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"Sovraesposizione digitale": la psicomotricità come proposta di intervento educativo per gestire gli effetti negativi sullo sviluppo

Introduzione alla psicomotricità

"La psicomotricità è un invito a comprendere ciò che il bambino esprime del suo mondo attraverso il movimento". (Bernard Aucuturier, 2005)

Analizzando i disturbi e le problematiche che il bambino può incontrare a causa dell'uso prolungato dei nuovi media elencati e argomentati nel secondo capitolo, e conoscendo su quali aspetti dello sviluppo del bambino l'intervento psicomotorio può incidere positivamente, si può ipotizzare la psicomotricità come proposta di intervento per la prevenzione di disturbi più gravi che la tecnologia può causare allo sviluppo dei bambini che frequentano la scuola elementare e per il miglioramento delle problematiche già insorte.

Si è parlato di problematiche a livello della dimensione cognitiva, come i disturbi del sonno, dei disagi della sfera emotiva, delle ricadute sull'apprendimento e delle conseguenze negative che possono presentarsi a livello fisico e motorio, realtà a cui la psicomotricità può dare una adeguata risposta e un soddisfacente aiuto.

Questa disciplina, sia dal punto di vista teorico che concreto, considera l'uomo nella sua globalità psico-corporea, si pone come aiuto per lo sviluppo dell'identità, dell'espressione della vita emozionale e affettiva, e come organizzatore della motricità relazionale e funzionale. Questo campo riguarda tutti, individui di tutte le età, e si concentra sulla comprensione dell'uomo e del suo rapporto con sè stesso e con l'ambiente.

La Psicomotricità trova la sua specifica applicazione in ambito socio- sanitario, attraverso interventi preventivo-pedagogici e terapeutici, e attraverso l'utilizzo di metodi e tecniche a mediazione corporea. Il professionista che esercita questa disciplina è denominato psicomotricista, figura presente anche in Italia dal 1970.

Lo psicomotricista si occupa di favorire lo sviluppo psico-corporeo della persona in età evolutiva e del mantenimento dell'equilibrio psicofisico della persona adulta e anziana, aiuta l'individuo a superare le difficoltà nelle diverse tappe della vita; oltre a questo offre un aiuto al soggetto intervenendo in modo specifico in situazioni di patologia conclamata, mobilizzando ogni possibile risorsa della persona e del contesto in cui essa vive.

Tutto ciò avviene in una palestra spaziosa che contiene materiali specifici, attraverso attività ludiche, percettive, di espressione simbolica, musicali, pittoriche, di grafomotricità e di rilassamento, attività che non hanno nulla a che fare con l'intervento di natura medica. Questi lavori favoriscono il miglioramento dello sviluppo del bambino sotto tutti gli aspetti sopracitati immergendolo in una dimensione di gioco e di divertimento e nel rispetto della sua unicità, senza che l'intervento possa far insorgere in lui alcuna preoccupazione che potrebbe aggravare ulteriormente la condizione del minore; in sintesi, non considera le attività proposte come obbligate e complesse nell'attuarle e nel dar loro un significato.

La figura professionale dello psicomotricista esercita la sua attività in maniera autonoma, ma allo stesso tempo è affiancato e collabora con molteplici figure che circondano il bambino quotidianamente e non, come genitori e parenti, insegnanti ed educatori, medici (pediatri, neurologi, neuropsichiatri infantili, psichiatri, geriatri, fisiatri, ginecologi, chirurghi, psicologi), pedagogisti e assistenti sociali.

Egli può possedere un proprio studio o può con altre figure professionali sanitarie, ma può inoltre esercitare il suo lavoro, parlando di bambini, all'interno di asili nido, scuole materne, scuole elementari e scuole medie, in ulteriori ambienti extrascolastici educativi, in carceri minorili, in reparti ospedalieri, e contribuire con il suo impiego al lavoro esercitato dal neuropsichiatra infantile, dallo psicologo e dallo psichiatra.

L'intervento dello psicomotricista è suddiviso in varie fasi, si attua inizialmente una osservazione che porta all'esame psicomotorio e all'identificazione di un profilo psicomotorio, si procede successivamente sottoponendo il bambino a test psicomotori specifici e a tecniche psicomotorie di tipo preventivo-pedagogico e terapeutico, individuali o di gruppo. Se gli incontri sono individuali, l'intervento verrà strutturato in modo specifico rispetto ai disturbi manifestati dal bambino, il professionista si baserà su questi per stabilire la durata della seduta e le attività da proporre.

Il bambino, durante la seduta psicomotoria, fa esperienza del mondo che lo circonda a partire dall'esperienza con sé stesso e dalle azioni effettuate secondo le proprie modalità e risorse personali, questo attraverso ciò che è più spontaneo nel bambino, il gioco.
Per mezzo del gioco, il bambino esprimerà i suoi disagi esercitando attività di gioco senso-motorio, simbolico e di rappresentazione, con il fine di raggiungere uno sviluppo psicomotorio armonico e prevenire disagi nella relazione e nell' apprendimento.

Lo psicomotricista propone al bambino situazioni in cui può giocare spontaneamente per favorire il suo sviluppo motorio e della comunicazione non verbale, instaurando una relazione con lui. Il professionista offre al bambino la possibilità di trovare uno spazio dove essere sé stesso e dove potersi esprimere secondo le proprie capacità, offre un'esperienza di sfogo e di movimento necessaria per il corretto sviluppo cognitivo, emotivo, comportamentale e relazionale, senza tralasciare l'importanza che può avere sullo sviluppo motorio e delle componenti del corpo, secondo una statistica elaborata dall'ISTAT negli anni 2017-2018, infatti, in Italia quasi 2 milioni di bambini tra i 3 e i 17 anni non praticano alcuna attività sportiva, ciò aumenta il rischio di disturbi nella postura e la possibilità di insorgenza di dolori muscolari.

La psicomotricità può essere ritenuta un alleato valido anche per questi bambini che praticano movimento solamente durante le ore ricreative all'interno del contesto scolastico e che trascorrono le restanti ore della giornata in casa. Ciò che può motivarli a partecipare agli incontri psicomotori è proprio la sfaccettatura ludica che caratterizza questa disciplina, in questo caso sarebbero consigliati incontri di gruppo con bambini dello stesso sesso ed età, durante i quali vengono a loro proposte attività basate sul raggiungimento dell'autonomia, sulla condivisione, sul riconoscere il piacere nel relazionarsi con i propri coetanei, e sulla creatività.

Questo brano è tratto dalla tesi:

"Sovraesposizione digitale": la psicomotricità come proposta di intervento educativo per gestire gli effetti negativi sullo sviluppo

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Informazioni tesi

  Autore: Irene Bertoldi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2019-20
  Università: Università degli Studi di Verona
  Facoltà: Scienze dell'Educazione
  Corso: Infanzia
  Relatore: Gaetano Bruno Ronsivalle
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 64

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