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La nascita del regime parlamentare in Francia

Gli Stati Generali

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare sulla scorta di quanto accaduto durante la Rivoluzione, gli Stati Generali non hanno rappresentato un forte freno al potere del monarca. In realtà, gli Stati Generali pur non avendo avuto un’influenza propriamente politica, hanno indirettamente contribuito a limitare il potere del re, il quale nella gestione del potere non poteva esimersi dal tenere conto dell’esistenza di queste antiche assemblee rappresentative.
Fin dagli inizi del XIII secolo i sovrani francesi convocavano delle riunioni a cui partecipavano solo nobili e prelati. Tali assemblee erano più che altro di parata, infatti la loro funzione era semplicemente quella di acclamare le decisioni già prese dal re e di far conoscere ai sudditi le decisioni del sovrano.
Effettivamente i motivi per cui esse venivano convocate erano per questioni di natura dinastica, per richieste di finanziamento straordinarie e per approfondire problematiche di politica estera, come ad esempio intraprendere un conflitto o concludere una pace.
Nel secolo successivo abbiamo però un’evoluzione di tali assemblee: Filippo IV, sconfitto dal Papa, si trovava in una condizione di debolezza e aveva bisogno di un ampio consenso sulle scelte di carattere sia politico che finanziario e quindi invitò al consesso anche i rappresentati degli abitanti delle città e dei borghi. Si assiste quindi al passaggio dalla funzione di parata a quella consultiva, allo scopo di ottenere il maggior sostegno possibile dai rappresentanti presso gli Stati Generali alle decisioni del re. L’assemblea del 1302 è da molti ritenuta, per tale motivo, la prima convocazione degli Stati Generali veri e propri, anche se in realtà anche queste assemblee ebbero un carattere esclusivamente ricettivo delle decisioni del sovrano.
Nel corso della guerra dei Cento Anni, il re Giovanni II fu costretto a riunire nuovamente gli Stati Generali per ottenere i fondi necessari alla conduzione del conflitto e per la prima volta l’assemblea avanzò delle pretese. La richiesta della diretta partecipazione al governo del sovrano, nonché la periodica convocazione degli Stati Generali fu respinta da Giovanni, il quale però accettava di riconoscere la facoltà di controllare in parte le imposte.
La convocazione del consesso doveva quindi essere sottratta all’arbitrarietà del re, dimostrando la maggiore consapevolezza politica da parte dei rappresentati.
Questa prima rivendicazione non fu mai accolta dai sovrani, infatti la convocazione degli Stati Generali fu sempre un fatto raro e poco frequente, basti pensare che nei suoi quattrocentottantasette anni di storia furono convocati complessivamente solo ventuno volte e perlopiù nei periodi di crisi e debolezza della monarchia. Ad esempio gli Stati Generali sedettero quasi permanentemente per tre anni, dal 1355 al 1358, a causa della prigionia di Giovanni II in Inghilterra, al fine di poter prendere decisioni particolarmente importanti per il Paese, sopperendo quindi all’assenza del re. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

La nascita del regime parlamentare in Francia

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Informazioni tesi

  Autore: Alessandro Anselmi
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi Guglielmo Marconi
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze della politica
  Relatore: Mario Ciampi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 113

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