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La tipologia dei luoghi di presenza di Carlo Magno, nella sua mobilità europea

Che cos’è un monastero?

Se abbiamo visto che gli enti ecclesiastici, situati nelle città assunsero un’elevata importanza, tanto da diventare anche il luogo di emanazione di diplomi e quindi uno strumento di governo, anche i monasteri divennero luoghi di residenza e soprattutto di manifestazione del potere regio.
La particolarità di questo luogo è data dal fatto che sostanzialmente potrebbe racchiudere tutta la terminologia riguardante le residenze, fin qui esaminata. Quando si parla di “monasterium”, non ci si riferisce solo ad un’abbazia con gli alloggiamenti annessi dei monaci, infatti lo sviluppo di traffici commerciali attorno a questi, favorirono la formazione di un agglomerato urbano attorno al monastero. D’Onofrio afferma che “già alcuni chiostri urbani, eretti a partire dal IV-V secolo, suscitavano dei piccoli centri organizzati, con una propria cinta di mura (S. Martino presso Tours, St. Germain-des-Près presso Parigi). Ma anche quelle abbazie come St. Denis che non si collocano nelle dirette dipendenze di un’antica città romana danno vita progressivamente a delle vere e proprie città-monastero o città abbaziali, le cui dimensioni (come sarà per Centula e più tardi per Cluny) superano persino quelle di numerose città tradizionali o città episcopali”. Ma la sua popolazione prevalentemente rurale e la concentrazione di proprietà fondiarie amministrate dallo stesso monastero, lo rendono anche vicino al significato di villa. In più il soggiorno di Carlo e l’emanazione di diplomi all’interno del complesso monastico lo rendono anche un’abitazione per il sovrano simile al palatium.
Hägermann afferma che “con la concessione delle immunità e delle prestazioni connesse, il re legava direttamente alla corona importanti istituzioni ecclesiastiche”. Infatti questi monasteri “legati al re” in questo modo, possono essere definiti propriamente “monasteri privati regi”, diventando delle grandi fondazioni con immense proprietà fondiarie. Un esempio possiamo trovarlo nell’abbazia di Prum, infatti questa divenne la vera abbazia di famiglia dei Carolingi dopo che Pipino e Bertrada nel 762 “le assegnarono una grande quantità di beni fondiari sparsi nella regione della media Mosella e dell’Eifel”.
Un altro monastero considerato di famiglia è quello di Chelles, del quale la sorella di Carlo diventò badessa. Lo stesso Carlo nell’804, quando si trovava a Soissons presso il monastero di San Medardo insieme a papa Leone, trovò il tempo per andare a trovare sua sorella malata, come ci dicono gli Annales Mettenses priores: “in qua dimisso pontefice ad colloquium germanæ suæ Gislæ, quæ in his diebus ægrotabat, ad Calam monasterium pervenit”. Qui ci accorgiamo molto bene del carattere residenziale dei monasteri infatti il papa, in viaggio nel regno dei Franchi, è alloggiato in un monastero a Soissons. Con il monastero di Saint-Calais possiamo scorgere un altro aspetto della valenza residenziale attribuita ad enti monastici. Infatti nel 760, Pipino, padre di Carlo, “incaricò il figlio, definito «vir inluster» di proteggere il monastero di Saint-Calais” e qui Carlo incominciò ad esercitare la giustizia. Vediamo così che un monastero non è solo una residenza, ma è anche un luogo amministrativo e di rappresentanza, funzione che potremmo definire “di palazzo”, ma soprattutto è interessante vedere come possa essere utilizzato quale palestra politica per un giovane erede al regno, infatti Carlo nel 760 avrebbe dovuto avere circa 12 anni.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La tipologia dei luoghi di presenza di Carlo Magno, nella sua mobilità europea

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Informazioni tesi

  Autore: Dario Caneparo
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Scienze storiche
  Relatore: Giuseppe Sergi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 86

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