La gestione dell'Immigrazione: Evoluzione ed organizzazione dell'Ufficio Immigrazione nella Questura di Treviso
Il cambiamento della società: allarme sicurezza ed immigrazione
Molti studiosi sono d'accordo nell'affermare che alcuni fattori sono determinanti per infondere nella società un profondo stato di insicurezza.
Questi fattori sono:
- la paura dei pericoli o del crimine (fear of crime);
- gli spazi aperti (es. non al chiuso delle mura domestiche);
- il buio (principalmente visto come ore serali o notturne);
- l'ambiente (la città è insicura; la campagna molto spesso evoca sicurezza).
Gli stranieri, come già citato, svolgono lavori di manovalanza ed anche nella criminalità il loro ruolo è legato a queste posizioni "commettendo i reati meno remunerativi ma più visibili diretti a procurare un vantaggio economico immediato" ma poco durevole (si pensi al piccolo spaccio di stupefacenti oppure al taccheggio nei supermercati). "Si tratta per lo più di una devianza ricollegata alla precarietà delle condizioni di vita/patrimoniali".
Valutato che la maggior parte dei loro crimini si svolge in orari diurni e in luoghi abbastanza frequentati, e quindi in contrasto con i fattori sopra citati, perché la presenza di stranieri porta comunque gli italiani a sentirsi insicuri?
Alla domanda "perché abbiamo paura?" Il sociologo Z. BAUMAN, durante la Seconda Conferenza Nazionale sull'Immigrazione tenutasi a Milano il 25 e 26 settembre 2009, da una spiegazione razionale rispondendo:
"Lo straniero è per definizione colui rispetto al quale non sappiamo come si comporterà, non sappiamo come dovremo reagire a quello che farà, non riusciamo a capire bene le intenzioni di questa persona, quindi ci ritroviamo in una condizione di incertezza".
Quindi in linea con quanto appena citato "Tutto ciò che non è conoscibile e prevedibile provoca uno stato di profonda insicurezza, che conduce gli individui a convivere forzatamente col rischio, in un clima di allarme sociale".
Inoltre il sociologo francese Emile DURKHEIM, già tra la fine del ‘800 e l‘inizio del ‘900, riteneva che il tasso delle incarcerazioni e delle condanne fosse un indicatore importante per definire la reazione sociale al crimine; in quest'ottica se si guarda alla popolazione carceraria presente in Italia il dato non incoraggia.
I dati di marzo 2014 del Ministero della Giustizia indicano che su 60197 carcerati 20729 sono stranieri, quindi una percentuale pari al 33%, con una forte presenza nelle carceri del centro e nord Italia (Lombardia, Piemonte e Lazio su tutte); questo, in rapporto alla presenza di stranieri in Italia (pari a circa 5 milioni su 60 milioni di abitanti totali, quindi l'8% della popolazione), diventa un dato preoccupante che giustamente fa ritenere fondata l'inquietudine della società circa il fenomeno migratorio che sembrerebbe portare nel nostro Paese moltissime persone atte esclusivamente a delinquere.
È indispensabile, perciò, capire perché gli stranieri finiscono in numero così elevato in carcere. […]
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Informazioni tesi
Autore: | Gastone Sernagiotto |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2013-14 |
Università: | Università degli Studi di Perugia |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Scienze dei servizi giuridici |
Relatore: | Stefano Anastasia |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 113 |
FAQ
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