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Lo sviluppo della competenza collocazionale nella lingua cinese dal livello intermedio a intermedio avanzato da parte di studenti italofoni.

L'acquisizione delle collocazioni in inglese L2

Negli ultimi decenni del ventesimo secolo il forte interesse per lo studio delle collocazioni ha portato a una vigorosa produzione di pubblicazioni sull'argomento, specialmente nell'ambito dell'apprendimento e insegnamento della lingua seconda e straniera.
 
Come affermato da Gyllstad (2007), gran parte degli studi fanno riferimento a due metodologie di ricerca: quella incentrata sull'utilizzo dei corpora e quella sperimentale. Generalmente, gli studi basati sui corpora che indagano l'acquisizione della seconda lingua, estrapolano le collocazioni di riferimento da quelli che vengono chiamati learners' corpora, i quali sono definiti come "a specific type of corpus which can be broadly defined as a collection of machine-readable texts consisting in continuous, spontaneous, contextualized, representative (near-)natural (written or spoken) data produced by foreign or L2 learners, and gathered through those activities which are ordinarily carried out in the teaching and learning of second/foreign languages" (Iurato 2022a: 714-5; Granger 2002; Callies and Götz 2015; Meunier 2021, cit. In Iurato 2022b: 531-532). Solitamente, le collocazioni vengono poi analizzate attraverso una serie di strumenti (come, ad esempio, dizionari di collocazioni cartacei o digitali, corpora basati su input prodotti dai madrelingua, ecc.), i quali fungono da repertorio di riferimento per misurare se quanto prodotto dagli apprendenti sia corretto o meno.

Al contrario, gli studi appartenenti al filone sperimentale non si basano su un corpus già esistente, ma analizzano degli input appositamente prodotti dagli individui coinvolti nello studio. In alternativa, la sperimentazione avviene attraverso degli esercizi mirati volti all'elicitazione delle strutture di interesse. Avere controllo su quanto prodotto dagli studenti permette di indagare determinate caratteristiche o processi specifici legati alle collocazioni target e consente di fare paragoni basati su criteri univoci (ad esempio, si può paragonare la capacità produttiva e di comprensione dei discenti, si possono paragonare le performance di studenti con livelli linguistici differenti e così via).
Nel presente paragrafo e in quello successivo saranno illustrati i principali studi sulla competenza collocazionale relativi all'inglese L2 e al cinese L2 con l'obiettivo di riassumerne le conclusioni al fine di avere un quadro generale sullo stato attuale della ricerca.

Bahns ed Eldaw (1993): studio collocazioni verbo+nome tramite esercizi mirati Quello di Bahns ed Eldaw è uno dei primi studi sperimentali volto ad indagare la produzione di collocazioni verbo+nome inglesi da parte di studenti tedeschi di livello avanzato. L'obiettivo dello studio è quello di capire se, nell'ambito dell'acquisizione dell'inglese come seconda lingua, l'insegnamento esplicito delle collocazioni sia necessario o meno.

La metodologia di ricerca adottata si compone di tre fasi. Inizialmente è stato chiesto ai partecipanti di tradurre una serie di frasi contenenti delle collocazioni verbo+nome al fine di paragonare la traduzione del lessico generale con quella delle collocazioni e di capire quale delle due risulta maggiormente difficoltosa. Successivamente, sono stati somministrati due test collocazionali: un cloze test e un esercizio di traduzione. La scelta è ricaduta su queste due tipologie di esercizi poiché differiscono nella libertà di azione concessa ai partecipanti: la traduzione, al contrario del cloze test, essendo un esercizio in cui si può utilizzare la propria creatività liberamente, dovrebbe permettere agli studenti di esprimere il significato di una collocazione, pur non conoscendone la forma, attraverso l'utilizzo di tecniche alternative, come ad esempio la parafrasi. Infine, sono stati analizzati i dati ottenuti dai tre esercizi per capire quali collocazioni sono state più difficili da produrre.

Sulla base dei risultati ottenuti dal test svolto nella prima fase, gli autori hanno constatato una forte discrepanza tra la conoscenza generale del lessico e la conoscenza delle collocazioni. Infatti, sebbene le collocazioni costituissero solo il 23.1% del lessico contenuto nelle frasi, la loro traduzione ha riportato una percentuale di errore pari al 48.2%. Secondo Bahns ed Eldaw, "[t]his may be partly due to the fact that collocations have been largely neglected in EFL instruction and that learners are therefore not aware of collocations as a potential problem in language learning." (1993: 108)

Relativamente ai risultati dei due test svolti nella seconda fase, gli autori hanno dimostrato come, al contrario di quanto supposto, il compito di traduzione non abbia presentato un maggior numero di collocazioni corrette. Infatti, sebbene la traduzione conceda maggiore libertà nel parafrasare, i risultati dei due test non sono differiti di molto. Perciò, Bahns ed Eldaw sostengono che la conoscenza delle collocazioni e la competenza collocazionale sono elementi chiave per la padronanza della lingua e che non ci sia modo di aggirare l'ostacolo utilizzando la parafrasi. Per questi motivi, l'insegnamento delle collocazioni dovrebbe essere una delle priorità di qualsiasi corso di lingua.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Lo sviluppo della competenza collocazionale nella lingua cinese dal livello intermedio a intermedio avanzato da parte di studenti italofoni.

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Informazioni tesi

  Autore: Chiara Cervosi
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2021-22
  Università: Università degli Studi Ca' Foscari di Venezia
  Facoltà: Studi Orientali
  Corso: Lingue e letteratura afroasiatiche
  Relatore: Carlotta Sparvoli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 123

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Parole chiave

l2
studenti
seconda lingua
lingua cinese
collocazioni
italofoni

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