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Analisi di un mockumentario: The Office

Il mockumentario

Cercando banalmente “what is The Office?” su un qualsiasi motore di ricerca, è possibile notare come molti siti descrivono la serie come un mockumentario con frasi tipo “The Office is a mockumentary on a group of typical office worker […]”, con questa frase viene infatti descritta dal famoso sito web di informazioni e recensioni di serie televisive, attori, film e altro che si chiama IMDb.
C’è quindi una relazione tra The Office e il genere mockumentario. La parola mockumentario è l’italianizzazione della parola inglese mockumentary che significa falso documentario. I falsi documentari sono infatti dei film o come nel caso in questione, delle serie televisive che si presentano sotto forma di documentario ma la cui storia è del tutto inventata. Una spiegazione viene data nel libro Reeling with Laughter: American Film Comedies

In relatively recent film history, American audiences have been introduced to a new genre, a set of films that claim to document the careers of rock music groups (The Rutles [1978]), student filmmakers’ encounters with terror (The Blair Witch Project [1999]) […] a tour of the United States by a foreign correspondent (Borat: Cultural Learning of America for Make Benefit Glorious Nation of Kazakhstan [2006]). The common feature of these films is that, while the style of the films suggest that they are documenting reality, they are all fictional. The main characters or situation are not real, but they are presented as such. (Tueth 2012: 179)

È un genere relativamente nuovo, come dice Tuerth, che si è presentato al pubblico americano grazie a film come All You Need Is Cash (The Rutles) del 1978 in cui si segue la carriera della band inglese The Rutles, parodia della famosa band dei The Beatles, sotto forma di falso documentario.
Il genere prende spunto dallo stile del documentario dove invece al centro di tutto c’è la verità

A documentary must be grounded in truth, so that one of these conditions will obtain: What is presents is true, the sense that its truth is documented and can be verified.
The documentary itself is a quest for the truth, and it honestly presents its findings as evidence for the viewer to evaluate.
It purports to show events or behavior as they happen. (Hampe 2007: 10)


La grossa differenza tra documentario e mockumentario è quindi la storia protagonista del racconto essendo nel primo un evento reale mentre nel falso documentario è una storia inventata.
La parola mockumentario appare da qualche anno in diversi blog e negli articoli sul web come, ad esempio, ha fatto il giornale locale online di Ravenna quando pubblicò a febbraio 2021 un articolo dal titolo “Il 2020 in un “mockumentario” e soprattutto in sei (imperdibili) minuti su Youtube” a cura di Francesco Della Torre. The Office viene classificato come sitcom e mockumentary, questo paragrafo ha l’obiettivo di spiegare il perché viene considerata una serie tv in stile falso documentario.
Guardando The Office, sin dalla prima puntata si nota una differenza rispetto alle molte serie televisive in circolazione, la posizione delle videocamere. A differenza delle altre serie, si nota come la videocamera che riprende i personaggi sia in realtà anch’essa una protagonista, un personaggio. Le riprese vengono fatte dal cameraman che porta in mano la videocamera, pronto a catturare attimi della giornata, proprio come accadrebbe in un vero documentario. La videocamera segue i personaggi e i personaggi interagiscono con lei rompendo più volte il quarto muro, ovvero guardando dritto in camera, comportamento che ha spesso il personaggio Jim Halpert (John Krasinski).
Come spiegano le attrici Jenna Fischer e Angela Kinsey nel libro The Office BFFs, le telecamere attive erano sempre due e per questo motivo gli attori dovevano restare sul set, in background, finché tutti avessero finito di girare le proprie scene

Generally, when you’re shooting a movie or television show, you do a scene with one or two other actors, and then you go home or back to your trailer to wait to shoot another. But on The Office, our set was just one big room. Even if you weren’t speaking in a scene, you were still part of the background. […] With two cameras running at all times, you were always going to be on camera. (Fischer, Kinsey 2022: 24)

In questo modo, in secondo piano le scrivanie non sono vuote, in reception c’è sempre la segretaria, i telefoni suonano, qualcuno scrive, qualcuno usa il computer, si fotocopiano documenti grazie alla stampante, arrivano fax. Il set diventa credibile perché rispecchia quello che accadrebbe in un vero luogo di lavoro.
Come infatti potrebbe accadere in un normale ufficio, insieme ad altre persone, nascono sentimenti, nascono coppie, segreti, oppure capita quella giornata negativa in cui si vuole rimanere soli, si è arrabbiati o altro, l’ufficio della Dunder Mifflin Paper Company non è esente da tutte queste cose e il comportamento delle telecamere è molto interessante.
Come mostrano alcune scene in alcuni episodi, ci sono situazioni dove la telecamera non è ben voluta e viene mandata via o nascondersi da essa. Sono solitamente momenti personali, come accade nella seconda stagione, episodio 07 in cui Michael nel suo ufficio, parlando con Jan al telefono della loro relazione si nasconde sotto la scrivania per evitare la videocamera. In questi casi, il cameraman spia il personaggio o i personaggi da lontano, di nascosto. Il microfono rimane attivo e lo spettatore a casa sente cosa viene detto anche se la situazione è privata e quasi del tutto nascosta alle riprese, questo per dare la sensazione che il personaggio non sa di essere ripreso.
Una cosa che rende The Office un mockumentario sono anche i cosiddetti talking heads, momenti presenti in ogni singola puntata in cui un personaggio si trova solo davanti alla videocamera, solitamente la stanza è sempre la stessa a parte qualche eccezione. Il nome “testa parlante” richiama il taglio della ripresa cinematografica, viene infatti ripresa soltanto la testa fino sotto le spalle. Sono momenti in cui vengono espressi pensieri oppure un addetto dietro alla telecamera, quindi non visibile, pone domande al personaggio, la sua voce però è inaudibile. In alcuni casi, l’intervistato ripete la domanda o dalla risposta è deducibile cosa è stato chiesto. Vediamo un paio di esempi

