Skip to content

INLAND EMPIRE: il Fantasma e la Cosa

L’approccio psicoanalitico al cinema: il piacere visivo

Interessato all’iscrizione del soggetto nelle strutture profonde del testo filmico, l’approccio psicoanalitico si interroga sulle modalità con cui lo spettatore fruisce il film, su quali meccanismi di identificazione si innescano negli individui e su come il testo è articolato.
L’approccio psicanalitico attribuisce allo spettatore una posizione voyeuristica animata da una forte pulsione che sfocia, fra le altre cose, nell’identificazione primaria dello spettatore con la macchina da presa e in quella secondaria con il personaggio.
Nella sua formula più elementare, il voyeurismo è basato sulla distanza e sull’inaccessibilità dell’oggetto desiderato; lo spettatore cinematografico sperimenta il piacere di guardare un oggetto che lo ignora. Il piacere, quindi, si fonda su questa ambiguità: poiché l’oggetto guardato ignora il soggetto, lo spettatore ha l’illusione di assistere a qualcosa di proibito che non dovrebbe vedere.
Come scrive Lucilla Albano: “Il regime scopico propriamente cinematografico è la presenza dell’assenza e il bello di quest’assenza è che la sua presenza per lo spettatore è quanto mai intima, molto più esclusiva e intima di quella che intrattiene con la maggior parte delle presenze della sua vita quotidiana. Grazie alla separazione istituzionale tra l’oggetto osservato-amato e la fonte pulsionale, l’occhio, lo spettatore voyeur è senza colpa e nulla gli può accadere”.
L’altra dimensione del sé che lo spettatore sperimenta durante la fruizione di un testo filmico, e che contribuisce al suo piacere visivo, è il meccanismo inconscio del feticismo, da Freud descritto come la pulsione che si attiva a partire dal diniego innescato dalla percezione di una mancanza e, precisamente, quella del pene nella donna. Negando l’evidenza e sostituendo il fallo mancante con un altro oggetto (il feticcio), il bambino si tutela dal terrore ancestrale della castrazione.
Da un punto di vista cinematografico, il sostituto, elevato a feticcio per coprire la mancanza, è l’immagine o il personaggio con cui si identificherebbe.
D’altra parte, lo spettatore è preda inconsapevole di una nevrosi, ossia credere in ciò che sa essere finzione. Tale nevrosi è tanto minore quanto più voyeurismo e feticismo si equilibrano tra di loro. Se il senso di colpa è inesistente, solitudine e limitazione sono tipiche del voyeurismo e il feticcio argina il senso di vuoto.
Affinché il piacere visivo nello spettatore sia completo, è necessario, secondo C. Metz, che si attivi un gioco di identificazione tra il soggetto-spettatore e lo specchio-schermo, meccanismo con cui il soggetto regredisce allo stadio infantile rivivendo così la formazione immaginaria dell’Io: lo stadio dello specchio.
Lo stadio dello specchio è la fase in cui il bambino, di fronte all’immagine del suo corpo riflessa nello specchio, prova il piacere di vedersi completo nonostante la percezione del suo corpo frammentato. L’Io si forma così sul piano visivo come immagine Altra, quella del proprio riflesso. Allo stesso modo lo spettatore si rapporterebbe ad un Io ideale, un essere finzionale e perfetto, generato dall’identificazione dello spettatore con l’immagine-inganno.

Al cinema, l’Io ideale rispetto alla realtà quotidiana ha dei vantaggi: innanzitutto è materializzato ed inoltre vive della passività spettatoriale. Il soggetto così non prova l’angoscia di un suo eventuale fallimento bensì una sorta di onniveggenza, caratteristica propria del narcisismo primario “in cui il bambino investe tutta la sua libido su se stesso”. Così descritto, il cinema simula per il soggetto una regressione allo stadio preedipico in cui non vi era distinzione tra sé e gli altri, tra l’interno e l’esterno, tra l’oggettivo e il soggettivo.
Tuttavia, con il concetto di schermo psichico, formulato dallo psicanalista francese Lavallée, si fa largo l’idea che la percezione visiva della realtà per esistere debba in qualche modo essere filtrata.
Secondo Lavallée, senza la presenza dello schermo psichico le immagini arriverebbero in maniera distruttiva. Funzione dello schermo psichico, infatti, è quella di dare un significato, di simbolizzare e interiorizzare gli stimoli visivi; nella realtà, senza la sua presenza, saremmo continuamente trafitti dallo sguardo degli Altri.
Lo schermo cinematografico non è altro che lo schermo psichico materializzato e assume la funzione difensiva propria del fantasma.
Ricordando che per Lacan l’Io, in quanto formazione psichica all’interno di una scena altra, risulta essere già da sempre alienato – e non esiste quindi se non come immagine esterna – secondo Joan Copjec l’idea che lo schermo cinematografico funzioni come uno specchio e permetta la regressione dello spettatore alla fase preedipica è un’erronea applicazione di Metz del concetto di sguardo lacaniano.
Nel momento in cui lo sguardo viene scorto, l’immagine, l’intero campo visivo perde il suo aspetto familiare e assume improvvisamente la funzione di uno schermo".

