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La carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea

Il ruolo del diritto di uguaglianza e solidarietà all'interno della carta dei diritti fondamentali

Alcune delle pronunce rilasciate dalla Corte di Giustizia hanno contribuito, oggi, all'edificazione dei diritti fondamentali, sebbene gli stessi attingessero buona parte della loro rilevanza dalle Costituzioni dei Paesi Membri dell'UE. Fra questi non poteva non avere un rilievo particolare uno dei principi posti a base della totalità delle Costituzioni moderne, ovvero il principio di uguaglianza (al pari del principio di solidarietà).

Quello dell'uguaglianza ricopre un ruolo fondamentale all'interno del sistema comunitario delineato successivamente dai Trattati sin dagli anni successivi alla nascita della Comunità Europea.

Il Trattato di Roma, nato per garantire una visione di un'Unione forte economicamente, analizza e garantisce il principio di uguaglianza declinandolo dapprima dai divieti di discriminazione, e successivamente attraverso il principio di parità di retribuzione tra uomini e donne.

L'ingresso del principio di uguaglianza nelle Costituzioni moderne ha consentito il superamento della concezione dello stesso come materia esclusiva della filosofia giuridica, rientrando a pieno titolo tra tutte le materie trattate dagli interpreti delle Costituzioni, giudici compresi, i quali non fungono più da mera bouche de la loi. La Corte di Giustizia si è allineata al suddetto principio.

Lo stesso principio non è stato utilizzato solo come repellente al divieto di discriminazione, ma anche per valutare l'operato del legislatore. La prima volta che si sentì parlare di principio di uguaglianza nella giurisprudenza risale indietro nel caso e, nella fattispecie, al caso Ruckdeschel.

Ritornando per un attimo alla funzione repellente di detto principio nei confronti del divieto di discriminazione, e nonostante le norme in materia di discriminazione enunciate dal Trattato, non toglie che il divieto di discriminazione enunciato dalla norma appena citata è solo l'espressione specifica del principio generale di uguaglianza, punto cardine dei principi fondamentali del diritto comunitario, salvo che una differenza di trattamento sia obiettivamente giustificata.

Col tempo il principio di uguaglianza è stato applicato in diverse materie, come la materia della nazionalità, della politica agricola comune, distinzione tra lavoratori a tempo determinato e a tempo indeterminato. In base a questi precedenti, la Corte ha ritenuto opportuno definire il principio di uguaglianza quale principio cardine dei diritti fondamentali e ha precisato che non possono essere trattate in egual modo situazioni diverse e in modo diverso situazioni uguali tra di loro a meno che non sia auspicabile una giustificazione di tipo obiettivo.

Un ruolo cardine avuto dal principio di uguaglianza lo ha avuto in materia di politiche sociali, del lavoro e parità di trattamento dei lavoratori, sottolineando il fatto che eventuali disparità di trattamento sarebbero state trattate caso per caso. Ciò che la Corte di Giustizia rileva nel trattare il principio di uguaglianza è che lo stesso non viene propriamente utilizzato per verificare la ragionevolezza degli atti comunitari.

La particolarità del principio di uguaglianza sta proprio nella modalità in cui quest'ultimo è emerso. Infatti, basti pensare che in alcune occasioni la Corte di Giustizia ha sottolineato che il principio di uguaglianza, sebbene sia sempre stato visto come una evoluzione del divieto di discriminazione, non può non essere identificato nei trattati internazionali cui hanno aderito diversi Paesi Membri e soprattutto nelle diverse tradizioni culturali radicate in ognuno degli Stati Membri. Un tale sviluppo, dettato dall'assenza di una Costituzione Europea e dall'assenza di una norma scritta che desse a tale principio, rappresenta la caratteristica propria del sistema comunitario.

È possibile effettuare una preliminare distinzione (seppur non molto profonda) tra principio di uguaglianza e principio di solidarietà. Quest'ultimo, infatti, è diretto ad assicurare un livello di benessere di ordine economico, politico e sociale da parte di tutti gli Stati Membri dell'Unione Europea. Viene ad essere enunciato per la prima volta attraverso una esplicita clausola che dispone che tutti gli Stati Membri agiscano in maniera congiunta, caratteristica tipica del principio di solidarietà, nel caso in cui un solo Stato facente parte dell'UE chieda apposita assistenza. Le modalità di attuazione della clausola di solidarietà sono decise dal Consiglio dell'Unione Europea a maggioranza qualificata, salvo che le misure da adottare ricadano nel settore della difesa, nel qual caso è richiesta l'unanimità.

Il principio di solidarietà trova piena applicazione attraverso l'art.80 del TFUE che si occupa prevalentemente della sua applicazione nel settore dei controlli delle frontiere, dell'asilo e dell'immigrazione, esamina le fonti primarie e secondarie del diritto europeo onde individuare le implicazioni dell'art.80 del TFUE in termini di obbligazioni e giurisdizione.
Fare delle previsioni su quale dei due principi trattati sia prevalente rispetto all'altro sarebbe impossibile, poiché entrambi sono annoverati tra i principi cardine dei diritti fondamentali dell'UE.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea

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Informazioni tesi

  Autore: Antonino Bendici
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2020-21
  Università: Università Telematica "E-Campus"
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Scienze politiche e delle relazioni internazionali
  Relatore: Roberto Castaldi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 55

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