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L'approccio multidisciplinare nella gestione del cancro al pancreas in stadio avanzato: un caso studio

Durante la terapia e periodo post-operatorio

Fino a circa 30 anni fa durante e dopo il trattamento antitumorale veniva consigliato ai pazienti il riposo ed il risparmio di energie. Negli ultimi anni si è reso noto come l’attività fisica possa aiutare ad alleviare alcuni effetti collaterali dovuti alle terapie o alla sedentarietà.

In particolare, numerose ricerche hanno dimostrato come l’esercizio fisico sia fattibile e sicuro sia durante che in seguito al trattamento antitumorale e che apporta i seguenti benefici:
• Riduce la fatica cancro-correlata;
• Riduce l’ansia e la depressione;
• Migliora significativamente la qualità della vita;
• Migliora la percezione di sé;
• Migliora significativamente la fitness aerobica;
• Migliora la forza muscolare;
• Migliora la composizione corporea;
• Migliora la flessibilità articolare.

La maggior parte degli studi da cui risultano queste evidenze trattano però di neoplasie ai primi stadi. Per quanto riguarda gli studi su tumori in stadio avanzato alcuni studi indicano che l’esercizio fisico aiuti a ridurre l’ansia, lo stress, la depressione, il dolore, la fatica, il respiro affannato, la costipazione e l’insonnia (Albrecht et al., 2012). Le persone affette da tumore in stadio avanzato presentano spesso un grave decremento della funzione fisica accompagnato da diversi effetti collaterali che sono conseguenza dei trattamenti o della progressione della malattia. Lavorare sulle abilità funzionali residue e mantenere sotto controllo i sintomi può divenire l’obiettivo dell’intervento di attività fisica (Courneya et al., 2015).
L’obiettivo della programmazione dell’esercizio in qualsiasi contesto è comunemente quello di migliorare le componenti della forma fisica di un individuo, tra cui la fitness cardiorespiratoria (VO2peak), la forza, la resistenza muscolare, la composizione corporea e la flessibilità. Una riduzione della capacità cardiorespiratoria durante la chemioterapia è ben documentata. Infatti, a seguito di una diagnosi di cancro e durante i trattamenti, si verifica una riduzione dell’attività fisica abituale. I comuni effetti collaterali acuti della chemioterapia, come affaticamento, anemia e nausea, possono limitare ulteriormente l’impegno nell’attività fisica (Schmitz, 2020).
L’approccio più comune per l’esercizio fisico durante la chemioterapia è l’utilizzo di un programma di esercizio aerobico o combinato di resistenza e aerobico, linearmente progressivo in intensità e durata nel tempo. Tuttavia, una programmazione dell’attività fisica che aumenta linearmente di intensità e durata potrebbe non riuscire a tenere conto delle fluttuazioni comunemente osservate negli esiti riferiti dai pazienti e nelle risposte fisiologiche alla chemioterapia. Un approccio standard di programmazione dell’esercizio fisico che non prenda in considerazione gli effetti dose-dipendenti e potenzialmente cumulativi della chemioterapia sullo stato fisiologico e psicologico del paziente può essere meno efficace nel migliorare i risultati di salute e causare scoraggiamento quando i pazienti non sono in grado di raggiungere gli obiettivi prescritti (McArdle et al., 2016).
L’esercizio è dunque una strategia efficace per migliorare la forma fisica, i sintomi e la qualità della vita in diversi gruppi di malati di cancro. Tuttavia, non è chiaro se l’esercizio fisico possa migliorare il trattamento e gli esiti della malattia. Molteplici studi preclinici, inoltre, hanno dimostrato che l’esercizio ha effetti diretti sulla crescita del tumore e sulla progressione della malattia. Sebbene questa ricerca sia promettente, nessuno studio fino ad oggi è stato progettato per rispondere alle domande relative al completamento e all’efficacia del trattamento nei pazienti reali (Schmitz, 2020).
Il numero e la qualità degli studi che esaminano la relazione tra esercizio fisico e cancro avanzato sono notevolmente aumentati di numero negli ultimi dieci anni. Tre recenti revisioni sistematiche sono state eseguite esaminando i benefici dell’esercizio nei tumori avanzati. L’eterogeneità tra gli studi sui tipi di tumore, le definizioni di cancro avanzato o terminale, i criteri di inclusione e le variabili di prescrizione degli esercizi precludono la sintesi dei risultati, limitando così le conclusioni generali sui benefici. In generale, tuttavia, i risultati supportano la fattibilità dell’esercizio come valutato dalla sicurezza (ad esempio, non si segnala nessun evento avverso grave), tassi di reclutamento e completamento e adesione (ad esempio, presenza). I risultati più importanti includono miglioramenti nella funzione cardiopolmonare, nella forza muscolare e nella funzione fisica (Dittus et al., 2017; Peddle-McIntyre et al., 2019). I benefici del solo esercizio per la qualità della vita e sintomi come affaticamento e dispnea rimangono poco chiari. Tuttavia, studi che coinvolgono interventi di riabilitazione interdisciplinare, ad esempio, hanno mostrato benefici per la fatica (Wu et al., 2019; Do et al., 2015), la neuropatia periferica indotta dalla chemioterapia (Zimmer et al., 2018), la gestione del peso corporeo e la qualità della vita (Gagnon et al., 2013).

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L'approccio multidisciplinare nella gestione del cancro al pancreas in stadio avanzato: un caso studio

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Informazioni tesi

  Autore: Marco Bragato
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2019-20
  Università: Università degli Studi di Verona
  Facoltà: Scienze Motorie
  Corso: Scienze e tecniche delle attività motorie preventive e adattative
  Relatore: Massimo Lanza
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 89

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Parole chiave

cancro
attività fisica
esercizio fisico
attività motoria
cachessia
approccio multidisciplinare
cancro del pancreas
best supportive care

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