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Le Pubblicazioni Periodiche dedicate al Turismo. Indagine sul settore

Gli effetti dei media

I media hanno pertanto degli “effetti” che ricadono sulla società ma non sono una realtà a sé stante, bensì “veicoli di un insieme assai eterogeneo di immagini, idee e messaggi, la maggior parte dei quali non nasce dai media ma proviene dalla società a cui ritornano attraverso questi ultimi”.

Il conflitto tra coloro che osannano il ruolo informativo dei media e quelli che ne disprezzano l’operato, è utile ad alzare la guardia nei confronti delle tesi sbandierate dalle persone che vi operano al loro interno, per non confondere i singoli messaggi con il mezzo vero e proprio, ed infine considerare che gli effetti sono causati tanto dai mittenti quanto dai riceventi, a prescindere dall’entità degli stessi.

L’evoluzione dell’analisi sugli effetti sociali dei media ha avuto un’evoluzione inficiata dalle circostanze di tempo e spazio ed influenzata da molti fattori legati all’ambiente, come gli interessi dei governi, il cambiamento tecnologico, gli avvenimenti storici, le attività dei gruppi di pressione e della propaganda, le preoccupazioni dell’opinione pubblica, ecc. Non è stato un percorso lineare di accumulazione delle informazioni, ma si possono distinguere alcune fasi che denotano un progresso abbastanza ordinato sulla consapevolezza degli effetti generati dai media:

• la prima fase, che va dai primi del Novecento alla fine degli anni ’30, vede l’attribuzione di un potere quasi assoluto nella formazione della pubblica opinione, da parte di coloro che controllavano cinema, radio e giornali;

• la seconda fase, sviluppatasi dagli anni ’30 all’inizio dei ’60, portò ad una prima riflessione sulle conseguenze della popolarità dei nuovi media, quali l’aumento di comportamenti antisociali dovuti alla visione di films con contenuto violento, l’utilizzo di documentari per creare consenso tra i militari e le indagini per verificare l’efficacia di una campagna elettorale. Al termine di questo periodo, si scoprì che il ruolo dei media era molto più limitato e comunque operava “entro una struttura preesistente di rapporti sociali all’interno di un determinato contesto sociale e culturale”;

• la terza fase disconobbe il concetto di “effetto limitato” dei media in quanto, secondo Lang e Lang22, la concezione dell’assenza di effetti era dovuta all’eccessiva concentrazione sugli effetti sociali a breve termine anziché su quelli più generali. All’inizio, la ricerca si serviva di un modello in cui si cercavano rapporti tra il livello di esposizione agli stimoli mediali ed i cambiamenti misurabili di atteggiamento, opinione o comportamento, tenendo conto di altre variabili. Il nuovo stimolo della ricerca sugli effetti dei media fu caratterizzato da uno spostamento dell’attenzione sul cambiamento del pubblico a lungo termine, sull’apprendimento anziché sulle emozioni, sulle variabili di motivazione, credenze, ideologie, schemi culturali e sulle forme istituzionali offerte dai media. Infine, questa ricerca sfruttò l’interesse crescente per come le organizzazioni mediali elaboravano e modellavano il contenuto prima di proporlo al pubblico;

• la quarta fase, che si delineò verso il termine degli anni ’70, vide imporsi l’approccio costruttivista, con il quale i media venivano considerati capaci di incidere sulla realtà “costruendo” significati secondo un modello prevedibile ed offrendoli al pubblico, quest’ultimo partecipante nel processo di “creazione” dell’informazione e nel collocarsi in essa, mediata dal contesto sociale di appartenenza dei differenti gruppi sociali riceventi.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Le Pubblicazioni Periodiche dedicate al Turismo. Indagine sul settore

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Informazioni tesi

  Autore: Marco Burroni
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
  Facoltà: Sociologia
  Corso: Scienze del turismo
  Relatore: Cesare Massarenti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 63

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