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Eternità mediatica e diritto all'oblio

L'oblio degli enti collettivi

Nell'ultimo cinquantennio, la teorica italiana dei diritti della personalità ha subito una progressiva dilatazione non solo del proprio oggetto – con la nascita e il riconoscimento di nuovi diritti – ma anche dei soggetti titolari. Il quesito in ordine alla possibile estensione della titolarità dei diritti de quibus anche agli enti collettivi ha da tempo ricevuto una risposta affermativa, stante il comune parere dottrinario e giurisprudenziale che gli enti collettivi, quali centri autonomi di imputazione di situazioni giuridiche soggettive, distinti dai propri membri, possano vantare dei diritti della personalità, nella specie tutti quei diritti, garantiti a livello costituzionale, compatibili con la carenza di fisicità.

Difatti, la persona giuridica e l'ente collettivo in genere hanno titolo al risarcimento del danno non patrimoniale allorché la condotta altrui ne leda i diritti della personalità conciliabili con l'intangibilità corporea (quali i diritti all'immagine morale, alla reputazione e all'identità), erodendo la stima e la considerazione di cui il soggetto gode nel contesto socio-economica di appartenenza. I rimedi riconosciuti all'ente in tal caso non sono finalizzati alla tutela della dignità o dell'identità dello stesso ovvero dei suoi singoli componenti, sulla scorta di un'accezione antropomorfica della personalità giuridica ormai in disuso, bensì consentono la piena realizzazione e il perseguimento effettivo dei fini istituzionali della persona giuridica: sicché sia il riconoscimento che i limiti di operatività della tutela personalistica degli enti poggiano su tale funzionalizzazione.

La titolarità di alcuni diritti della personalità riconosciuta in capo agli enti collettivi non deriva dalla personalità giuridica degli stessi, la quale rileva ai fini dell'acquisto dell'autonomia patrimoniale perfetta, ma si radica nell'autonoma soggettività dell'ente, differenziata da quella dei suoi membri. Ciò sul presupposto che, anche laddove gli interessi facenti capo alle persone giuridiche siano sussumibili entro la cornice "concettuale e normativa" dei diritti della personalità, tali interessi "si atteggiano differentemente e si rivolgono ad un ambito di tutela non coincidente con quello che è protetto dalla persona fisica"

Approssimandosi alla tematica del diritto all'oblio, è pacifico l'assunto che riconosce agli enti il diritto alla propria identità, sub specie a difenderla da affermazioni o attribuzioni di fatti o condotte non corrispondenti al vero, a prescindere dalla loro caratura diffamatoria o riprovevole. L'identità dell'ente, parimente a quella della persona fisica, si configura come immagine di partecipe alla vita associata, con un personale bagaglio di esperienze, convinzioni e modus operandi che qualificano e differenziano la persona, anche giuridica, nella generalità dei suoi rapporti esterni: l'immagine sociale e il patrimonio ideologico dell'ente vanno preservate da alterazioni e deformazioni di sorta nella loro estrinsecazione esterna. Per dirimere i contrasti tra diritto all'identità dei gruppi organizzati e libertà di manifestazione del pensiero altrui, i criteri da adoperare sono i medesimi attinenti al bilanciamento tra le due situazioni fondanti in relazione alle persone fisiche, ovvero, la verità della notizia e la sua attuale rilevanza pubblica.

Posto che l'ente vanti un diritto al rispetto della propria identità, ne consegue che esso possa pretendere altresì l'agnizione del diritto alla propria identità aggiornata, ovvero quell'aspetto del diritto all'oblio legato alle alterazioni illecite della proiezione sociale per come è mutata nel corso del tempo. Si considerino soprattutto gli enti agenti in veste di operatori economici, che possono subire un ingente nocumento dalla divulgazione di informazioni desuete e inattuali, laddove ciò non sia giustificato da prevalenti diritto fondamentali collettivi o di singoli terzi. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Eternità mediatica e diritto all'oblio

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Informazioni tesi

  Autore: Roberto Landi
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2020-21
  Università: Università degli Studi di Salerno
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Salvatore Sica
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 257

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