Terza stagione, episodio 10
Karen:[a] Are we taking this too far? You know what, I don’t think we’re taking
this far enough. [Pam and Karen look at each other] What? Pam: I got goose bumps. (Jennifer Celotta 2006)


La prima cosa che Karen dice è ripetere la domanda [a] che le è stata posta.

Seconda stagione, episodio 16
Michael: […] I think the Rangers practice there sometimes and it’s, that’s Tina Fey [points]. That’s Tina Fey from Saturday Night Live. Hello? Hello, hi? [walks over] Oh, I’m sorry, I thought you were [Conan O’Brien walks in front of Michael], OK, I thought that was. She, she looked a lot like Tina Fey. [to camera] Hello, hello, I thought that was Tina Fey, but it wasn’t. So…[b] Are you serious? He was here? When, when I was talking to the fake Tina Fey? Come on! And are you, argh. (Michael Schur 2005)


In questo esempio invece, l’operatore dietro alla telecamera ha informato Michael del fatto che gli è passato di fronte il conduttore televisivo Conan O’Brien. La voce del cameraman non si sente ma si capisce dalla reazione di Michael [b].
Un altro esempio che dimostra che durante i talking head c’è una persona che pone domande è l’ultimo episodio della terza stagione.

Terza stagione, episodio 23
Pam: I haven’t heard anything, but I bet Jim got the job. I mean, why wouldn’t he? He’s totally qualified, and smart, everyone loves him… and, if he never comes back again… that’s OK. We’re friends. And I’m sure we’ll stay friends. We just, we never got the timing right. You know? I shot him down, and then he did the same to me, and… But you know what? It’s OK. I’m totally fine. Everything is gonna be totally…[Jim walks in]
Jim: Pam. [to camera] Sorry. [to Pam] Are you free for dinner tonight? Pam: Yes.
Jim: All right. Then… it’s a date.
Pam: [to camera, tearing up, smiling] [c] I’m sorry, what was the question?
(Lieberstein, Schur 2006)


Pam viene interrotta da Jim mentre parla di lui alla videocamera, quando realizza che l’ha invitata da un appuntamento si dimentica la domanda posta dall’intervistatore e chiede [c] “qual era la domanda?”.
Riassumendo, non ci sono dubbi che The Office sia un falso documentario, la crew segue i dipendenti della Dunder Mifflin in modo visibile ogni giorno, soprattutto in ufficio ma anche al di fuori, come ai matrimoni, in gita e alle serate tutti insieme. I talking heads, che possiamo paragonarli a dei confessionali, fanno emergere questa interattività tra l’intervistato e l’intervistatore. Ancora una volta è possibile distinguere due gruppi di personaggi, i protagonisti del documentario quindi i dipendenti dell’ufficio e un gruppo di persone non visibili ma evidentemente presenti che sono gli addetti alle riprese di questo finto documentario su un ufficio di una società che vende carta.
Nell’episodio 22 della nona stagione, l’ufficio si prepara a vedere la premiere del documentario su di loro

Erin: But there’s a documentary coming up. Everyone in the bar will love it.
Bartender: What’s it about?
Erin: A paper company. (Forrester 2013)


Per la prima volta si vedono i protagonisti di The Office guardare il loro stesso documentario, la televisione mostra che il prossimo programma è proprio The Office e successivamente si sentono le prime battute dell’episodio pilota.

Nell’episodio successivo, la puntata finale, i numerosi talking heads non lasciano dubbi al fatto che sia un falso documentario, con frasi che fanno riferimento ai nove anni di documentario sul loro ufficio.

Pam: I thought it was weird when you picked us to make a documentary. But all in all…I think an ordinary paper company like Dunder Mifflin was a great subject for a documentary. (Daniels 2013)

Infine, l’assenza di risate registrate indica che non si tratta di una sitcom come Friends o The Big Bang Theory ma c’è qualcosa di diverso. L’elemento di verità e la voglia di riprendere quella che sarebbe la realtà prevale sulla scelta dell’uso delle risate registrate che renderebbero il tutto finto poiché in un normale ufficio non c’è il pubblico che ride, in un documentario non ci sono le risate registrate.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Analisi di un mockumentario: The Office

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Informazioni tesi

  Autore: Elisa Monti
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2021-22
  Università: Università degli Studi dell'Insubria
  Facoltà: Scienze della Comunicazione
  Corso: Scienze della comunicazione
  Relatore: Daniel Russo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 125

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