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L'osservazione del gioco nella scuola d'infanzia

Giocattoli, bambini e genere: giocare oltre gli stereotipi

Come si evince dal paragrafo precedente, sin da piccoli i bambini attuano chiare differenze di genere. Secondo la psicologa Carol Martin il bambino, costruendosi uno schema mentale del genere a cui appartiene, scinderà ogni oggetto ed attività come da "bambino" o da "bambina", prediligendo i giochi che rientrano nel suo genere escludendo quelli del sesso opposto (Martin & Ruble, 2004).

Di un parere contrario si trovano gli psicologi Bandura e Bussey (2004), i quali affermano che il genere non è altro che una costruzione comune poiché il contesto sociale e culturale che prestabilisce il pensiero dell'individuo è fortemente influenzato dai massmedia e dalle aspettative dei genitori. Nei negozi la separazione tra giocattoli rosa e blu, con bambole e stoviglie da un lato e camion e costruzioni dall'altro, è un fenomeno piuttosto recente. Guardiamo questo annuncio Lego degli anni '80 (fig. 10). Perché siamo cambiati (fig.11)?

Con questo non si vuole intendere che non vi siano differenze tra bambino e bambina, ma tale diversità deve essere scoperta da sé, senza che venga indotta secondo dei preconcetti. Ad esempio, è una differenza che un bambino ama disegnare e un altro correre, contrariamente è una differenza indotta pensare che le bambine preferiscono disegnare e i bambini correre. Le scelte di genere sono importanti perché rafforzano l'identità biologica, ma è altrettanto necessario promuovere un'educazione che permetta ai bambini di sperimentare giochi legati sia al proprio che all'altro sesso, poiché ogni bambino o ogni bambina ha il diritto di esplorare e scegliere in autonomia e libertà.

Se è vero che giocando s'impara, perché un bambino non dovrebbe dilettarsi a giocare con un bambolotto e prepararsi al ruolo di genitore? E perché una bambina non dovrebbe servirsi dell'uso di costruzioni per prepararsi ad essere una scienziata o un'architetta? Le sue preferenze non sono necessariamente dirette verso un disturbo dell'identità di genere o un orientamento sessuale.

Il gioco ha un alto valore simbolico: la condivisione della "scena" che si tramuta in una rappresentazione della propria interiorità. Una visione stereotipata è quella di attribuire alle bambine atteggiamenti di tenerezza, debolezza, paura, mentre i bambini vengono considerati forti, avventurosi. La pedagogia da quarant'anni a questa parte si interroga su questi quesiti. L'intento è quello di scovare strumenti che possano far si che bambini e bambine riescano a ricavare dalla complessità e dalla differenza opportunità.

Tali differenze non devono essere demolite ma valorizzate, sulla strada della conoscenza di Sé, perché è dalla valorizzazione delle differenze che nasce la ricchezza di possibilità. Nell'ambito formativo il ruolo dell'educatore non è quello di demolire uno stereotipo, né tanto meno plasmare il genere, quanto crescere i bambini a prescindere dal genere di appartenenza, senza alcun condizionamento, perché è soltanto passando attraverso la consapevolezza di sé e dell'altro, che il bambino può approdare ad una autonoma conoscenza della propria personalità che si traduce in un buon livello di autostima. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'osservazione del gioco nella scuola d'infanzia

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Informazioni tesi

  Autore: Lorena Conti
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2020-21
  Università: Università Telematica Pegaso
  Facoltà: Scienze dell'Educazione
  Corso: Scienze e tecniche psicologiche
  Relatore: Liliana Filizzola
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 60

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