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La gestione delle non-performing exposures nel settore bancario italiano

La cartolarizzazione delle esposizioni deteriorate

Alla luce delle considerazioni finora esposte, qualsiasi istituto di credito, nell'esercizio della propria attività, può considerare la gestione delle NPE come una forma di investimento meritevole o meno di attenzione, con la conseguente destinazione di maggiori o minori risorse in tale ambito di mercato.
Eppure, qualora il top management della singola banca - indipendentemente dall'approccio gestionale sviluppato - ritenesse il deterioramento della qualità creditizia che contraddistingue certe esposizioni in portafoglio come ragionevolmente irreversibile e fonte (potenziale o effettiva) di ulteriori perdite al punto da rendere inefficace ed economicamente sconveniente qualsiasi accorgimento adottabile per il suo arginamento, allora si renderà necessario smobilizzarle per non dover subire ripercussioni negative a livello patrimoniale, operativo, reddituale e finanziario.

Per soddisfare questa esigenza, il principale strumento offerto dal mercato è dato dalla cartolarizzazione dei crediti, ovvero quell'operazione di finanza strutturata che, a livello generale e secondo il Parlamento e il Consiglio dell'Unione europea, consente agli operatori bancari, agli intermediari finanziari e alle imprese (senza dimenticare lo Stato, gli enti locali e quelli pubblici) di:
‹‹(…) rifinanziare un pacchetto di prestiti, esposizioni o crediti, quali prestiti immobiliari, prestiti per veicoli o leasing auto, prestiti al consumo, crediti su carte di credito o crediti commerciali, trasformandoli in titoli negoziabili. Il prestatore raggruppa i crediti e li riconfeziona in un portafoglio, articolandoli in diverse categorie di rischio destinate a diversi investitori (…)››.102

Sebbene dalla sua idealizzazione per mano di un team misto di Salomon Brothers e Bank of America e dall'introduzione di tale istituto nell'ordinamento giuridico italiano (tramite la legge n. 130/1999 e successive modificazioni) siano passati rispettivamente 48 e 24 anni, la securitization rimane ancora oggi una scelta vantaggiosa per gli istituti di credito italiani che intendono liberarsi delle classi di attivo di difficile riscossione quali sono le non-performing exposures per almeno tre motivi.103
 
Innanzitutto, a prescindere da quale dei cinque schemi più comuni di cartolarizzazione venga considerato (tradizionale, sintetico, repackaging, tramite conduit o revolving), la banca godrebbe di una migliore ripartizione del rischio di insolvenza legato a cluster omogenei di debitori, portando ad un immediato miglioramento sia della qualità del credito erogabile alla propria clientela che dei rispettivi indici di bilancio. Di conseguenza, nel caso in cui i titolari delle esposizioni non dovessero essere più nelle condizioni di garantire i flussi di cassa inizialmente previsti e/o delle garanzie escutibili tali da poter coprire il valore netto conferito dagli investitori professionali, non sarà l'istituto bancario a dover rispondere col proprio patrimonio di eventuali perdite.104

In secondo luogo, in virtù del modello di intermediazione creditizia cosiddetto "originate-to-distribute", l'operazione dà all'istituto originator l'opportunità di accedere ad una fonte di finanziamento che può essere reimpiegata già nel breve termine per la concessione di nuovi prestiti in favore di prenditori di fondi dotati di uno standing e di un grado di affidabilità possibilmente elevati, senza dover attendere il completo rimborso delle somme dovute da parte del precedente debitore, a maggior ragione se quest'ultimo versa in uno stato di default obiettivo.105

Inoltre, gli operatori bancari nazionali possono ora trovare una platea di potenziali controparti interessate all'acquisizione di tali crediti in altri mercati europei più sviluppati in tale ambito (si considerino, in modo particolare, quello lussemburghese, olandese ed irlandese) grazie alla progressiva costruzione di un quadro regolamentare sulle cartolarizzazioni sempre più uniforme a livello comunitario, specialmente a partire dall'entrata in vigore dei regolamenti (UE) 2021/557 e 2021/558 del 31 marzo 2021.

Attraverso tali atti giuridici il legislatore, nella consapevolezza che la pandemia di SARS-CoV-2 potesse contribuire ad un ulteriore aumento dei volumi di NPE all'interno dell'industria bancaria degli Stati membri, ha promosso l'adozione di questo strumento anche per le attività finanziarie deteriorate, da un lato suggerendo l'impiego di securitization sintetiche (nelle quali le attività sottostanti non sono oggetto di cessione definitiva da parte dell'originator e il rischio di credito associato viene coperto da quest'ultimo mediante la sottoscrizione di contratti derivati come le credit linked notes e i credit default swap oppure fornendo garanzie di natura finanziaria ai propri investitori) e, dall'altro, disincentivando il ricorso a modalità tipicamente destinate alle attività in bonis (visti i cash flow ridotti o nulli tipicamente osservabili nelle esposizioni distressed) oppure con una trasparenza limitata (si pensi, in quest'ultimo caso, alle potenziali asimmetrie informative generabili sul mercato dalle operazioni di "ricartolarizzazione" o repackaging).106

A fronte dei benefici presentati, la gestione delle esposizioni non-performing tramite il ricorso a questa via comporta necessariamente il sostenimento di costi fissi e variabili ingenti per l'istituto bancario sia in termini temporali che monetari: basti pensare che quest'ultimi possono raggiungere indicativamente un ammontare complessivo minimo dell'ordine delle centinaia di milioni di euro.

