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Il canto del cigno. I suoni della tradizione popolare spagnola

Cosa è popolare? E perché è popolare?

Il concetto di una sostenibile definizione della nozione di popolare accompagna e travaglia, del resto, tutta la storia delle discipline demologiche, antropologiche ed etnomusicologiche. Nel 1949, Costantin Brâiloiu esponeva, in una serie di interrogativi, l’incertezza dominante nella scienza del folklore sul campo delle sue attenzioni di ricerca e di studio, sull’oggetto stesso dei suoi interessi istituzionali.

Dopo aver constatato che: “Da quando cento anni fa il primo di questi termini, e cioè folklore, è stato ideato […] si discute sempre sulla sua esatta accezione”, Brâiloiu passava in rassegna le varie definizioni e i differenti punti di vista, spesso fra loro in contrasto, che i diversi studiosi e le diverse scuole le avevano via via proposto, e metteva in discussione, ogni volta, non la loro disciplina ma il concetto stesso di popolo. E osservava: “E quanto più esso ci sfugge, tanto più la nozione di folklore si fa vaga, più il quadro del problema si allarga, più il sociologismo prevale sulla critica”.

Il problema della definizione della nozione e del concetto di popolare (nel senso folklorico) si pone su basi nuove negli anni Sessanta, nel quadro del forte sviluppo dell’antropologia e anche sotto spinte ideologiche. Non è un caso che contemporaneamente, le culture popolari o tradizionali europee s’affaccino anche all’attenzione degli storici, muovendo, come dice Paul Burke, “dalla periferia al centro degli storici”. Mentre assistiamo a una forte produzione di lavori antropologici, nella bibliografia storica si moltiplicano gli studi dedicati non soltanto alle minoranze etniche sociali presenti nelle società avanzate, ma anche “alle forme intellettuali associate alle classi subalterne, quali la cultura di massa, la magia, il folklore e, fino a un certo punto, la tradizione orale”.

In questo quadro, entro cui agisce una notevole influenza marxista (del resto dominante in quegli anni), la sfuggente nozione di popolo pare trovare un nuovo avanzato punto fermo entro lo schema desunto dalle Osservazioni sul folklore di Gramsci, pubblicate nel 1950 in cui il folklore viene concepito come studio di quella “concezione del mondo e della vita, implicita in grande misura”; che certi strati delle società ben “determinati dello spazio e nel tempo” hanno posseduto “in contrapposizione con le concezioni del mondo ‘ufficiali’, che si sono successe nel corso dello sviluppo storico”. E per Gramsci il ‘popolo’ non è altro che l’insieme diacronico e sincronico di questi strati periferici: ossia niente altro che “l’insieme delle classi subalterne e strumentali di ogni forma di società finora esistita”.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il canto del cigno. I suoni della tradizione popolare spagnola

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Informazioni tesi

  Autore: Cecilia D'aliberti
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli Studi di Messina
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Lingue e Letterature Straniere
  Relatore: Mario Bolognari
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 182

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