Di conseguenza, lo spettatore al cinema non si identifica perché avverte le immagini sullo schermo come proprie (come in uno specchio), ma l’esatto contrario.
Lo spettatore si identifica perché, con maggior intensità rispetto alla vita quotidiana, fa esperienza del fatto che l’impressione di realtà funziona già sempre come uno schermo.
Il cinema non è una realtà seconda né uno specchio della realtà. Il cinema è la realtà stessa con la capacità aggiuntiva rispetto a quella “quotidiana” di far percepire a piacimento e in maniera più o meno forte lo sguardo.
Come scrive Antonella Bonauro, “siamo dei visti prima di essere dei vedenti, ancora prima di essere dei soggetti che guardano siamo immersi in un campo di visibilità, esposti ad uno sguardo esterno”.
Non è, dunque, necessario né sufficiente che si inneschi nello spettatore un processo di identificazione con uno dei personaggi o con l’occhio della m.d.p. affinché vi sia soddisfacimento nella fruizione.
Il fantasma sembra, a questo punto, fornire una risposta sulla genesi del piacere visivo.

Il piacere fantasmatico”, scrive la studiosa Elizabeth Cowie, “sta nella disposizione non nel possesso degli oggetti. Nel sogno e soprattutto nei racconti di finzione le necessità narrative possono oscurare questo, perché il tipico finale mostra la risoluzione dei problemi. Ma il piacere provocato dai racconti è nel come si giunge al finale, non nel momento in cui ciò si verifica”.
Del resto, il desiderio non è in relazione a un oggetto reale, ma al fantasma e il desiderio costituisce essenzialmente un’invocazione fatta all’immagine. Il suo appagamento, secondo Freud, consiste nel fabbricare e presentare delle immagini e si articola a partire da un’immagine memoriale.
Definita da Freud ‘traccia mnestica’, tale immagine non ha materia; è piuttosto un’impronta psichica a vocazione visiva. Il fantasma - o il film - in termini di scenario fantasmatico non fa altro che tenere a bada il desiderio.
Tuttavia, le immagini di un film nel momento in cui soddisfano il desiderio, allo stesso tempo lo riattivano in termini di pulsione alla ricerca perenne di un oggetto perduto, di un’immagine che mai si renderà visibile.

Questo brano è tratto dalla tesi:

INLAND EMPIRE: il Fantasma e la Cosa

CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI

La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF

Acquista

Informazioni tesi

  Autore: Giuseppe Croce
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi Roma Tre
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Dams - Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo
  Relatore: Veronica Pravadelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 55

FAQ

Per consultare la tesi è necessario essere registrati e acquistare la consultazione integrale del file, al costo di 29,89€.
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Ingiustamente snobbata durante le ricerche bibliografiche, una tesi di laurea si rivela decisamente utile:
  • perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
  • perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
  • perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
  • L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
  • Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
  • L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
L'obiettivo di Tesionline è quello di rendere accessibile a una platea il più possibile vasta il patrimonio di cultura e conoscenza contenuto nelle tesi.
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »

DUBBI? Contattaci

Contatta la redazione a
[email protected]

Ci trovi su Skype (redazione_tesi)
dalle 9:00 alle 13:00

Oppure vieni a trovarci su

Parole chiave

psicoanalisi
freud
desiderio
slavoj zizek
piacere
david lynch
jacques lacan
inland empire
laura mulvey
analisi di un film

Tesi correlate


Non hai trovato quello che cercavi?


Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database

Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione

Ottimizza la tua ricerca:

  • individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
  • elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
  • se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
  • utilizza la ricerca avanzata
  • utilizza gli operatori booleani (and, or, "")

Idee per la tesi?

Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti


Come si scrive una tesi di laurea?


A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?

Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.


La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?


La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.

Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:

È ora di pubblicare la tesi