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Tutela e valorizzazione del Monte Orfano. La Convenzione tra Comuni

Il punto di vista dell'ambientalismo

«Il Monte Orfano nel corso del tempo ha subito pressioni e ha patito del contesto in cui si trova. Non possiamo chiaramente pensare al Monte come parco nazionale ma c'è l'esigenza di tutelarlo da spinte da parte del settore edile, agricolo e dalla conquista di territorio per l'urbanizzazione». Inizia così la sua dichiarazione Andrea Mihaiu, socio del circolo Legambiente di Chiari, che ha presenziato al tavolo consultivo della Convenzione – e che tutt'ora segue a distanza - in qualità di rappresentante del mondo ambientalista. La sua analisi spazia ad una scala più ampia, coinvolgendo oltre al territorio dei quattro Comuni, l'intero Ovest Bresciano affermando che «ragionare su uno strumento per difendere e valorizzare il Monte in un contesto fortemente urbanizzato, antropizzato, industrializzato e con tutte le problematiche connesse, in cui la qualità della vita non sempre va di pari passo con lo sviluppo economico, era necessario». Sotto un'ottica ambientalista l'idea iniziale del PLIS sarebbe forse stata preferibile per raggiungere un più alto livello vincolistico, ma questa “soluzione dal basso” che si è venuta a costituire è vista comunque come un risultato positivo, che ha saputo attivare un percorso condiviso, mettendo insieme le forze e le idee di quattro Comuni e cercando di superare le differenze tra le varie realtà coinvolte per instaurare un dialogo e trovare soluzioni comuni. «Ha iniziato un processo democratico, un'ottica partecipativa. Confido molto nei processi partecipativi» dice ancora Mihaiu proseguendo le sue valutazioni. Riguardo ai fatti concreti di tutela, dal punto di vista ambientalista viene innanzitutto lodato il lavoro di mappatura svolto «in maniera intelligente» dal CAI, che ha consentito di conferire valore ad alcuni sentieri e chiuderne invece altri, tracciati per uso consuetudinario dai cittadini e che, oltre alla pericolosità, andavano a disturbare la fauna selvatica che nidifica nella vegetazione e che qui vi trova rifugio. «Meno sono le tracce del passaggio umano, più si ha conservazione e viene ridotto il disturbo della fauna selvatica». Come iniziative legate alla tutela «sarebbe inoltre utile istituire progetti educativi e conoscitivi riguardanti la fauna selvatica stanziale e migratoria ad esempio attività di osservazione come può essere il birdwatching». «Ho l'impressione che finora tutti abbiano agito non per difendere singoli interessi, bensì cercando punti di incontro su temi e attività comuni». In qualità di socio della Lega Abolizione Caccia, associazione di protezione ambientale riconosciuta dal Ministero dell'Ambiente, e attivista del CABS, Organizzazione no-profit antibracconaggio, Mihaiu trova piuttosto che sia importante sensibilizzare sul tema del bracconaggio, ancora presente in Franciacorta e nell'area del Monte Orfano, come riportato da alcuni casi di cronaca recenti. «Nella primavera del 2016 durante la mia prima uscita antibracconaggio sul Monte – spiega - mi sono imbattuto in una rete di cattura illegale. L'uccellatore è stato immediatamente segnalato ai Forestali, sorpreso e denunciato. È un fenomeno da monitorare. Ecco perché sarebbe importante avviare percorsi educativi di avvicinamento dei cittadini alla fauna. Porterebbe alla conoscenza, al rispetto e alla sua protezione anche attraverso il riconoscimento dei metodi illegali di cattura e conseguente consapevolezza di come comportarsi, effettuando segnalazioni alle autorità competenti». Bracconaggio che, è bene ricordare e sottolineare, indica la caccia illegale, in violazione della normativa vigente e che nulla ha a che vedere con i cacciatori tesserati in piena regola né tantomeno con il mondo venatorio legato alla Convenzione. [...]

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Tutela e valorizzazione del Monte Orfano. La Convenzione tra Comuni

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Informazioni tesi

  Autore: Alessandro Drera
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2019-20
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Scienze Umanistiche
  Corso: Scienze geografiche
  Relatore: VALERIO BINI
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 68

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