In primis, per la costituzione ad hoc di una Special Purpose Vehicle (SPV), ovvero di una società veicolo dotata di patrimonio autonomo che, nello schema tradizionale, è preposta sia alla gestione del portafoglio creditizio acquisito pro soluto dall'originator che all'emissione sul mercato di titoli obbligazionari ABS (o Asset Backed Securities), generalmente distinti per tranche caratterizzate da un profilo di rischiosità e di rendimento ambedue crescenti (tecnicamente si parla di senior, mezzanine e junior notes) e il cui valore è garantito da quello delle attività sottostanti.107

Secondariamente, per la corresponsione delle commissioni richieste da figure come gli studi legali, le agenzie di rating, i servicer, le controparti di swap e le banche d'investimento che vengono coinvolte per garantire il corretto perfezionamento dell'operazione sotto il punto di vista amministrativo, contabile, economico-finanziario, fiscale, organizzativo e legale, oltre che per tutti i risvolti di carattere gestionale attinenti al credit risk management e al credit enhancement.108

Un capitolo, quello della ricerca del contenimento delle spese e dei rischi da sopportare (non solamente di insolvenza, ma anche di tasso, di liquidità, di reinvestimento ed, eventualmente, di cambio valutario), che ha portato diversi gruppi bancari di piccole e medie dimensioni ad adottare lo strumento delle cartolarizzazioni per la cessione di portafogli composti da posizioni cosiddette "multi-originator".

102 Parlamento europeo e Consiglio dell'Unione europea, ‹‹Regolamento (UE) 2017/2402 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 dicembre 2017 che stabilisce un quadro generale per la cartolarizzazione, instaura un quadro specifico per cartolarizzazioni semplici, trasparenti e standardizzate e modifica le direttive 2009/65/CE, 2009/138/CE e 2011/61/UE e i regolamenti (CE) n. 1060/2009 e (UE) n. 648/2012››, URL: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32017R2402 (accesso 05/02/2023), pag. 1. Si ricordi che le operazioni di securitization possono riguardare anche altre tipologie di asset (sia in stato performante che non), tra le quali si annoverano i magazzini di commodities, le royalties, i crediti di natura fiscale e previdenziale, così come i canoni relativi alle utenze e all'affitto di beni immobiliari ad uso commerciale o abitativo.
103 Cotugno M. (2018), Gestione e valutazione dei non performing loans, op. cit., cap. 5, par. 4, pagg. 116-122.
104 Rossi T., RecuperoLegale.it, ‹‹Cartolarizzazione: i 5 modi più utilizzati per cedere un credito››, 28/03/2018, URL: https://www.recuperolegale.it/cartolarizzazione/ (accesso 05/02/2023).
105 Cfr. Biasin M., Cosma S., Oriani M. (2013), La banca. Istituzioni e impresa, op. cit., pag. 70.
106 Parlamento europeo e Consiglio dell'Unione europea, ‹‹Regolamento (UE) 2021/557 del Parlamento europeo e del Consiglio del 31 marzo 2021 che modifica il regolamento (UE) 2017/2402 che stabilisce un quadro generale per la cartolarizzazione e instaura un quadro specifico per le cartolarizzazioni semplici, trasparenti e standardizzate per sostenere la ripresa dalla crisi COVID-19››, pagg. 2, 3 e 6; Parlamento europeo e Consiglio dell'Unione europea, ‹‹Regolamento (UE) 2021/558 del Parlamento europeo e del Consiglio del 31 marzo 2021 che modifica il regolamento (UE) n. 575/2013 per quanto riguarda gli adeguamenti del quadro sulle cartolarizzazioni per sostenere la ripresa economica in risposta alla crisi COVID-19››, pagg. 2, 4 e 7.
107 Cotugno M. (2018), Gestione e valutazione dei non performing loans, op. cit., cap. 5, par. 4, pagg. 120 e 121.
108 Ibidem.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La gestione delle non-performing exposures nel settore bancario italiano

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Informazioni tesi

  Autore: Emanuele Cusini
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2021-22
  Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
  Facoltà: Economia
  Corso: Finanza
  Relatore: Lucio De Capitani
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 112

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