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I pionieri della stampa a caratteri mobili nel Vicentino, all'alba dell'età moderna

La carta e le origini della produzione nel Vicentino

Il primo elemento alla base del processo produttivo del libro è costituito dalla carta, supporto materiale tipico della tipografia, salvo eccezioni molto rare su pergamena o stoffa.
Sembra oggi pacifico affermare che l’invenzione della carta sia stata prodotta qualche decennio prima di Cristo nell’impero cinese. Nell’arco di qualche secolo l’invenzione si diffuse dal Celeste Impero prima nella penisola coreana, quindi nell’arcipelago nipponico e successivamente in tutto l’Estremo Oriente.
L’antico sistema cinese di produzione prevedeva di prelevare la corteccia dei rami di gelso, sottoporla a vaporizzazione, asciugarla, lavarla, separare la parte interna più chiara da quella esterna più scura, lavare più volte in acqua corrente, cuocere, lavare di nuovo, poi battere lungamente con bastoni in un mortaio per ridurre in poltiglia pastosa. Un telaio di legno di forma rettangolare veniva quindi immerso nella pasta, diluita con una giusta quantità d’acqua, e una volta ripreso e liberato dal liquido superfluo, si osservava che appoggiato sul fondo del telaio si tratteneva un feltro di fibre, che costituiva il foglio di carta, una volta che fosse stato disteso o sospeso per l’asciugatura al caldo di un fuoco oppure al sole o all’aria aperta19.
Tradizione vuole che il processo di realizzazione della carta sia pervenuto anche in Occidente intorno all’VIII secolo dopo Cristo, grazie all’avanzata islamica verso est e alla commistione che si era prodotta in quel torno di tempo fra i soldati del califfato e le truppe di frontiera cinesi, sulla Via della Seta, una rotta commerciale tra la Cina settentrionale e il Mediterraneo, attraverso la steppa centro- asiatica, a nord della catena himalaiana.
Gli arabi sostituirono il gelso con fibre di origine vegetale, come il lino e la canapa, e anche la tecnica di produzione fu modificata opportunamente in funzione delle materie prime utilizzabili. Introdussero anche la collatura con soluzioni di amido di grano o di riso, per rendere i fogli in grado di assorbire senza grosse sbavature la scrittura con inchiostri liquidi. Tuttavia la soluzione presentava l’insidioso inconveniente che la carta non si conservava a lungo tempo a causa della colla vegetale che veniva attaccata dai microrganismi20.
Così la tecnica di produzione della carta arrivava in Europa via Mediterraneo. I materiali a disposizione erano stracci di lino, di cotone, di canapa.
In Italia verso il XIII secolo il procedimento “arabo” veniva migliorato sostituendo la soluzione collosa vegetale con un’altra di origine animale, ricavata dalla gelatina degli scarti della lavorazione delle carni di macellazione. In tal modo la carta così prodotta si conservava molto più a lungo. Inoltre gli italiani, forse nella zona di Fabriano, nelle odierne Marche, inventarono anche il ricorso all’energia idraulica per sostituire il pesante lavoro manuale di battitura e sfibratura degli stracci21.
La tecnica di produzione della carta era praticamente acquisita, e tale sarebbe rimasta, senza miglioramenti notevoli, sino al XIX secolo.
La ruota idraulica era stata l’innovazione più importante. Per questo motivo le cartiere contendevano a mulini, segherie, magli da metallo la fonte di energia costituita dai corsi d’acqua.
Un’altra antica novità portata dai cartai italiani fu la scoperta della filigrana, per ottenere la quale bastava fissare, sulla parte superiore del fondo della forma immersa nella soluzione pastosa, una lettera, un segno, un carattere, eseguiti con fili metallici piegati nelle forme desiderate e fissati al fondo con fili più sottili. Nel contatto coi fili di metallo il foglio di carta si asciugava con uno spessore leggermente più sottile, e quindi il disegno diventava visibile in controluce22. In tal modo i cartai scoprirono come marcare con un simbolo riconoscibile la carta prodotta nelle loro officine da quella della concorrenza.
Un artigiano marchigiano di nome Pace da Fabriano portò il mestiere di fabbricare la carta in Veneto, a Treviso, almeno dall’ultimo quarto del XIV secolo23. Gli archivi testimoniano che a Vicenza e nel territorio vicentino le cartiere esistevano già intorno alla metà del XV secolo.
Giova qui ricordare che la diffusione delle prime tipografie in Europa coincise quasi ovunque con le sedi di produzione della carta.




[19] Gian Battista VALLE, La fabbricazione della carta, in Mestieri e saperi fra città e territorio, a cura di Giovanni Luigi FONTANA e Ulderico BERNARDI, Vicenza, Neri Pozza Editore, 1999, p.265
[20] Ibidem, p.266
[21] Ibidem, p.266
[22] Lorenzo BALDACCHINI, Il libro antico, Milano, Carocci Editore, 2003, p.38
[23] G. MANTESE, 1474 Le origini della stampa a Vicenza, Vicenza, Neri Pozza Editore, 1975, p.45

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I pionieri della stampa a caratteri mobili nel Vicentino, all'alba dell'età moderna

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Informazioni tesi

  Autore: Vitaliano Ulderico Pornaro
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2021-22
  Università: Università degli Studi di Padova
  Facoltà: Scienze Umanistiche
  Corso: Scienze storiche
  Relatore: Walter Panciera
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 108

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