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Hate speech: usi e forme nella comunicazione digitale

I ''leoni da tastiera''

Uno dei fenomeni più diffusi negli ultimi decenni all’interno della rete è rappresentato dai cosiddetti "leoni da tastiera": tali individui si contraddistinguono per la loro propensione a esprimere opinioni negative, dissenso, parole volgari e insulti a singoli utenti o un’intera comunità virtuale. Tale termine venne creato per descrivere la tendenza di questi utenti a "ruggire tramite la tastiera e sfruttare lo spazio virtuale" per comportarsi utilizzando modi e forme che nella vita reale non potrebbero adottare (Kipy, 2021).
I "leoni da tastiera" agiscono principalmente nei social media (Whatsapp, Facebook, Instagram, X, Snapchat), nei siti di intrattenimento (Youtube) e nei forum di dibattito (Autopareri, Papersera, Yahoo); il loro obiettivo principale è quello di agire con violenza, offendendo persone fragili, appartenenti a gruppi target o ad una determinata gerarchia (come i politici). Non è un caso che al giorno d’oggi si parli tanto di cyberbullismo, di quanto siano dannosi i suoi effetti sulle vittime che molto spesso sono adolescenti in età scolare (tra i 12 ed i 18 anni circa), presi di mira per il loro aspetto fisico, per una caratteristica legata alla personalità, per la lingua che parlano o per la loro situazione economica. Le vittime dei "leoni da tastiera" possono presentare dei problemi psicologici ed emotivi anche abbastanza gravi e, nel peggiore dei casi, arrivano a ricorrere al suicidio come mezzo di evasione dai loro “predatori”. I "leoni da tastiera" "possono essere spinti da una varietà di motivazioni, come frustrazione, vendetta, invidia o semplicemente un desiderio di controllo" (Kipy, 2021) e, sfruttando l’opportunità di impunità offerta dall’anonimato, rappresentano un aspetto oscuro della comunicazione online.

Più precisamente, gli studi di psicologia hanno individuato e illustrato i seguenti aspetti che invogliano tale comportamento:
1) l’anonimato che permette agli utenti di esprimere commenti e pensieri negativi senza avere un contatto fisico e visivo diretto con le vittime;
2) l’impunità, in quanto non vi sono conseguenze immediate per contrastare comportamenti aggressivi e impulsivi: mentre nella vita reale, un comportamento inadeguato può comportare delle sanzioni come la galera, online le conseguenze tardano ad arrivare o non arrivano affatto;
3) il protagonismo, in quanto il carnefice desidera attirare l’attenzione degli altri e sentirsi superiore (Kipy, 2021).

Chi sono le vittime dei "leoni da tastiera"? Oltre a quelle già indicate (persone fragili, appartenenti a gruppi target e così via), la vittima di tali utenti può essere chiunque, ma ci sono alcune categorie che vengono bersagliate più frequentemente: in primo luogo troviamo le celebrità e le persone con un certo grado di gerarchia (come i politici), che subiscono attacchi molto duri principalmente per il loro pensiero politico- sociale (si pensi, ad esempio, quante volte i politici italiani siano stati attaccati duramente dagli utenti anonimi di X, Facebook e Instagram per le decisioni prese in ambito politico); successivamente ci sono le donne, che vengono denigrate con insulti sessisti e body-shaming; infine vi sono le minoranze etniche, la comunità LGBTQ+ e tutti gli appartenenti alle categorie sociali marginalizzate.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Hate speech: usi e forme nella comunicazione digitale

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Informazioni tesi

  Autore: Rossana Carpitella
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2022-23
  Università: UKE - Università Kore di Enna
  Facoltà: Lingue e culture moderne
  Corso: Lingue e culture moderne
  Relatore: Carlos Fruhbeck Moreno
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 54

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Parole chiave

odio
insulti
offese
hate speech
epiteti denigratori
bullismo e cyberbullismo

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