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Crisi nell'età della globalizzazione

I mutui subprime durante la crisi del 2008

Quando si percepiscono situazioni di tensione - siano politico- sociali oppure economiche – talché si possano verificare delle crisi, le banche con maggiore liquidità bloccano le concessioni sui mercati interbancari; di per sé, sarebbero proprio questi a doverne usufruire come una sorta di solidarietà di settore, eppure così non avviene, giacché la crisi di fiducia coinvolge proprio le banche, le quali sono gli intermediari con i clienti finali (salariati, imprenditori, professionisti, ecc.), per cui non hanno fiducia nel permettere dei prestiti.
Dunque, a seguito del "giovedì nero" del 9 agosto, conosciuto come "Subprime mortgage crisis"58, l’incapacità di sopperire alla poca liquidità e di approvvigionarsi di fondi, costrinse gli operatori bancari all’attivazione della compravendita, assai rischiosa, del distress selling, propriamente per corrispondere alla domanda di liquidità dei clienti finali. Spaventati essi, si erano ormai resi conto della fase incerta59.
La situazione assai gravosa non lasciava più dubbi su chi avesse dovuto intervenire: le istituzioni centrali furono chiamate in causa, giungendo quasi al capolinea della liquidità, le banche centrali avrebbero immesso denaro nel mercato interbancario, alleviando la domanda inflazionata di restituzioni e provando a ridare fiducia complessivamente ai mercati.
La Banca Centrale Europea è stata la più facoltosa, elargendo 95 mld di euro, contemporaneamente la Federal Reserve statunitense, a sua volta, ha concesso solvibilità per 24 mld di dollari60. Nondimeno tali azioni non riescono a contenere la crisi. Così, dopo due giorni, si assiste a un ulteriore crack borsistico fra il 2% e il 3% in tutte le piazze mondiali. Nella fattispecie, in pochi giorni, nell’agosto 2007, furono liquidati all’incirca 428 mld di euro nelle piazze europee.
Innescato il processo, ormai, non si poteva più tornare indietro, anche perché non vi erano alternative. Le banche centrali, così, si attivano nuovamente con ulteriori immissioni di liquidità nei mercati interbancari, come ultima istanza. Nelle piazze europee, nel frattempo, si verificò una crescita tanto eccessiva di liquidità pari a 110 mld di euro: quasi una settantina di banche, sollecitate dai propri correntisti e clienti, pressarono per i rientri di capitali; la BCE dovette giocoforza attivarsi con 61 mld di euro61, riuscendo ad assorbire se non tutto quasi la metà delle sollecitazioni di fondi.
Nei giorni di agosto, si è notato l’affanno dei mercati borsistici, il che dava la cifra della difficoltà persino del mercato tedesco, del fondo bancario tedesco Rhineland Fund, connesso alla banca Deutsche Industriebank, il quale era completamente pieno di azioni subprime, con investimenti anche largo raggio. Ovviamente, durante il pricing risk, divenuto poi sfiduciata anche verso gli operatori bancari, esposti al rischio subprime, il fondo tedesco non potè più corrispondere alle richieste degli azionisti, dovendo così in ultima istanza chiedere aiuto alla banca, a sua volta in crisi di capitali liquidi, dacché si concatenò la crisi coinvolgendo altre banche collegate in maggioranza nella proprietà alla Deutsche Industriebank, come ad esempio la pubblica Kfw: questa provò a coprire l’esposizione del fondo, senza riuscirvi, così fu trascinata dentro la Deutsche postbank, anch’essa impregnata di titoli subprime, e pin possesso di pacchetti azionati della Deutsche Industriebank.
Parimenti, le cause della crisi divengono bancarie e infettano i sistemi bancari di altri mercati e altre piazze. Infatti, sette banche cinesi vennero coinvolte nel rischio subprime, poiché nei loro investimenti vi erano tanti pacchetti con questi titoli.
Nel frattempo, quella liquidità immessa dalle banche centrali va via via evaporandosi, come conseguenza i clienti finali assistettero alle contrazioni dei crediti. In altre parole, le banche senza liquidità, senza carta commerciale, senza la possibilità di attingere al mercato interbancario, non potevano più esporsi nei campi creditizi di prestiti o di finanziamenti, cioè, di tutte quelle operazioni che lavoratori e imprenditori vanno quotidianamente richiedendo per le loro attività. La conseguenza fu l’affanno e poi l’incertezza fondata nelle società civili.

