologico, si articola in tre capitoli. Il primo capitolo, inizialmente, presenta un excursus delle origini e della evoluzione della class action, sino alla emanazione della Federal Rule 23. Successivamente, sono stati approfonditi gli aspetti procedurali più caratterizzanti del giudizio collettivo statunitense, tra cui la disciplina concernente: i soggetti attivi e passivi; i criteri di ammissibilità; l'esecuzione della sentenza e gli accordi di natura transattiva, per poi rivolgere, infine, lo studio su un cause célèbre, ovvero il Johnson&Johnson lawsuit.

Nel secondo capitolo, l'attenzione è stata posta sull'azione di classe italiana, iniziando l'analisi dal passaggio dell'azione di classe dal modello consumeristico a quello confluito nel codice di procedura civile. Nel prosieguo, oltre ad un approfondimento sul requisito dell'omogeneità e la possibilità di riconoscimento dei danni punitivi in Italia, è stata fatta un'analisi degli aspetti procedurali più salienti, ovvero: la posizione dei soggetti coinvolti; i criteri di ammissibilità; la fase istruttoria; la doppia fase di adesione; la liquidazione delle somme spettanti agli aderenti e gli accordi di natura transattiva. Infine, come nel primo capitolo, è stata posta l'attenzione su un caso (del modello consumeristico), ovvero la class action che ha coinvolto il noto istituto bancario Intesa San Paolo.

Nel terzo capitolo ha avuto luogo una minuziosa analisi comparatistica dei due modelli, tenendo conto dell'assenza dei danni punitivi, della mancata adozione del sistema di opt out nella legge 12 aprile del 2019, n. 31 e del ruolo fondamentale che giocano gli avvocati nella class action statunitense. In aggiunta, oltre ad un paragone del rapporto tra azione individuale e azione di classe nei due ordinamenti, è stato operato un confronto sugli aspetti procedurali analizzati nei primi due capitoli, ponendo particolare attenzione sulla posizione delle parti, i criteri di ammissibilità, il ruolo del giudice e gli accordi transattivi. Infine, è stata affrontata un'analisi sulle prospettive della nuova riforma italiana tenendo conto della nuova direttiva UE n. 1828 del 2020.

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6 Introduzione Interessante, ai fini del presente studio, è il dibattito concernente l’importanza della dimensione collettiva della giustizia sviluppatosi nel ventesimo secolo. In tal contesto Cappelletti, noto comparatista italiano, osservava che il vero traguardo del diritto comparato non sia mettere a confronto istituti giuridici, bensì i problemi sociali 1 . In particolar modo, egli sottolineava come la società moderna potesse dar luogo a dinamiche plurioffensive o, più precisamente, che all’esito di una medesima fattispecie dannosa un singolo individuo potesse vantare un diritto per certi versi “omogeneo” 2 rispetto a quello altrui. Per trovare una soluzione a detta problematica, la quale in prima istanza può sembrare intuitiva, è richiesto che vengano presi in considerazione determinati fattori 3 . Alla luce di queste osservazioni, ci si deve chiedere: perché non agire individualmente? Sovente accade che il singolo individuo ignori il proprio diritto o, che il ricorso all’apparato giudiziario richieda un esborso notevole. A tal proposito, il comparatista individua nel modello business to consumer 4 l’esempio più pregnante. Difficilmente il consumatore si troverà ad agire nei confronti della controparte, considerata anche l’esiguità della pretesa che solitamente caratterizza tali rapporti. D’altro canto, se anche il consumer decidesse di agire, di rado si 1 Cappelletti M., Govermental and public advocates for the public interests in civil litigation: a comparative study, in Michigan Law Rev., 1975, 73, p. 793 ss. e dello stesso A., Appunti sulla tutela giurisdizionale di interessi collettivi o diffusi, in Le azioni a tutela di interessi collettivi o diffusi, in Le azioni a tutela di interessi collettivi (Atti del convegno di Pavia 11-12 giugno 1974), Padova, 1976, p. 191 ss. 2 Come verrà illustrato nel secondo capitolo, l’omogeneità non gode di una definizione univoca. Ciò considerato, l’opinione maggioritaria sostiene che i diritti tutelabili nelle forme dell’azione di classe possano considerarsi omogenei allorquando il loro fondamento risieda nella stessa “azione o omissione o condotta abituale di un medesimo convenuto”, ovvero sono contraddistinti “da un collegamento o di tipo causale (identità del titolo) o di carattere improprio (identità di questioni). 3 Difatti, la class action, sin dalle origini, è stata fortemente influenzata da numerosi fattori. A titolo di esempio, basti pensare all’innumerevole via vai di forze politiche che si sono succedute o gli effetti derivanti dalla globalizzazione. 4 Più precisamente, si intende il business rivolto al consumatore, ovvero, a titolo esemplificativo e non esaustivo, tutte quelle situazioni in cui un’impresa si trovi ad immettere nel mercato un prodotto dirigendolo verso una platea di individui con l’intento di realizzare un profitto. Catricalà A., Pignalosa M. P., Manuale del diritto dei consumatori, Dike Giuridica, 2013

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Informazioni tesi

  Autore: Federico Borzelli
  Tipo: Laurea magistrale a ciclo unico
  Anno: 2019-20
  Università: Libera Univ. Internaz. di Studi Soc. G.Carli-(LUISS) di Roma
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Barbara De Donno
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 152

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Parole chiave

consumatori
diritto privato comparato
class action
azione collettiva
diritto del consumo
opt-out
azione di classe
procedura civile
opt in
giudizio collettivo

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