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Raccontarsi e riconoscersi giocando. La narrazione di sè attraverso il gioco.

Che cos’è la ludobiografia

Abbiamo visto come il raccontarsi, è un bisogno che tutti abbiamo più o meno consapevolmente fin dall’infanzia. Infatti, raccontare in prima persona la nostra vita e quindi ciò che siamo, a volte lo si percepisce come un’esigenza, un’emergenza che prende il nome di pensiero autobiografico. Non si tratta solamente, di un desiderio intimo, riguardante solo se stessi e il piacere di parlare di sé, ma assume anche un valore comunicativo di rispetto nei propri confronti e nei confronti degli altri. Parlare di sé, raccontarsi, diventa anche un momento di riflessione ludica e il “chi sono?” può acquisire, mediante il gioco, la valenza del “io sono”. Come? Attraverso la ludobiografia, cioè “una modalità di giocare che prevede il raccontare di se stessi e di altri, il mostrarsi agli altri, l’accogliere le storie personali che altri mettono in evidenza nel gioco”. La ludobiografia può essere sperimentata da tutti, a patto che ci sia una motivazione, una voglia di impegno, di confronto, di contatto, di piacere, senza forzature di nessun genere. Raccontarsi nel gioco, unisce la serietà al divertimento, facilita la riflessione e l’ascolto che non deve essere propenso a dare giudizi, ma rispettoso e non indagatore. Inoltre offre, “la possibilità di intravedere la ricchezza storica che sta in noi e negli altri, predisponendo e mantenendo sempre un clima leggero, stimolante, divertente”, ma non per questo banale. Il divertimento, il sorriso, l’ironia sono fondamentali perché stimolano e incuriosiscono i bambini, rappresentando funzioni preziose per la costruzione del sé. Una dimensione più leggera, permette di giocare con le emozioni, facilita un contesto empatico dove ansie e aggressività possono essere esorcizzate, favorisce uno spazio mentale aperto alla fantasia e alla creatività. Se pensiamo al capolavoro cinematografico di Roberto Benigni, La vita è bella, ci rendiamo conto che egli racconta il dolore, attraverso il gioco e il sorriso, riuscendo a far conoscere meglio la realtà nei suoi diversi volti e ad affrontare la vita con una leggerezza quasi salvifica. L’ironia aiuta a vincere la paura, ad affrontare meglio una vita quotidiana non sempre facile e soprattutto, a vedere le cose da un nuovo punto di vista, stimolando l’immaginazione. La ludobiografia, deve tener conto dell’ironia che “decanta una dimensione aperta e mobile nella stessa identità del soggetto, spezza i dogmi, sollecita il dubbio, delinea una mente critica e metacognitiva, sdrammatizza il rapporto dell’io col reale e fa cogliere questo nella sua relatività e nella sua possibilità di venire oltrepassato.” Si viene a creare uno spazio ludico-empatico che esalta l’individualità dei soggetti rendendoli più leggeri e conducendoli verso una percezione di sé e degli altri più ludica e comunicativa. Una metodologia di lavoro come questo, porta a una maggiore comprensione di se stessi, degli altri, e contribuisce a costruire un clima carico di energie positive, che favorisce anche, ogni apprendimento.

Un progetto ludobiografico, va a attivare aspetti importanti della persona, perché innesca la conoscenza di sé e del mondo, questi sono: l’aspetto motivazionale, che permette di esprimere in modo originale e personale, le proprie storie, aumenta la voglia di partecipare alle attività proposte favorendo l’autoconoscenza e l’autostima; l’aspetto espressivo,che dà la possibilità di comunicare e ascoltare le voci, attraverso più canali comunicativi, potenziandoli; l’aspetto cognitivo, che, attraverso diversi linguaggi, incrementa la creatività e il pensiero divergente. Infatti, allenando la mente con l’uso delle parole, dell’arte, della musica, si sviluppano le capacità creative da applicare ai vari contesti di vita e i bambini imparano a padroneggiarle, manipolarle e trasformarle in nuove strutture originali. Infine, l’aspetto socio-culturale, che sviluppa le competenze comunicative, le quali, favoriscono fruizione e comunicazione consapevoli e di conseguenza, l’arricchimento della propria vita sociale.
[…]
La ludobiografia è molto vicina alla realtà, perché è da essa che prende spunto. La osserva dall’alto, non per arroganza, ma perché in questo modo riesce a comprendere meglio gli accadimenti e le esperienze di vita quotidiana. Ecco perché fantasia, creatività, gioco, narrazione sono aspetti fondamentali, che ci fanno vedere le cose da un’altra dimensione per capire meglio la nostra; stiamo fuori, per stare meglio dentro.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Raccontarsi e riconoscersi giocando. La narrazione di sè attraverso il gioco.

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Informazioni tesi

  Autore: Arianna Bolognini
  Tipo: Laurea vecchio ordinamento (pre riforma del 1999)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Firenze
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Scienze della Formazione Primaria
  Relatore: Romina Nesti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 114

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Parole chiave

apprendere
bambini
giocare
percorso formativo
ludobiografia
ascolto di se stessi

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