Una lieve ripresa si assistette a metà agosto, ciò nondimeno la Banca Centrale Europea immise sul mercato interbancario altri 48 mld di euro con un tasso alquanto esoso, fra il 3,5 e il 4%. Contemporaneamente, la Federal Reserve si mosse iniettando molto meno, però, all’incirca 3 mld di dollari. Beninteso, nella seconda settimana di agosto l’istituzione bancaria europea ha immesso nel mercato interbancario delle somme impressionanti, pari a 240 mld di euro.
Tuttavia, vi fu un altro crack borsistico, dopo la metà di agosto, all’indomani di altri due. Il 17 agosto andarono in fumo all’incirca 236 mld di euro. Nuovamente venne immessa liquidità, giorno dopo giorno, mentre la Fed arrivava a ridurre il tasso di sconto sui prestiti al sistema bancario, il quale giunse al 5,70%. Contemporaneamente sempre la banca centrale statunitense, proprio per ripristinare la fiducia, accettò titoli anche dai fondi hedge, cioè quelli incriminati di possedere titoli subprime. Ma durante la stessa seduta della seconda metà di agosto, il fondo hedge Sentinel Management bloccò le operazioni in portafoglio parimenti a quanto accaduto l’8 agosto a BNP Paribas, il che dimostrava che non erano affatto affidabili tali fondi, nonostante quanto facessero le banche centrali, tanto che il 19 agosto il fondo fallì.
Le cause della crisi, dunque, hanno come protagonista indiscusso i mutui subprime e il mercato immobiliare statunitense, ma da quanto mostrato fin qui sono questi titoli finanziaria che hanno infettato tutti i pacchetti azionari. Nessun fondo ne era immune, e nessuna piazza di mercato poté dirsi espunta dalla loro presenza.
Come mostrato, lo shock iniziale, provocato da un declino degli investimenti residenziali negli USA nella metà del 2007, con iniziali segnali nel 2006 diede il sentore di quello che c’era dietro questa possibilità di accesso facile a finanziamenti e titoli62.
La decrescita degli investimenti si verificò poiché vi fu un’inflazione dei mutui subprime: mutui favoriti a clienti o intermediari bancari poco affidabili, indebitati cronici, operatori con punteggi di credito bassissimi, cui però le banche affidarono i loro pacchetti azionari, così come fecero anche gli operatori di altre piazze borsistiche internazionali.
La natura di questi titoli era propriamente l’assenza di garanzie dietro di mutui, emessi cioè con estrema facilità e a tassi d’interesse variabili, con l’obiettivo di far viaggiare il mercato e l’economia o meglio, una volta automatizzata questa fiducia, le banche e i propri operatori agivano a scatola chiusa proprio per dare credito, prestiti e macinare mutui alle famiglie del ceto medio statunitense63.
Osservando questo entusiasmo, occorre domandarsi chi avrebbe dovuto controllare la sicurezza di questi titoli, perché non l’ha fatto. Dinanzi a un processo di deregolamentazione del sistema finanziario, chi avrebbe dovuto agire? Indubbiamente quelle banche centrali, la Fed prima e la BCE poi, che intervennero immettendo liquidità su liquidità, bruciando capitali nell’agosto 2007, cercando di recuperare una fiducia ormai lesa proprio da quell’assenza che le caratterizzò almeno nei due semestri precedenti.





58 Catelani E., Home loans, securitization, subprime mortgage crisis: a critical essay in retrospection, Milano, Franco Angeli, 2011, p. 144.
59 Ibidem.
60 Brancaccio E., Democrazia sotto assedio – La politica economica del nuovo capitalismo oligarchico, Roma, Piemme, 2022, pp. 103-115.
61 Bce comprerà titoli per 60 miliardi al mese. Condiviso solo 20% del rischio, in “Il Fatto quotidiano”, 22 gennaio 2015.
62 WEF, Emerging Horizons in Real Estate, Profiles, Prescriptions and Proposals, World Economic Forum, Geneva (CH), 2015.
63 Bianchi L., La crisi del 2008: le cause, ma soprattutto gli effetti, https://www.orizzontipolitici.it/la-crisi-del-2008-le-cause-ma-soprattutto-gli-effetti/, ultima consultazione 28 aprile 2022.

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Informazioni tesi

  Autore: Pasquale Lasala
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2021-22
  Università: Università Telematica "Universitas Mercatorum"
  Facoltà: Scienze Gastronomiche
  Corso: Corso di Laurea Triennale Online in Gastronomia, Ospitalità e Territori
  Relatore: Stefano Palermo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 66

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Parole chiave

globalizzazione
crisi finanziarie
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crisi economico-sociali
ristrutturazione economico-sociale

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