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Responsabilità sociale e Rendicontazione. Le cooperative sociali alla luce della Riforma del Terzo Settore.

Il bilancio sociale come strumento di rendicontazione

L’Italia degli anni ’70 è permeata dall’acceso dibattito sul rapporto fra economicità e socialità. Una chiara definizione dei due concetti si apprende da Pietro Onida, il quale sottolinea che per socialità deve intendersi la conformità al bene comune, il quale non è soltanto benessere economico comune, sebbene quest’ultimo sia condizione fondamentale del bene comune umano. Pertanto, l’economicità è fondamentalmente conforme al bene comune, in quanto favorisce la diffusione del benessere economico, rappresentando un potente strumento di socialità. La circostanza che l’azienda, nello svolgere la propria attività economica, assuma anche un ruolo sociale non deve essere vista come una sovrapposizione degli obiettivi della stessa e della comunità. Infatti adottare dei comportamenti sociali, ai fini dell’amministrazione dell’azienda, non significa comportarsi in modo antieconomico. Tuttavia, questa interpretazione non è stata sempre universalmente riconosciuta, tanto che molti sostenevano la coincidenza fra la funzione economica e sociale dell’azienda, identificando nella produzione di un più elevato risultato economico il fine ultimo anche di quest’ultima.
Per questo motivo, diversamente da quanto già accadeva in altri Paesi europei, il contesto aziendale italiano era maggiormente focalizzato sulle questioni legate alla crescita economica del Paese e il percorso di avvicinamento alla rendicontazione sociale si mostrava disallineato. L’impresa Merloni, solo nel 1974, propose un rendiconto in cui veniva dato rilievo alle relazioni con i dipendenti. Ma, dopo questa prima esperienza di bilancio sociale, bisognerà attendere anni prima che si presentino approcci rilevanti alla contabilità sociale vera e propria. Questa lentezza ad aderire alle preoccupazioni sociali era causata da una specifica situazione che l’Italia viveva in quel periodo, ovvero all’inadeguatezza della contabilità ordinaria e, quindi, all’insicurezza derivante dalla trasparenza delle informazioni.
Le aziende cominciarono così a riflettere sulle loro relazioni con la società e sulle modalità di comunicazione da adottare per rafforzare i rapporti con gli interlocutori economici. La rendicontazione sociale, solo negli anni ’80, diviene oggetto di numerosi studi e riflessioni. In particolare, nel 1988, l’AROC (Associazione Ricerche sulle Organizzazioni Complesse dell’Università di Bologna) ha predisposto il primo modello di Bilancio di Responsabilità Sociale (BRS). Pertanto, questo è il punto di partenza per altre importanti sperimentazioni da parte di grandi imprese. Le prime pubblicazioni, però, di veri e propri bilanci sociali, si avranno soltanto negli anni ’90.
Gli anni ’90, vedono l’affermarsi della Business Ethics e la sempre maggiore sensibilizzazione dei consumatori nei confronti delle questioni sociali. La rendicontazione sociale ha acquisito nuova vita in quegli anni, diffondendosi in tutti i paesi industrializzati. Anche in Italia era nata la consapevolezza delle responsabilità sociali e della diffusione della cultura della trasparenza delle comunicazioni aziendali. Da quel momento in poi, le organizzazioni pubbliche e private che redigono il bilancio sociale si sono moltiplicate. Il 1997, in maniera specifica, segna la nascita del Gruppo di Studio per il Bilancio Sociale, durante un seminario internazionale sulla responsabilità sociale, organizzato dall’Istituto di Economia Aziendale dell’Università degli Studi di Messina e dalla Fondazione Bonino - Pulejo, con l’obiettivo di offrire una guida sulle finalità e sulle procedure di formazione del bilancio sociale, oltre che per condurre ricerche e studi nel settore della responsabilità sociale.

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Responsabilità sociale e Rendicontazione. Le cooperative sociali alla luce della Riforma del Terzo Settore.

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Informazioni tesi

  Autore: Silvia Siragusa
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2019-20
  Università: Università degli Studi di Palermo
  Facoltà: Scienze Economiche e Aziendali
  Corso: Controllo ed Informazione Aziendale
  Relatore: Giusy Guzzo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 104

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