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Diritto internazionale dei conflitti armati aerei

Il sistema di sicurezza collettiva delle Nazioni Unite

I tre principali compiti dell’Organizzazione delle Nazioni Unite sono: il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, la promozione del principio di autodeterminazione dei popoli e la protezione dei diritti dell’uomo.

Per mantenere la pace e la sicurezza, la competenza è principalmente (anche se di fatto esclusivamente)del Consiglio di Sicurezza, composto da 5 membri permanenti con diritto di veto e da 10 membri eletti ogni due anni dall’Assemblea, sprovvisti del potere di veto.

Il Consiglio può formulare raccomandazioni non vincolanti, oppure emettere risoluzioni dal carattere tassativo per i soggetti a cui sono rivolte.

Senza addentrarci troppo nelle procedure interne all’organo in questione, si può dire che le decisioni del Consiglio in materia di pace e sicurezza vengono sempre prese con la maggioranza di 9 voti, anche se per quanto riguarda le sue funzioni più delicate, è necessario che tra i 9 votanti a favore, ci siano anche i 5 membri permanenti.
A mitigare la regola in questione, ed a permettere un funzionamento più efficiente del Consiglio, è intervenuta la prassi per cui se un membro permanente si astiene, la decisione può ugualmente essere adottata.
Per evitare l’approvazione della proposta, i membri permanenti hanno sempre a disposizione il veto, o l’assenza dalla seduta che equivale all’esercizio di tale diritto.
Soprattutto nei primi decenni dopo il 1945, si assistette ad una sostanziale paralisi dell’organo decisionale delle Nazioni Unite; riproponendosi al suo interno la “cortina di ferro”, i veti incrociati dei membri permanenti ad aree del mondo contrapposte, fece latitare l’azione del Consiglio fino agli anni ’70. Dalla Corea al Viet Nam, i principali conflitti post Secondo conflitto mondiale, furono combattuti mettendo ai margini le Nazioni Unite.
Dalla metà degli anni’80, con l’alleggerimento della tensione est-ovest, il sistema di sicurezza collettivo cominciò a funzionare, grazie ad una rinnovata armonia all’interno del Consiglio, culminata con le 13 risoluzioni del 1990-91 risolutive della disputa Iraq-Kuwait.
Con l’operazione Allied Force in Kosovo, si è tornati ad un ritorno di fiamma dell’unilateralismo che ha accompagnato le missioni in Afghanistan e Iraq, anche se la volontà degli Stati è stata sempre quella di ancorare, spesso alla bell’e meglio come nel caso di Iraqi freedom, il conflitto in corso con qualche risoluzione precedente del Consiglio.
L’Assemblea, assise in cui possono sedere e votare tutti i membri dell’organizzazione, ha il potere di trattare tutte le questioni attinenti i fini delle Nazioni Unite. Vale il principio 1 Stato 1 voto e non esiste il diritto di veto. Anche per questa ragione, questo organo non può produrre atti giuridici vincolanti. In materia di pace e sicurezza, ha la facoltà di emettere raccomandazioni, o risoluzioni sia agli Stati che al Consiglio, ma l’efficacia di tali strumenti dipende dalla volontà dei soggetti destinatari di metterli in pratica, non essendo provvisti di vincolatività.

Mi permetto di dire che l’Assemblea sia una sorta di camera di decompressione per le tensioni tra Stati; nonostante la limitatezza dei propri poteri decisionali, ha esaltato negli anni il proprio ruolo diplomatico-conciliativo, premettendo il confronto, spesso aspro e spettacolare, tra i protagonisti della scena mondiale, e giungendo in più di un occasione ad essere la “terra di nessuno” su cui dispiegare la diplomazia.

Nel caso del mantenimento della pace, l’Assemblea, assieme al Segretario generale, svolge inoltre un non secondario ruolo ancillare per le decisioni del Consiglio, da un lato attirando l’attenzione dell’organo decisionale su un particolare problema, dall’altro facendo raccomandazioni, su richiesta del Consiglio sulla questione all’ordine del giorno.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Diritto internazionale dei conflitti armati aerei

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Informazioni tesi

  Autore: Diego Baroni
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Bergamo
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Silvio Busti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 292

FAQ

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