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La questione cipriota, tra Nazioni Unite e Unione Europea

Crisi finale e invasione turca

Sfruttando il momento post crisi, nel dicembre del 1967 i leader turco-ciprioti annunciarono l’istituzione di una “amministrazione di transizione” per poter gestire gli affari della loro comunità, fino al momento in cui tutte le disposizioni della Costituzione del 1960 non sarebbero state attuate. Come presidente di questo nuovo corpo di amministrazione venne scelto Fazil Küçük, come vicepresidente invece Rauf Denktas, il quale ricopriva anche il ruolo di presidente della Camera comunale turco-cipriota. Vennero annunciati diciannove articoli di governo, e l’amministrazione di transizione si organizzò secondo il modello di gabinetto presidenziale. L’amministrazione di transizione formò anche un’assemblea legislativa, composta da soli membri turco-ciprioti in contumacia della Camera dei rappresentanti della Repubblica e da membri della camera comunale turco-cipriota. L'amministrazione provvisoria non dichiarò mai che la Camera Comunale fosse stata abolita né chiese il riconoscimento come governo istituzionale. Tali azioni sarebbero state contrarie alle disposizioni della Costituzione e degli accordi di Zurigo-Londra, e i turco-ciprioti e i turchi avrebbero evitato scrupolosamente tale abrogazione.
Nel 1968 vennero annunciate le elezioni a suffragio universale che videro come vincitore della carica presidenziale, ottenendo il 96% dei voti, l’arcivescovo Makarios, il quale inaugurò il suo nuovo mandato con un importante discorso rivolgendosi direttamente al suo popolo, affermando che i problemi che affliggevano Cipro non si sarebbero mai potuti risolvere con la sola forza ma ci doveva essere un processo di riconciliazione e riunificazione voluto prima di tutto dal popolo e in secondo luogo supportato e mediato dalle Nazioni Unite. Alcuni ciprioti però si opposero alla posizione conciliante e integrativa di Makarios, cercando infatti di assassinarlo nel 1970.
Nella seconda metà del 1968 iniziarono i primi colloqui intercomunitari sotto la direzione delle Nazioni Unite a Beirut che dureranno fino al 1974, senza però riuscire a raggiungere in alcun caso accordi di grande rilevanza, dato che le proposte fatte dai turco-ciprioti enfatizzavano l’importanza della centralità del governo locale di ogni comunità etnica presente a spese del governo centrale, mentre la controparte greco-cipriota sottolineava la sovranità delle autorità centrali a discapito dell’amministrazione locale.
Nell’estate del 1971, le tensioni tra le due comunità cipriote cominciarono a crescere e gli incidenti ad essere sempre più frequenti, malcontento creato dai continui fallimenti di politica interna che non riuscivano a trovare un compromesso al problema. La situazione iniziò a deteriorarsi in seguito al clandestino rientro in patria, supportato dal governo greco, del generale Grivas che subito si attivò in chiave pro-enosis ricostruendo la sua organizzazione di guerriglia, ribattezzandola come EOKA B, con il solo e unico obiettivo di sabotare qualsiasi tipo di soluzione pacifica che non comprendesse l’incorporazione alla Grecia. Grivas, dai suoi diversi nascondigli, diresse molteplici attacchi terroristici e una forte propaganda che scossero il governo di Makarios, ma l’influenza di quest’ultimo gli permise di rimanere un leader potente e popolare.
I problemi per Makarios, però, non si fermarono ai soli attacchi da parte del gruppo terroristico EOKA B, bensì anche da una coalizione fatta dai tre vescovi principali della Chiesa Ortodossa di Cipro, che spingevano sulle sue dimissioni dalla carica di presidente poiché i suoi doveri temporali violavano il diritto canonico. Grazie alla sua grande astuzia, Makarios riuscì a sventare l’attacco diretto dei tre vescovi sciogliendo la giunta, rimpiazzandoli e nominando cinque nuovi vescovi a lui fedeli, in modo da ridurne i poteri e controllarli meglio.
Il 27 gennaio 1974, il generale Grivas morì di infarto, lasciando così senza guida il gruppo dell’EOKA B. Makarios, sperando nella disgregazione del gruppo, concedette l’amnistia a tutti i suoi membri, ma così non fu, poiché durante la primavera dello stesso anno, i servizi segreti ciprioti trovarono prove che l'EOKA B stesse pianificando un colpo di Stato e che veniva supportato, controllato e finanziato dal governo militare di Atene. L'EOKA B fu bandita, ma le sue operazioni continuarono di nascosto.
Nel mese di luglio, Makarios scrisse al presidente della Grecia chiedendo che i restanti 650 ufficiali greci assegnati alla Guardia Nazionale facessero ritorno in patria, accusando inoltre la giunta di complottare contro la sua vita e contro il governo di Cipro. La lettera venne inviata il 2 luglio 1974, la risposta però arrivò non sotto forma di lettera bensì come un ordine da parte del governo di Atene rivolto alla Guardia nazionale di rovesciare Makarios e prendere il controllo dell’isola. Il 15 luglio 1974, prese avviò “l’Operazione Afrodite”, colpo di stato organizzato dagli ufficiali greci della Guardia Nazionali, con l’obiettivo di assassinare Makarios facendo esplodere il palazzo presidenziale, luogo in cui il presidente risiedeva. Miracolosamente Makarios sopravvisse illeso, riuscendo a fuggire a Paphos, e poi con l’aiuto degli inglesi a Londra, dove passò il suo esilio. Venne instaurato un governo provvisorio con forti aspirazioni all’enosis, con a capo Nikos Giorgiadis.
Il colpo di stato fu interpretato dalla Turchia come una grave infrazione del Trattato di Garanzia del 1960, difatti, come risposta alle azioni intraprese dalla giunta militare greca, il 20 luglio 1974 le forze turche invasero Cipro, occupando il 34% della zona nord dell’isola, stabilendo ufficialmente l’inizio dell’amministrazione turca. Tre giorni dopo, il regime dei colonnelli ad Atene cadde, Nikos Giorgiadis venne sostituito da Glafkos Clerides, un moderato leader della comunità greco-cipriota già presidente della Camera dei deputati.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La questione cipriota, tra Nazioni Unite e Unione Europea

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Informazioni tesi

  Autore: Federico Gili
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2019-20
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Scienze Internazionali, dello Sviluppo e della Cooperazione
  Corso: Scienze internazionali e diplomatiche
  Relatore: Barbara Curli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 40

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