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Corporeità e Apprendimento

Corpo e Media

“Il processo, che inizialmente era una
trasformazione e un utilizzo delle
risorse naturali, si trasforma, con
la tecnica attuale in una costruzione,
di mondi, una reificazione
di mondi artificiali”

P.G. Rossi

L’uomo da sempre ha basato la sua azione nel mondo sulla capacità di trasferire “fuori di sé”, potenziandola, una parte delle sue attività sia fisiche, a partire dagli utensili dei primitivi fino alle macchine, che intellettuali, dalla scrittura alla stampa, dalla biblioteca cartacea a quella elettronica con l’archiviazione di ogni tipo di testo e di immagine. Ha da sempre prodotto degli artefatti.
Parlando di tecnica come l’insieme degli artefatti con cui l’uomo manipola il mondo, Galimberti asserisce che essa nasce dall’incompiutezza dell’uomo, dalla sua inferiorità agli altri animali. Sarebbe quindi la sua natura “carente” a far sì che la tecnica si ponga come mezzo indispensabile per assicurare la sua sopravvivenza (Fadini). Ma, in realtà, l’uomo nella sua esteriorizzazione, ha costruito oggetti, manufatti che rendessero più semplice e, anche più comoda la sua esistenza e nello stesso tempo ha sfruttato i suoi stessi artefatti per elaborare nuove conoscenze per affrontare nuovi mondi sia fisici che virtuali. Ha reso sempre più vicino a lui l’intero “mondo” modificando gli schemi classici delle categorie “spazio/tempo” riducendo sempre più le distanze.

Il mondo oggi è più contratto, poiché è andato modificandosi il senso della distanza (Thompson, 1998, pp.50-58).

Contribuisce alla fine di questa distanza anche la possibilità di uno sguardo dal “di fuori” sul pianeta e sull’universo offerta da satelliti, sonde, telescopi orbitanti.
E’ evidente che quest’ampia attività di esteriorizzazione crea nell’uomo la necessità di una gestione dei rapporti fra il proprio corpo e l’ambiente che lo circonda.

E, proprio perché l’uomo invece di avere un corpo, come se si trattasse di una cosa, è corpo, non può prescindere dal mondo, non può che fare corpo con esso
(Capucci, P.L., 1994).

La tecnica crea necessariamente un rapporto complesso fra il corpo e gli artefatti, prevedendo un aspetto pragmatico e uno emotivo con la proiezione dei movimenti della psiche sull’oggetto attraverso la creazione di legami affettivi, ma anche la difesa dall’oggetto stesso.
Ogni cambiamento di carattere epocale ha, di fatto, sempre messo in crisi il modello di rapporto interno/esterno che gli preesisteva, lo ha ristrutturato e ha costretto l’uomo a ricostruire su basi nuove l’equilibrio. Così facendo si è evoluto.
Ma, ciò che è stato determinante per l'evoluzione dell’uomo e per il suo progresso culturale è la facoltà di comunicare.
La storia di ogni civiltà è stata caratterizzata dalla ricerca di mezzi e tecnologie adatte per gestire e controllare l’informazione. E ogni nuovo strumento del comunicare ha profondamente trasformato la cultura e la società.
Dalle prime forme di scrittura ideografica, alla “Rivoluzione Gutenberghiana’, alla nascita dei primi mezzi di comunicazione a distanza (radio, telefono..), allo sviluppo delle prime tecnologie dell'immagine (cinema, animazione, fotografia) alla nascita della televisione (1936) che divenne il mezzo per eccellenza di comunicazione di massa più efficace e “persuasivo” che l’uomo avesse sviluppato fino ad allora e che portò alla trasformazione radicale delle abitudini di vita e delle relazioni sociali fino a giungere, poi all’Era del computer e della rete.
Le forme della comunicazione, quindi, si sono sempre meglio articolate: accanto alla comunicazione uno-molti, propria dei mass media (stampa, radio, televisione) e a quella uno-uno, propria dei media interpersonali, si aggiunge quella di molti dei socio e telemedia.

Ma perché li chiamiamo Media?
Medium coniuga il doppio significato di mezzo inteso come strumento e qualcosa che sta a metà tra due poli ovvero, tra l’emittente di un messaggio e il destinatario
Riva asserisce che i Media:
…da una parte facilitano il processo di comunicazione superando i vincoli imposti dal faccia a faccia; dall’altra ponendosi “in mezzo” tra i soggetti interagenti, sostituiscono l’esperienza diretta dell’altro con una percezione indiretta, quindi “mediata” (Rossi, P.G., 2009 p. 117).

Ciascun Medium si caratterizza per tre dimensioni: dimensione fisica, che include l’insieme delle caratteristiche naturali del medium; dimensione simbolica, che include l’insieme dei significati convenzionali espressi attraverso il medium; dimensione pragmatica che include l’insieme dei comportamenti con cui gli utilizzatori comunicano attraverso il medium. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Corporeità e Apprendimento

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Informazioni tesi

  Autore: Anna Di Palma
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Macerata
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Scienze pedagogiche
  Relatore: Pier Giuseppe  Rossi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 94

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