Geometria e Coding. Esperienza con Scratch e LibreLogo in una classe quarta primaria

Qualsiasi elemento messo in pratica all’interno del contesto scolastico trova le sue fondamenta all’interno sia della psicologia sia della didattica. Si evince quindi come il nostro focus d’agire e osservativo, ossia come insegnanti e come educatori, sia legato strettamente alla figura degli alunni all’interno del contesto scolastico.

Secondo quanto detto, si può quindi intendere come la psicologia dell’educazione, sia la specifica e particolare branca della psicologia cui finalità è di:
«comprendere e sostenere i processi di insegnamento e apprendimento, così come si dipanano attraverso l’azione di un educatore/ insegnante/ formatore e come, di diverso, studenti e formandi si appropriano delle conoscenze e dei concetti, elaborandoli e sviluppandoli ulteriormente.» [Ligorio, M., & Cacciamani, S. (2013). Psicologia dell'educazione. Roma: Carocci Editore, pag. 21.]

Sulla base di tale definizione, e anche sulle differenti teorie emerse nel corso degli anni, si possono mettere in luce diverse metafore che si legano al concetto di apprendimento. Le più conosciute all’interno della psicologia sono:

⁃ apprendimento come trasmissione di conoscenza: sostiene come la conoscenza possa venire trasmessa da parte di un'emittente a un ricevente e come essa venga considerata come: predefinita, confezionata a priori ed oggettiva. Chi la riceve, quindi, è tenuto solo ad acquisire, memorizzare e immagazzinare i concetti trasmessi. In questa prima metafora, dove le menti sono paragonate a dei contenitori, l’acquisizione delle informazioni vengono catalogate in diversi livelli di complessità a seconda del grado di expertise del ricevente.
⁃ apprendimento come costruzione di conoscenza: si fonda sull'idea che la conoscenza sia costruita durante il processo di interazione tra le persone e le varie fonti. Questo processo viene visto come attivo e continuo durante tutto il corso della vita e porta alla scoperta di cose nuove, all’arricchimento e / o alla trasformazione di conoscenze già possedute. Di questa vi è anche una seconda e più radicale interpretazione, la quale osserva come la conoscenza non esista a priori ma che debba essere costruita dalle sue fondamenta. Per queste interpretazioni si vede quindi la mente come uno strumento capace di elaborare e creare conoscenza.
⁃ apprendimento come partecipazione: questa ha l’obiettivo di far luce sia sugli aspetti sociali dell'apprendimento sia sui meccanismi che regolano l'interazione delle persone all’interno di un gruppo che possiede i medesimi obiettivi e che quindi vede l’apprendimento come una vera e propria partecipazione ad attività e pratiche sociali. Per tale motivo possiamo quindi dire che “la conoscenza emerge solo attraverso la partecipazione alle attività e alle pratiche sociali” svolte dalle comunità e che ha come scopo l’acquisizione della conoscenza distribuita tra gli individui partecipanti.
⁃ apprendimento come transazione: questa metafora combina l'idea di acquisizione individuale di conoscenza, dei cambiamenti nelle persone con anche l'apprendimento inteso come partecipazione al contesto. Essa si fonda sul presupposto che contesto e individuo non possono essere separati gli uni dagli altri e quindi conduce alla visione della conoscenza come un processo circolare, un continuo passaggio: va considerata pertanto un oggetto di “frontiera” che diventa osservabile solo nei momenti di negoziazione. [Ligorio, M., & Cacciamani, S. (2013). Psicologia dell'educazione. Roma: Carocci Editore, pag. 25-31]