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Diritto di accesso agli atti. In particolare in materia tributaria

Dall'accesso documentale al nuovo accesso civico generalizzato

Con l'emanazione della l. 190/2012, il contrasto alla corruzione e alla cattiva amministrazione diventano obiettivi di prioritaria importanza della politica legislativa nazionale: la trasparenza è eletta a principale misura di prevenzione ed è considerata lo strumento cardine per prevenire in sede amministrativa i fenomeni corruttivi.

In attuazione della delega contenuta in tale legge, a distanza di un anno il legislatore ha adottato il d. lgs. 33/2013 (c.d. Decreto Trasparenza24), il cui art. 5 introduce l'istituto dell'accesso civico, consistente nel "diritto di chiunque" di richiedere documenti, informazioni o dati "nei casi in cui sia stata omessa la loro pubblicazione".
 
Fin dalla prima lettura delle disposizioni risulta evidente la carica innovativa che si vuole imprimere. Infatti, l'art. 1 afferma che la trasparenza "concorre ad attuare il principio democratico e i principi costituzionali di eguaglianza, di imparzialità, buon andamento, responsabilità, efficacia ed efficienza nell'utilizzo di risorse pubbliche, integrità e lealtà nel servizio della nazione. Essa è condizione di garanzia delle libertà individuali e collettive, nonché dei diritti civili, politici e sociali, integra il diritto ad una buona amministrazione e concorre alla realizzazione di una amministrazione aperta, al servizio del cittadino"25.

Il cambio di rotta rispetto al passato è evidente: la trasparenza, nonostante venga intesa come "accessibilità totale", lungi dal contrastare con il principio di buon andamento, è intesa a favorirlo in un'ottica collaborativa. Come a dire che le Amministrazioni, sottoposte al controllo continuo della collettività, sono maggiormente spinte a gestire nel modo migliore possibile le proprie risorse e ad adottare decisioni immuni da qualsivoglia sospetto di favoritismi.

Il nuovo istituto, come innanzi accennato, consente a "chiunque" di conoscere una serie di "informazioni" detenute dalla Pubblica Amministrazione, che è obbligata alla pubblicazione delle medesime sui propri siti web, allo scopo di rendere effettiva l'osservanza degli obblighi di trasparenza e pubblicità, anche nell'ottica di prevenzione dei fenomeni corruttivi.
 
Duplice è la modalità di esercizio dell'accesso civico, che si realizza su impulso sia della Pubblica Amministrazione che del privato: la prima, che deve adoperarsi per garantire la pubblicazione dei dati imposti dalla legge; il secondo che, mediante un controllo sull'operato dei pubblici poteri, può attivarsi per richiedere la pubblicazione di tali dati all'organo amministrativo, in caso di omissione.

Si tratta di un istituto che, malgrado somigli nel nomen quello disciplinato agli artt. 22
ss. della l. 241/90, da esso si distingue nettamente per una molteplicità di aspetti. Innanzitutto, sotto il profilo funzionale, il richiedente non deve dimostrare di avere un interesse diretto, concreto ed attuale per la tutela di situazioni giuridicamente rilevanti, poiché l'accesso civico consiste in una vera e propria forma di controllo generalizzato
sull'operato dei pubblici poteri, una sorta di azione popolare di carattere correttivo26. Con la conseguenza che, dal punto di vista della legittimazione attiva, il diritto di accesso civico spetta a "chiunque".

Da altro punto di vista, mentre per l'accesso disciplinato dalla l. 241/90 è necessaria l'esistenza materiale di un documento amministrativo già presente e dalla dimostrazione della sua idoneità ad essere utilizzato per tutelare o difendere la posizione del richiedente, l'accesso civico generalizzato è diretto all'acquisizione non solo di documenti, ma anche di dati e informazioni per i quali sussiste un obbligo legislativo di pubblicazione.


24 Recante disposizioni di "Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione delle informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni".
25 Al III comma viene, peraltro, precisato che "Le disposizioni del presente decreto, nonché le norme di attuazione adottate ai sensi dell'art. 48, integrano l'individuazione del livello delle prestazioni erogate dalle amministrazioni pubbliche a fini di trasparenza, prevenzione, contrasto della corruzione e della cattiva amministrazione, a norma dell'art. 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione e costituiscono altresì esercizio della funzione di coordinamento informativo, statistico e informatico dei dati dell'amministrazione statale, regionale e locale, di cui all'art. 117, secondo comma, lettera r), della ostituzione".

Questo brano è tratto dalla tesi:

Diritto di accesso agli atti. In particolare in materia tributaria

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Informazioni tesi

  Autore: Rosaria Mugavero
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2017-18
  Università: Università degli Studi di Salerno
  Facoltà: Scienze Economiche e Aziendali
  Corso: Economia aziendale
  Relatore: Giancarlo  Sorrentino
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 38

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