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Il voto alle donne. La lunga strada di un diritto fondamentale

Il contributo delle donne alla stesura della Costituzione

Nelle sedute tenutesi tra il 30 ottobre e il 13 novembre 1946, forte fu il contrasto tra Nilde Iotti e Camillo Corsanego, democristiano, sul tema della famiglia. In particolare l'on. Corsanego, ancorato alla tradizione, sosteneva che padre e madre non potessero essere riconosciuti come destinatari di diritti "alla pari", poiché il detentore dell'unità familiare è il capofamiglia, in altre parole la figura paterna. In un'ottica di gerarchizzazione familiare, erano sì riconosciuti alla donna i diritti di moglie e madre, tuttavia quest'ultima non poteva porsi né al vertice, né sullo stesso piano dell'uomo.

Corsanego, insistette, definendo la famiglia come una «istituzione naturale dotata di diritti innati, anteriori e superiori a qualsiasi legge positiva, elemento primario e fondamentale della società›› e pertanto spettava al padre prendere decisioni riguardo i figli nel momento in cui ci si fosse trovati in una situazione conflittuale tra le sue idee e quelle della genitrice.
Per Nilde Iotti, era necessario che madre e padre godessero degli stessi diritti e doveri e desiderava introdurre nel testo costituzionale una uguale posizione giuridica tra figli nati fuori dal matrimonio e figli legittimi.

La Iotti affermò: «Dal momento che alla donna è stata riconosciuta, nel campo politico, piena uguaglianza col diritto di voto attivo e passivo, ne consegue che la donna stessa dovrà essere emancipata dalle condizioni di arretratezza e di inferiorità in tutti i campi della vita sociale e restituita a una posizione giuridicamente tale da non menomare la sua personalità e la sua dignità di cittadina››. Solo con l'aiuto di Aldo Moro e Palmiro Togliatti, membri della I Sottocommissione, lo scontro tra la Iotti e Corsanego, si placò.

Un dibattito si accese anche tra Angela Merlin e Maria Federici; infatti, nonostante fosse un gruppo estremamente coeso, tra le costituenti elette all'Assemblea, vi furono degli scontri in merito al futuro art. 37 cost. Due furono le posizioni in contrasto: Lina Merlin, esponente socialista, esigeva libertà di espressione e di azione nella vita familiare, senza restrizioni, con il fine di coltivare socialmente e moralmente la vita nazionale.

Maria Federici, cattolica, ebbe un atteggiamento diverso. Per l'esponente cattolica, infatti, non era possibile lasciare ai margini l'impegno e l'amore per la famiglia; lo spazio d'azione di una madre piuttosto che di una figlia o una sorella, non doveva essere intaccato dagli impegni lavorativi.

Quindi, mentre la Merlin esigeva autonomia per giungere come fine ultimo la parità, Maria Federici richiedeva prima di tutto il rispetto della sfera materna. In tal senso, durante la seduta del 13 settembre 1946, Lina Merlin, ribadì la completezza e l'unicità della figura femminile nella formazione della propria famiglia, pur essendo madre e non vincolata dal matrimonio, rappresentando «la creatura più importante, l'essere intorno al quale si forma(va) il nucleo familiare». La protezione della maternità portava con sé la protezione della società e del suo avvenire.

D'altra parte Maria Federici, replicava la necessità di un articolo che tutelasse la famiglia e il suo sviluppo poiché quest'ultima rappresentava «la cellula viva e vitale, che a sua volta produce(va) altre cellule per costituire il tessuto sociale». Per raggiungere un compromesso si tentò di incentrare l'articolo sulle garanzie economico-sociali della famiglia. Tuttavia, Teresa Noce, assieme alla Merlin, propose delle iniziative in cui il concetto di famiglia appariva tutt'altro che centrale: era dunque necessario che tale disposizione ponesse le sue basi sui salari familiari, sull'accesso alla proprietà di mobili e immobili. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il voto alle donne. La lunga strada di un diritto fondamentale

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Informazioni tesi

  Autore: Regina Straccia
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2014-15
  Università: Università degli Studi di Teramo
  Facoltà: Scienze della Comunicazione
  Corso: Pubblicità e comunicazione d'impresa
  Relatore: Lucia Sciannella
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 143

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