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Migrant banking: una nuova frontiera per le banche italiane

L'evoluzione del rapporto tra banche italiane e immigrazione

Negli ultimi vent'anni, gran parte degli istituti bancari in Italia ha mostrato un'attenzione crescente verso la clientela immigrata e i suoi bisogni finanziari analizzati nel capitolo 1.
 
Un'attenzione che è rimasta fino ad oggi, nonostante gli effetti sul sistema bancario della grande recessione del 2007-2008, della crisi del debito sovrano del 2010-2011, degli interventi di politica monetaria e di vigilanza delle Autorità europee (in primis della BCE) e nazionali e delle difficoltà finanziarie emerse in alcuni istituti di credito negli ultimi anni.

Per comprenderne le ragioni è necessario ripercorrere le tre fasi principali del rapporto tra banche e immigrati, identificate da Daniele Frigeri, direttore del Centro Studi di Politica Internazionale (CeSPI) e dell'Osservatorio Nazionale sull'Inclusione Finanziaria dei Migranti, come "di scoperta", "proattiva" e "di consolidamento".

La prima fase va dalla fine degli anni Novanta ai primi anni Duemila, durante i quali le banche scoprirono di avere un numero crescente di stranieri tra la propria clientela. Le dimensioni ancora ridotte dell'immigrazione in Italia e la mancanza di dati attendibili sui comportamenti finanziari degli immigrati portarono diversi istituti a considerare solo in un secondo momento l'erogazione di prodotti e servizi ad hoc, ripiegando su altre aree di business meno rischiose.

A invertire questa tendenza furono determinanti tre fattori:
• la pubblicazione di studi approfonditi in materia, a partire da "Migranti e banche - in Italia e in Europa" (Naletto G. e Mazzolis M., 2000) e da quelli promossi dalla Fondazione Giordano Dell'Amore (Libanora, 2002), e il maggiore interessamento dei media che evidenziarono le effettive dimensioni del fenomeno;
• l'intervento dell'ABI (Associazione bancaria italiana) e di altre associazioni a contatto con la realtà immigrata per promuovere l'inclusione finanziaria dei migranti attraverso convegni e iniziative di diversa natura;
• la decisione di alcune banche di aprire le prime filiali dedicate agli stranieri (come nel caso di Banca Carige attraverso il suo sportello numero 75 nel centro storico di Genova), di introdurre personale madrelingua (come fece nel 1998 la Banca di S. Angelo a Palermo) e di erogare i primi pacchetti di servizi finanziari e assicurativi su misura, in primis i conti Extrà di Banca Popolare di Milano e People del Banco Ambrosiano Veneto. A queste iniziative ne seguirono altre, come quella di ICCREA (Istituto Centrale del Credito Cooperativo) e di Banca di Sassari di stipulare degli accordi con Finint per offrire ai propri clienti immigrati trasferimenti di denaro all'estero tramite bonifici bancari o servizi di money transfer col marchio Western Union. Altri istituti come Monte dei Paschi di Siena optarono per l'offerta di conti correnti senza tasso d'interesse a favore dei clienti musulmani, andando incontro al divieto di ribà previsto dalla dottrina islamica e introducendo per la prima volta nel nostro Paese il tema dell'islamic banking oggetto del prossimo capitolo.

Nel corso della seconda fase, durata dalla seconda metà degli anni Duemila a quelli immediatamente successivi alla grande recessione, si è registrato un incremento nell'offerta di prodotti e servizi bancari rivolti agli immigrati, dovuto alla maggiore disponibilità di informazioni su questo segmento di clientela, al successo delle iniziative sopraccitate e alla possibilità per gli istituti di conseguire profitti a fronte di un rischio più contenuto.

