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Aspetti penalistici del mobbing familiare

Il Gaslighting: analisi del reato

Quando si parla di mobbing familiare non si può prescindere dal soffermarci sul tema del Gaslighting, un vero e proprio abuso psicologico "invisibile", che si manifesta tra le quattro mura domestiche.
Così come accade per il mobbing, anche nel gaslighting ci sono due protagonisti: il manipolatore (gashlighter) e la vittima manipolata.
Il gaslighting è un comportamento manipolatorio che il gaslighter, spesso il marito, pone in essere ai danni della vittima al fine da minarne la sua autostima e fiducia.
La vittima di questo comportamento subdolo è portata inizialmente a dubitare delle sue percezioni, sensazioni, valutazioni e pensieri, fino ad arrivare a sentirsi totalmente pazza. Posta in uno stato confusionale, in cui non sa cosa sia vero e cosa no, la vittima si sente una minaccia per se stessa e per gli altri e finisce col dipendere completamente dal suo aguzzino, appunto il gaslighter, riconosciuto come unica persona in cui riporre fiducia.
In altre parole, la vittima di gaslighter può assistere ad un fenomeno ma, a causa della sua insicurezza e dello stato confusionale in cui vive, non è in grado di affermare con certezza se tale evento si sia davvero verificato o meno: la vittima, quindi, non ha una esatta percezione della realtà, per questo "sente" e "vede" tramite il suo gaslighter.
Cruciale è indubbiamente il gioco attuato dal gaslighter, che deve essere un bravo manipolatore ed attore, al punto da mostrarsi inizialmente come una persona attenta e premurosa, preoccupata solo a fare il bene della propria vittima, per poterne conquistare la fiducia, e mettere in atto, in seguito, il suo piano diabolico.
Il gaslighting è un comportamento subdolo proprio perché posto in essere da una persona "di fiducia" che, spacciandosi per finto buono, arriva ad accusare la sua vittima di inventare problemi che non esistono, di alterare e deformare parole ed intenzioni, interpretare sempre in modo errato qualsiasi avvenimento o discorso.
Il termine gaslighting deriva da un famoso film del regista americano George Cukor proiettato, nel 1944, nelle sale cinematografiche italiane con il titolo "Angoscia".
Il regista Cukor accende i proiettori sul rapporto "malato" di una coppia di sposi, Gregory e Paula, che dopo un iniziale periodo idilliaco, si ritrovano in un cerchio di dissidi ed ostilità, da cui è difficile uscirne.
La vittima è la bellissima Paula, la quale inizia a dubitare della sua salute mentale. Nel film, infatti, si vede il marito George passare dai panni di marito premuroso, a quelli di aguzzino. È George, infatti, che mette in atto un piano diabolico per poter indebolire la moglie: oggetti che "cambiano" posto, luci delle lampade a gas (da qui il titolo del film "Gaslight") che si accendono e si spengono senza un perché, allucinazioni visive. Tutti fenomeni, questi, che saranno sistematicamente smentiti da George, che finirà per far credere pazza la moglie.
Sarà l'intervento di un detective a mettere i tasselli del puzzle al posto giusto, smascherando il piano criminale di George.
Cosi come si evidenzia nel film, il gaslighting è un fenomeno che, come il mobbing, può portare gravi danni alla salute psicologica della vittima. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Aspetti penalistici del mobbing familiare

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Informazioni tesi

  Autore: Carmen Foti
  Tipo: Laurea magistrale a ciclo unico
  Anno: 2020-21
  Università: Università Telematica Pegaso
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Maurizio Fumo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 155

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Parole chiave

mobbing
violenza sessuale
vittima
stalking
stalker
mobber
mobbizzato
maltrattamenti in famiglia
art. 612bis c.p.
art. 572 c.p.

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