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La gestione integrata dei rifiuti

Il caso di Salerno

Con il 72% Salerno rappresenta, nel 2009, il primo capoluogo d’Italia per raccolta differenziata, traguardo storico e ottenuto in soli 18 mesi. Il risultato conseguito dimostra come sia possibile anche nel Sud, anche in Campania, raggiungere risultati d’eccellenza ed avanguardia. Il progetto di raccolta differenziata che ha visto il CONAI cooperare con il Comune di Salerno, dimostra l’importanza di promuovere azioni su misura e di coinvolgere in modo proattivo la cittadinanza.

In tal senso il CONAI ha fornito la sua collaborazione per l’elaborazione del piano industriale, il supporto nella fase di avvio, la formazione di tutti gli operatori e la definizione della campagna di informazione ai cittadini. Il risultato acquista ancora maggior valore se si considera la situazione critica da cui nasce e che forse è stata anche il motore del processo di innovazione.

La crisi della gestione dei rifiuti che ha interessato la Regione Campania ha avuto inizio nel 1994, con la dichiarazione dello stato di emergenza e la nomina del primo Commissario di Governo con poteri straordinari. La necessità di questo provvedimento scaturì dallo stato di grave emergenza ambientale dovuto alla saturazione di alcune discariche campane.

Nel triennio 1994-1996 l’emergenza fu affrontata essenzialmente ampliando la capacità di alcune discariche, molte delle quali vennero requisite ed affidate in gestione all’ENEA. di risolvere l’emergenza, prevedeva la realizzazione di due termovalorizzatori e di sette impianti per la produzione di CDR. Nel 1998 venne quindi indetta una gara d’appalto per l’affidamento dell’intera gestione del ciclo dei rifiuti. La gara si concluse nel 2000 con la vittoria di un’associazione temporanea di imprese denominata FIBE, guidata dal gruppo Impregilo, che aveva il compito di realizzare sette impianti per la produzione di CDR, due termovalorizzatori e diverse discariche localizzate in varie zone della Campania.

Il gruppo FIBE non riuscì a rispettare i termini del contratto, non riuscendo a consegnare gli impianti entro il 31 dicembre 2000. Conseguentemente all’inadempienza del FIBE, si continuò per anni a produrre ecoballe, simili al CDR, che in assenza di un termovalorizzatore determinarono l’accumulo di circa sette milioni di tonnellate di rifiuti in diversi luoghi della Regione Campania. Nel dicembre 2000, il Prefetto di Napoli, in qualità di commissario straordinario, dichiarò che le discariche erano quasi tutte sature, mentre altre, soprassature, stavano determinando gravi rischi igienico-sanitari per le popolazioni residenti nelle vicinanze.

La Regione dispose quindi l’ulteriore utilizzo della discarica di Palma Campania e realizzò tre impianti di vagliatura e triturazione e quattro impianti per il trattamento dei rifiuti da imballaggio. Nel 2001 il piano di gestione Regionale ancora non funzionava, sia per le inadempienze del FIBE, sia per il mancato decollo della raccolta differenziata, nonostante le migliaia di assunzioni fatte dai Consorzi di Bacino, il che generò una nuova pesante crisi a livello regionale.

La nuova crisi venne placata riaprendo provvisoriamente alcune discariche sature ed inviando quotidianamente 1000t al giorno di rifiuti verso altre regioni italiane, nonché verso la Germania.
Tra il 2002 e 2003 l’entrata in funzione di diversi impianti di produzione di CDR riuscì a recuperare momentaneamente la situazione, ma la mancata applicazione di una raccolta differenziata efficiente, determinò comunque l’impossibilità per la Regione Campania di conseguire la piena autonomia nella gestione dei rifiuti. Infatti da un lato mancavano strutture per trattare circa un milione di tonnellate di CDR, di bassissima qualità, che si era accumulato negli anni, dall’altro non si riusciva a gestire un altro milione di tonnellate di rifiuto indifferenziato prodotto annualmente, che trovava collocazione solo in discarica o presso siti di stoccaggio temporaneo.

Per queste ragioni nel 2007 si abbattè sulla Regione una nuova pesante crisi, che indusse l’allora Governo Prodi ad intervenire direttamente autorizzando la costruzione di tre nuovi inceneritori. Contemporaneamente ripresero i trasferimenti verso la Germania, il cui costo di smaltimento risultava comunque inferiore rispetto allo smaltimento in Campania. Nel 2008 l’individuazione di nuove aree da adibire a discarica provocò inoltre violente proteste presso la popolazione locale, con gravi conseguenze per l’ordine pubblico. Inoltre i problemi di natura igienico-sanitaria, messi in forte risalto dai principali media mondiali, determinarono pesanti ripercussioni sull’immagine, sul turismo e sull’economia della Regione.

Nel 2008 il governo Berlusconi stabilì l’attivazione del termovalorizzatore di Acerra, la costruzione di altri tre inceneritori e individuò dieci siti su cui realizzare altrettante nuove discariche, ricorrendo nell’ultimo caso anche all’utilizzo dell’esercito. Contestualmente venne predisposto un nuovo piano di gestione integrata regionale dei rifiuti che aveva l’obiettivo di portare la raccolta differenziata al 50% entro il 2011, pena nuove sanzioni fino al commissariamento di tutti i Comuni inadempienti. Già a fine 2008 si intravede la fine dello stato di emergenza, vengono lentamente rimosse tutte le giacenze di rifiuti nelle strade ad opera dell’esercito e delle società incaricate, mentre sono attivate anche le nuove discariche presidiate dall’esercito stesso. Il piano 2008/2009 prevede l’applicazione del sistema porta a porta integrato per tutte le frazioni e la contestuale rimozione dei cassonetti stradali, entro il 2008 per Comuni fino a 100.000 abitanti, entro il 2009 per quelli fino a 200.000 abitanti. In questo contesto, nell’aprile 2008, la città di Salerno inizia un nuovo percorso con l’introduzione di un sistema integrato domiciliare che le permette di entrare in un ristretto novero di Comuni virtuosi.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La gestione integrata dei rifiuti

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Informazioni tesi

  Autore: Fabio Martini
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi Roma Tre
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia Ambientale
  Relatore: Maria Claudia Lucchetti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 162

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Parole chiave

gestione dei rifiuti
trattamento dei rifiuti
smaltimento in discarica

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