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Food Addiction: controversie diagnostiche, valutazione, interventi

Correlati neurobiologici della dipendenza patologica da cibo

Nell’ultima decade si sono moltiplicati gli studi riguardanti i correlati neurobiologici alla base della dipendenza patologica da cibo. Tali studi riguardano sia il modello animale (in particolare topi e ratti) che il modello umano. I risultati dimostrano come vi siano forti evidenze scientifiche non solo a supporto di una certa suscettibilità genetica allo sviluppo della dipendenza patologica da cibo, ma anche come l’abuso di cibo altamente appetibile possa portare a modificazioni su più livelli neurobiologici (neurotrasmettitori, recettori, connessioni e aree cerebrali).

Circuito della ricompensa
Come accennato in precedenza, il sistema di ricompensa dopaminergico, o circuito dopaminergico meso-limbico, sembra avere un ruolo centrale nella dipendenza patologica da cibo. Le ricerche dimostrano come vi sia una certa somiglianza fra le alterazioni di questo sistema nella dipendenza patologica da cibo e nella dipendenza da droghe (Volkow et al., 2017), entrambi risultati di un evidente neuroadattamento.
Il sistema di ricompensa dopaminergico ha un importante ruolo nel comportamento motivato e, in particolare, nel rinforzo e apprendimento di un determinato comportamento (Volkow et al., 2011). Questo sistema coinvolge una serie di aree sottocorticali, classicamente associate alla selezione dell’azione, il comportamento finalizzato ad uno scopo (goal-directed) e la creazione di comportamenti abituali (habits) (Volkow et al., 2017). Tra le aree principali troviamo l’area tegmentale ventrale (VTA), il Nucleus Accumbens (Nac), le aree dello striato e la substantia nigra (SN). Queste aree sono strettamente interconnesse tra di loro e con altre aree che collaborano all’integrazione delle informazioni di rinforzo, come l’amigdala e l’ippocampo. Un’area molto importante per il buon funzionamento del circuito è la corteccia prefrontale (PFC), tradizionalmente riconosciuta per il suo ruolo modulatorio sul circuito della ricompensa (Howard et al., 2017; Wise, 2009; Yager et al., 2015).

Circuito della ricompensa e alimentazione omeostatica
L’alimentazione è intrinsecamente gratificante, anche grazie al fatto che il circuito della ricompensa e quello dell’alimentazione omeostatica sono integrati tra di loro, per quanto rimangano indipendenti nel loro ruolo sul comportamento alimentare (Leigh & Morris, 2018).
L’area ipotalamica laterale (LHA) sembra essere un sito chiave di integrazione tra i due circuiti, in quanto contiene una popolazione di neuroni che regola sia i comportamenti di ricerca della gratificazione e l’auto-stimolazione, e un’altra popolazione di neuroni coinvolta nell’arausal, nell’alimentazione omeostatica e come modulatore del circuito motivazionale (Burt et al., 2011; Figlewicz et al., 2011; Leigh & Morris, 2018). Attraverso le sue proiezioni di orexina e melanina verso il circuito della ricompensa, la LHA sembra modulare il rilascio di dopamina (Aston-Jones et al., 2009; Ho & Berridge, 2013; Leigh & Morris, 2018). In maniera simile, altri centri della fame proiettano al sistema dopaminergico mesolimbico con segnali endocrini collegati allo status del corpo (tra cui le azioni di ormoni come grelina, insulina e leptina), influenzando direttamente il rilascio della dopamina nel Nac, attraverso anche i recettori presenti nella VTA (Leigh & Morris, 2018; Liu & Borgland, 2015).

Questo brano è tratto dalla tesi:

Food Addiction: controversie diagnostiche, valutazione, interventi

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Informazioni tesi

  Autore: Marta Romitelli
  Tipo: Tesi di Master
Master in Approccio Multidisciplinare ai Disturbi del Comportamento Alimentare e Obesità
Anno: 2022
Docente/Relatore: Massimo Cuzzolaro
Istituito da: Università Telematica Unitelma La Sapienza di Roma
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 61

FAQ

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