Tra le banche protagoniste di questo periodo vi sono:
• le Banche di Credito Cooperativo con un'offerta dedicata diversa da operatore a operatore;
• Banca Intesa tramite un conto corrente (Conto People), un servizio telefonico erogato in quattro lingue e un mutuo a rate "flessibili" (mutuo Atipico);
• Banca Popolare di Milano con i conti correnti Small e Large della linea¡Extraordinario! come proseguimento del conto Extrà;
• Banca Popolare di Sondrio con l'apertura di uno sportello multietnico (l'agenzia n. 11 a Roma) e un conto corrente su misura (WORKinITALY);
• gruppo Banca Sella attraverso "Sella World Service" (SWS), un pacchetto di prodotti e servizi inaugurato nel 2005 ed erogato in otto lingue che include servizi di money transfer, polizze assicurative, conti correnti ad hoc (Sws Basic- Servizio Bancario di Base, Sws Advanced e Sws Professional), carte di pagamento e finanziamenti di diversa natura come mutui o credito al consumo;
• gruppo Monte dei Paschi di Siena col pacchetto Paschi Senza Frontiere, frutto del progetto Banca Senza Frontiere, che prevede l'invio gratuito di rimesse e condizioni agevolate su alcune tipologie di finanziamenti, carte di pagamento, polizze assicurative e bonifici internazionali;
• gruppo San Paolo IMI con la creazione di sportelli dedicati (i "multiethnic point"), un servizio di rimesse ad hoc (Get money to family) e la stipulazione di accordi con alcune banche dei Paesi d'origine dei migranti e, per favorire lo sviluppo dell'imprenditoria immigrata, con la Confederazione Nazionale dell'Artigianato (Cna);
• UniCredit Banca con l'apertura delle filiali Agenzia Tu in diverse città italiane, gestite da personale multilingua, con fasce orarie più compatibili con le esigenze lavorative della clientela e con prodotti dedicati come il prestito personale Prestito Tu, i mutui della linea Mutui Tu e i conti correnti Conto Tu e Famiglia Tu. Quest'ultimo, riservato ai clienti rumeni, poteva essere aperto in una delle filiali della controllata UniCredit Tiriac Bank (dal 2015 UniCredit Bank) in Romania e «(…) alimentabile dall'Italia con le consuete modalità di trasferimento, utilizzabile dai famigliari delegati dal titolare.».

La terza fase, tuttora in corso, è caratterizzata da un maggiore coinvolgimento degli immigrati nel circuito bancario, sia in termini numerici (gli ultimi dati rilevati da ABI e CeSPI nel 2017 indicano una percentuale di correntisti tra gli stranieri pari al 72%, +10% rispetto a tre anni prima senza contare i possessori di carte con IBAN) che di scelte di investimento: come mostrato dalla figura 2.1, tra il 2011 e il 2017 è cresciuta la domanda di diverse tipologie di prodotti finanziari e assicurativi offerti dalle banche e da BancoPosta.

In particolare, si è registrata tra i titolari di conti correnti immigrati un aumento del 163,76% nell'incidenza dei servizi di internet banking, oltre che di quelli assicurativi (+57,14%, sia ramo danni che ramo vita), d'investimento (+128,20%), di finanziamento (+9,79%), di pagamento (+75,02%) e di gestione della liquidità e degli incassi delle imprese (+13,16%).

Dati che evidenziano una maggiore propensione, da parte del cliente immigrato, a rivolgersi alla propria banca per investire i suoi risparmi in maniera proficua, per ottenere un prestito, per tutelare sé stesso e i propri cari, per usufruire di carte di pagamento o dispositivi analoghi per le proprie spese e per essere sostenuto nella conduzione della propria attività imprenditoriale. Esigenze che le banche italiane hanno soddisfatto in diverse modalità.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Migrant banking: una nuova frontiera per le banche italiane

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Informazioni tesi

  Autore: Emanuele Cusini
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2019-20
  Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
  Facoltà: Economia
  Corso: Scienze dell'economia e della gestione aziendale
  Relatore: Paola Agnese Bongini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 42

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Parole chiave

banche italiane
immigrazione
finanza etica
finanza islamica
migrant banking
inclusione finanziaria
imprenditoria straniera

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