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Vladimir Majakovskij e il cinema d'avanguardia

L’attore Majakovskij: un drammatico poeta-teppista

Avendo tracciato un quadro definito dei lavori cinematografici del giovane artista, è interessante tracciarne il profilo a livello scenico. La prima domanda da porsi è quale sia il valore dell’attore Majakovskij rispetto al poeta Majakovskij.
Per rispondere è necessario intraprendere un’analisi della produzione che comprenda anche i lavori teatrali. Nei suoi primi monodrammi Vladimir Majakovskij e Oblako v štanach l’interpretazione dei protagonisti dell’opera rispecchiano la personalità dell’autore stesso. L’eroe lirico, infatti, è il poeta stesso. Alla lettura gli scenari dei poemi, pur trovando elementi innovativi di stampo futurista, risultano colmi di caratteristiche della corrente simbolista. Se si considerano le idee futuriste del teatro che riguardano la nuova esposizione dell’atto recitativo, i personaggi di entrambe le opere hanno ben poco a che fare con tali precetti. Indossando la solita blusa gialla, il solito cappotto ed il solito cilindro, Majakovskij interpreta entrambi i personaggi con un atteggiamento freddo, disilluso, immobile e tragico. La sensazione è, in ambedue i casi, che l’artista voglia rappresentare tutte le sfaccettature della propria personalità attraverso l’utilizzo di personaggi fantocci che diventano così espressioni delle emozioni dell’artista stesso. Inoltre, l’utilizzo del monologo come unica forma di espressione verbale e la mancanza di mimiche facciali, rende i poemi lenti, provocando una sensazione d’inquietudine nello spettatore. Nel complesso la sua prestazione è apprezzata, come si evince dalle dichiarazioni di Aleksandr Kugel’ “Il signor Majakovskij ha un’ottima voce, una buona dizione, un viso espressivo, un aspetto teatrale[…]”.
Passando alla prima comparsa sul cine-schermo nel 1914 in Drama v kabare futuristov № 13 è difficile, se non impossibile, avere una dimostrazione della qualità della parte recitata da Majakovskij, poiché l’unica prova è una foto scattata proprio da D. Burljuk. È noto, però, che svolge il ruolo di comparsa demoniaca apprezzata dal regista Kas’janov che elogia le capacità di improvvisazione e di mantenimento del ritmo dell’artista.

Al suo ritorno nel mondo del cinema nel 1918, con la scenografia di Ne dlja deneg rodivšijsja, l’interpretazione di Ivan Nov che fornisce Majakovskij è quella di un giovane futurista, sostenitore del partito socialista e contrario al capitalismo. Come già successo in Oblako v štanach, il protagonista cambia il proprio abbigliamento per segnare l’evoluzione del personaggio, da operaio a borghese. Ancora, oltre all’affinità ideologica, l’aspetto dell’artista è molto simile a quello del personaggio di Martin Eden. Ciò gli permette di interpretare il ruolo di se stesso. Anche in questo caso, è grazie alle testimonianze che si riesce ad avere un’idea della ripresa delle scene:

Мы приветствуем живого Маяковского, а не выдуманного героя картины. Да и он сам в шелестящем огне прожекторов движется, нисколько не изменившийся. Он изображает себя самого. Та же кепка, тот же бант, папироса. Только разве чуть медленней разворачиваются жесты под все проницающим глазом объектива, сосредоточившим в себе внимание будущих зрителей.

Il secondo lavoro cinematografico di Majakovskij Baryšnja i chuligan è, effettivamente, l’unico lavoro che perviene integralmente e che consente un’analisi visiva delle prestazioni recitative del giovane artista. La performance di Majakovskij rispetta quelle del personaggio Saltafinestra nella versione originale, associando con naturalezza atteggiamenti tipici da teppista che molto si addicono alla personalità dell’attore. Difatti, anche in questo caso, egli tende a recitare la parte di se stesso. La gestualità, gli sguardi e i movimenti della prima parte della pellicola si addicono molto a quelli da prepotente, tipici di Majakovskij, che riesce a rendere comprensibile il proprio stato d’animo e la scena allo spettatore. Nella seconda parte della pellicola avviene il cambiamento del protagonista che, al contrario del vendicativo Saltafinestra, realizza l’intensità del sentimento provato nei confronti della maestra, riempiendosi di gentilezza e atteggiamenti sentimentalisti. In questa pellicola non è presente alcuna innovazione a livello scenico ed espressivo rispetto ai film degli anni ’10. Nonostante il tentativo di Majakovskij di rinnovare la pellicola, le linee scenografiche della casa di produzione, insistono per un finale dal significato religioso, andando contro le idee del regista.
L’attrazione principale della pellicola è, dunque, Majakovskij. Sulla qualità del lavoro svolto è rivelante l’opinione dell’attrice nel ruolo della maestra A. Rebikova:

Несмотря на то что Владимир Владимирович часто балагурил и по- ребячьи веселился в перерывах между съёмками, партнёром он оказался настоящим. В нужные моменты у него (в гораздо большей степени, чем у иных профессионалов) был настоящий сценический серьёз, настоящие живые человеческие глаза и настоящее общение с партнёром.

Della terza pellicola girata da Majakovskij nel 1918 Zakovannaja Fil’moj perviene solamente un piccolo frammento, su cui è incisa la scena in cui la ballerina si scolla dal manifesto, in una stanza dai motivi futuristi e tardo-simbolisti. Anche in questo caso la drammaticità della pellicola è messa in scena dall’artista in modo viscerale e sofferente. Il continuo inseguimento dell’amore distrugge il pittore che, come un eroe lirico, continua a correre alla ricerca della contrada cinematografica, simile alla Terra Promessa della prima versione della commedia Misterija-Buff. In quest’ultimo lavoro del 1918 l’attore utilizza i giochi fonetici per esprimere la gioia della rivoluzione.
Rispondendo quindi alla domanda iniziale, è bene finire che la qualità artistica espressa da Majakovskij attraverso i mezzi della poesia e della recitazione non è comparabile, poiché per assimilare le tecniche di espressione della nuova arte, è necessaria una certa esperienza sul campo. Il poeta Majakovskij è sicuramente associabile alla corrente futurista, mentre l’attore Majakovskij ha ancora il ricordo delle esibizioni di matrice simbolista e dei lavori Blokiani. Le capacità recitative di Majakovskij sono spesso state messe in discussione. La somiglianza tra i personaggi che interpreta, lascia pensare a una parte della critica che non sia in grado di recitare in ruoli differenti che non rispecchino se stesso o che vedano l’impiego di grande espressività. L’altra fazione della critica pensa che la naturalezza e la libertà dei suoi gesti e delle sue espressioni facciali, evidenzino la trasparenza e la sincerità del poeta-teppista, che davanti alla cinepresa si muove solo più lentamente.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Vladimir Majakovskij e il cinema d'avanguardia

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Informazioni tesi

  Autore: Emanuele Strano
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2019-20
  Università: Università degli Studi di Macerata
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Lingue e letterature straniere
  Relatore: Giuseppina Larocca
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 51

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