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Eternità mediatica e diritto all'oblio

Il presente elaborato affronta la delicata tematica del diritto all'oblio, quale baluardo della privacy, alla luce delle sfide che l'odierna società dell'informazione riserva. Di tutta evidenza è l'attualità di un simile argomento, posto che la rivoluzione digitale – tuttora in fieri – ha divelto i risalenti confini della riservatezza, esponendo l'individuo a un assalto mediatico senza precedenti.
Trattandosi di una categoria di elaborazione prettamente giurisprudenziale, lo studio pone particolare attenzione alle pronunce più significative in merito. A livello normativo, invece, il referente principale – ma non unico – è costituito dal Regolamento UE n. 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio, meglio noto come Regolamento Generale sulla Protezione dei dati (GDPR), entrato in vigore il 25 maggio 2018 (abrogando la precedente Direttiva 95/46/CE).
La scelta di adottare un regolamento anziché una direttiva denota la radicale volontà del legislatore europeo di sopprimere anche le minime dissonanze che ostano in concreto alla realizzazione di un mercato unico digitale, tramite un mezzo di uniformazione della normativa degli Stati membri, piuttosto che uno di armonizzazione.
Il primo capitolo si apre con un inquadramento della fattispecie entro la categoria privatistica dei diritti della personalità. Ad un excursus sulle teoriche principali in merito, seguono rimandi alle fattispecie sostanziali della dogmatica giuridica che intersecano l'oblio, quali la riservatezza, esaminata dalla nozione originaria di right to be let alone – secondo la formula adoperata da Samuel D. Warren e Louis D. Brandeis nel celeberrimo paper del 1890 pubblicato sulla Harvard Law Review – sino alle odierne declinazioni, e l'identità personale, sub specie nell'ottica digitale.
Il secondo capitolo illustra in chiave analitica le fonti, l'oggetto e i soggetti del diritto all'oblio. Premessi i profili definitori, dottrinari e giurisprudenziali, si esamina la pronuncia Google Spain, costituente un landmark case in materia. Di poi, il sistema delle fonti viene vagliato a partire dall'articolato del GDPR, per inter-secarsi con le ulteriori normative – nazionali e sovranazionali – di riferimento. L'oggetto, individuato nei "dati personali", viene sondato con precipuo riferimento all'incidenza del fattore temporale. Si enucleano i soggetti coinvolti, ponendo attenzione ai profili relativi ai minori, agli enti collettivi e alla tutela post-mortem della privacy; si fa cenno, da ultimo, all'ambito territoriale di applicazione del diritto all'oblio.
Nel terzo capitolo si ricostruisce in chiave critica il bilanciamento tra diritto all'oblio e libertà di informazione. Analizzati i principali criteri ermeneutici elaborati in merito dalle Corti, il raffronto vaglia specifici settori, quali la cronaca giudiziaria, i pubblici registri, la ricerca storica e l'archivistica.
Il quarto ed ultimo capitolo affronta l'ambito sanzionatorio, inquadrando la responsabilità civile per illecito trattamento dei dati personali. Lo studio prende le mosse dalla previgente disciplina del Codice della Privacy per soffermarsi sull'art. 82 GDPR, esaminandone i rilievi chiave.

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1 INTRODUZIONE L’OBLIO E LA SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONE La rivoluzione digitale, corollario del ragguardevole sviluppo tecnologico dello scorso secolo, ha posto le basi per un’inesorabile alterazione delle dinamiche relazionali nonché per una ridefinizione dei canoni identitari propri dell’essere umano. La rete Internet, di fatto, ha abolito le frontiere spazio-temporali, determi- nando un processo di globalizzazione informativa a cui gli internauti, nella duplice veste di uditori inconsapevoli e promotori contenutistici, non possono sottrarsi. Nell’odierna “società dell’informazione” 1 il dato è connaturato all’indivi- duo: l’identità del singolo trascende le mere generalità e ingloba qualsivoglia acca- dimento o manifestazione espressiva di cui gli archivi, lato sensu considerati, e la memoria collettiva tengano traccia. Ciò implica un’assimilazione progressiva dei consociati con le informazioni ad essi correlate entro un’“Infosfera” 2 dai margini sfumati e potenzialmente illimitati. Un habitat siffatto, ove impera la natura infor- mazionale della collettività, non sfugge alle logiche deterministiche di matrice dar- winiana in forza delle quali, a parità di fattori esterni, l’organismo maggiormente integrato nel sistema biotico sovrasta il suo simile. Nell’ottica dell’interconnessione, premessa un’astratta parità di accesso alle risorse online, la scriminante nodale tra gli utenti si ravvisa nel controllo sulla 1 Un rinvio espresso alla “società dell’informazione” è contenuto nella Direttiva 2000/31/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’8 Giugno 2000, relativa a taluni aspetti giuridici dei servizi della società dell’informazione, in particolare il commercio elettronico, nel mercato interno («Di- rettiva sul commercio elettronico»). La Direttiva è stata recepita in Italia con il d.lgs. n. 70/2003, il cui art. 1, comma 1, recita: “Il presente decreto è diretto a promuovere la libera circolazione dei servizi della società dell’informazione, fra i quali il commercio elettronico”. 2 Per una definizione puntuale del lemma si rimanda a L. FLORIDI, La Quarta Rivoluzione. Come l’infosfera sta trasformando il mondo, Milano (eBook), 2017, p. 67: “Infosfera è un neologismo coniato negli anni Settanta ed è basato sul termine “biosfera”, che fa riferimento a quella limitata porzione del nostro pianeta caratterizzata dalla vita. Si tratta anche di un concetto in rapida evolu- zione. A un livello minimo, l’infosfera indica l’intero ambiente informazionale costituito da tutti gli enti informazionali, le loro proprietà, interazioni, processi e reciproche relazioni. È un ambiente paragonabile al, ma al tempo stesso differente dal, cyberspazio, che è soltanto una sua regione, dal momento che l’infosfera include anche gli spazi d’informazione offline e analogici. A un livello massimo, l’infosfera è un concetto che può essere utilizzato anche come sinonimo di realtà, laddove interpretiamo quest’ultima in termini informazionali. In tal caso, l’idea è che ciò che è reale è infor- mazionale e ciò che è informazionale è reale”.

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Informazioni tesi

  Autore: Roberto Landi
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2020-21
  Università: Università degli Studi di Salerno
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Salvatore Sica
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 257

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Parole chiave

privacy
riservatezza
oblio
identità digitale
codice privacy
diritto all'oblio
deindicizzazione
gdpr
google spain
art. 17 gdpr

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