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L'amicizia nei primi anni di vita

Deprivazione da istituzionalizzazione: è possibile l'attaccamento?

La Pikler, quando iniziò l'esperienza di Loczy nel 1946, si propose di crescere i bambini orfani evitando la deprivazione da istituzionalizzazione e di fornire opportunità di crescita analoghe a quelle dell'ambiente dei bambini vissuti in buone famiglie. A tal fine fece in modo che questi vivessero un ottimo rapporto con le figure di riferimento, le quali dovevano garantire una progressione regolare dello sviluppo. Pikler riteneva che una crescita libera ed autonomamente progressiva avrebbe reso i bambini soddisfatti, allegri e tranquilli, pieni di gioia per la scoperta e con uno sviluppo dei movimenti più raffinato. Il dominio e la coordinazione autonoma dei movimenti permettono all'individuo un buon equilibrio, eleganza ed armonia.
La Pikler era a conoscenza degli studi di Bowlby, il quale, nel '51, formulò la teoria dell'attaccamento sostenendo che i bambini privati dell'opportunità di instaurare una relazione di attaccamento avrebbero sviluppato un carattere anaffettivo.
Attraverso ricerche longitudinali sono state segnalate in questi soggetti (Bowlby, 1951) un maggiore rischio di comportamenti delinquenziali, di sviluppare legami sessuali superficiali e la difficoltà di stabilire valide relazioni di cura nei riguardi del propri bambini.
Per rassicurarsi che ciò non avvenisse anche ai suoi bimbi, la Pikler si interessò al loro stile di vita anche una volta usciti dall'istituto Loczy.
Venne a sapere che nessuno dei piccoli ospiti che aveva frequentato il suo istituto da un minimo di 6 mesi ad in massimo di 3 anni aveva presentato una sindrome tardiva da istituzionalizzazione. Tra gli adulti nessuna delle donne ebbe rapporti al di fuori del matrimonio e non mostrarono la volontà di disinteressarsi dei propri figli, non furono inoltre verificati casi di delinquenza o vagabondaggio.
Non venne però, ovviamente, misurato il tipo di attaccamento in quanto la Strange-situation venne elaborata solo nel 1970 (Ainsworth e Bell). Inoltre Rutter riteneva che gli istituti, per quanto ricchi di risorse ed opportunità, non fossero un luogo adeguato per lo sviluppo dell'attaccamento infantile. Nonostante la ricerca sui bambini rumeni (Rutter et al., 1998) si sia conclusa con una percentuale significativa di soggetti con risultati ascrivibili alla relazione di attaccamento normale, questo risultato può essere una conferma della resilienza attivata individualmente a causa di in un contesto fortemente deprivante. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'amicizia nei primi anni di vita

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Informazioni tesi

  Autore: Claudia De Tommasi
  Tipo: Diploma di Laurea
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Scienze dell'Educazione
  Corso: Scienze dell'Educazione
  Relatore: Francesca Emiliani
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 36

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Parole chiave

psicologia
pedagogia
amicizia
attaccamento
resilienza
primissima infanzia
toddler friendschip
amicizia nella prima infanzia
amicizia tra bambini
nascita relazioni amicali

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