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Il Mandato d'arresto europeo: principio di mutuo riconoscimento e tutela dei diritti fondamentali

Il mandato d'arresto europeo. L'adozione della decisione quadro 2002/584/GAI e le successive modifiche

Nel 2002 fu adottata dal Consiglio la decisione quadro sul Mandato d'Arresto Europeo (MAE)16, alla quale gli Stati membri avrebbero dovuto conformarsi entro il 31 dicembre 2003. Questa decisione quadro17 ha sostituito, per alcuni reati, gli accordi in materia di estradizione con un sistema di consegna tra autorità giudiziarie semplificato, che avrebbe dovuto rendere più efficace e sicura la cooperazione tra Stati membri al fine di stabilizzare la situazione di incertezza vissuta in quegli anni. Il MAE ha pertanto rappresentato la concretizzazione dell'obiettivo enunciato a Tampere di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia in ambito penale, trovando nel principio del mutuo riconoscimento il fondamento della cooperazione giudiziaria. Il MAE viene definito dall'art. 1 della decisione quadro "una decisione giudiziaria emessa da uno Stato membro in vista dell'arresto e della consegna da parte di un altro Stato membro di una persona ricercata ai fini dell'esercizio di un'azione penale o dell'esecuzione di una pena o una misura di sicurezza privative della libertà".

I motivi dell'emissione sono principalmente due: "esercizio dell'azione penale in relazione a fatti puniti a norma della legislazione interna con una pena o misura di sicurezza privative della libertà della durata massima non inferiore a dodici mesi", oppure "esecuzione di una pena o misura di sicurezza privativa della libertà della durata minima di quattro mesi". Nella decisione quadro viene ampliato, rispetto alle precedenti Convenzioni in materia di estradizione, il numero di reati18 che possono dare luogo alla consegna in base al mandato d'arresto europeo, prevedendo che per tali reati il massimo della pena prevista sia pari o superiore a tre anni. Un altro punto fondamentale riguarda i motivi di non esecuzione obbligatoria del MAE, illustrati all'articolo 3 della decisione quadro, i quali sono: amnistia nello Stato membro d'esecuzione; principio ne bis in idem, che esprime l'impossibilità di emettere due sentenze definitive sulla persona ricercata per lo stesso reato; motivi di età, per cui la persona ricercata non può essere considerata penalmente responsabile19. Al fianco dei motivi di non esecuzione obbligatori, vi è un elenco esaustivo di motivi di non esecuzione facoltativi20, tra i quali ad esempio la mancanza di doppia incriminazione o l'extraterritorialità, che possono essere invocati dall'autorità giudiziaria di esecuzione solo qualora siano stato recepiti nella normativa nazionale. L'autorità giudiziaria di esecuzione godrà in questi casi facoltativi della discrezionalità nel decidere se procedere o meno all'esecuzione del MAE.

Il Trattato di Amsterdam e soprattutto quello di Nizza presentavano al proprio interno misure comuni da seguire nell'ambito della cooperazione giudiziaria in materia penale, accennando esclusivamente alla necessità di facilitare l'estradizione tra Stati membri e di adottare decisioni-quadro per il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri. Con il Trattato di Lisbona del 2007 e la conseguente soppressione della struttura a pilastri, la cooperazione giudiziaria in materia penale ha cominciato ad assumere un ruolo più rilevante all'interno del diritto primario.

15 L'importanza del principio del mutuo riconoscimento sarà illustrata nel capitolo successivo, in relazione al suo legame con i diritti fondamentali.
16 Decisione quadro del Consiglio, 13 giugno 2002, relativa al mandato d'arresto europeo e alle procedure di consegna tra Stati membri (2002/584/GAI), in vigore dal 7 agosto 2002.
17 La decisione quadro è un atto con caratteristiche simili alle direttive, ad eccezione del fatto che le decisioni quadro non hanno efficacia diretta. Nonostante ciò, la Corte di Giustizia ha ammesso che anche per le decisioni quadro vale l'obbligo di interpretazione da parte del giudice nazionale delle norme nazionali in senso conforme all'atto dell'UE. Ad oggi non è più prevista l'emanazione di decisioni quadro, in quanto queste erano utilizzate per sopperire all'impossibilità da parte dell'UE di emanare direttive in alcune materie, tra le quali vi era per l'appunto la cooperazione giudiziaria in materia penale.
18 L'art. 2 decisione quadro sul MAE elenca questi reati: partecipazione a un'organizzazione criminale, terrorismo, tratta di esseri umani, sfruttamento sessuale dei bambini e pornografia infantile, traffico illecito di stupefacenti e sostanze psicotrope, traffico illecito di armi, munizioni ed esplosivi, corruzione, frode, riciclaggio di proventi di reato, falsificazione di monete, criminalità informatica, criminalità ambientale, favoreggiamento dell'ingresso e del soggiorno illegali, omicidio volontario, lesioni personali gravi, traffico illecito di organi o tessuti umani, rapimento, sequestro e presa di ostaggi, razzismo e xenofobia, furti organizzati o con l'uso di armi, traffico illecito di beni culturali, truffa, racket e estorsioni, contraffazione e pirateria in materia di prodotti, falsificazione di atti amministrativi e traffico di documenti falsi, falsificazione di mezzi di pagamento, traffico illecito di sostanze ormonali, di materie nucleari e radioattive, di veicoli rubati, stupro, incendio volontario, reati che rientrano nella competenza giurisdizionale della CPI, dirottamento di aereo/nave, sabotaggio.
19 Art. 3 par. 3 decisione quadro relativa al MAE: "Gli ordinamenti giuridici degli Stati membri prevedono età minime diverse per la responsabilità penale. È diverso anche il momento di determinazione dell'età minima in relazione ai singoli casi: il momento determinante può essere, ad esempio, quello in cui è stato commesso il presunto reato oppure quello in cui la persona viene incriminata".
20 Nel Capitolo II di questo elaborato si valuterà la reale esaustività di questi motivi di non esecuzione e l'eventuale possibilità di evocare altri motivi di non esecuzione del MAE, con riferimento alla sfera dei diritti fondamentali.

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Il Mandato d'arresto europeo: principio di mutuo riconoscimento e tutela dei diritti fondamentali

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Informazioni tesi

  Autore: Paolo Mansi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2020-21
  Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze politiche e delle relazioni internazionali
  Relatore: Andrea Santini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 35

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