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La riparazione per l'ingiusta detenzione

La condizione ostativa del dolo o della colpa grave

La previsione dei criteri identificativi dei concetti di ingiustizia ed illegittimità della detenzione fin ora trattati non esaurisce il discorso circa la limitazione dell’operatività del diritto alla riparazione per l’ingiusta detenzione. Sotto il profilo strettamente «soggettivo» il legislatore subordina, così come si evince dal comma 1 dell’art. 314, il riconoscimento del diritto in questione ad un’ulteriore condizione: che il soggetto non abbia dato o concorso a dare causa «per dolo o colpa grave» alla custodia cautelare indebitamente sofferta: l’inserimento nel dato normativo di tale condizione ostativa di carattere negativo, incentrata sulla connotazione psicologica della condotta dell’interessato, risponde ad una ratio ben precisa, ovverosia quella di scongiurare abusi da parte di chi abbia interesse a monetizzare un «sacrificio della libertà (…) artificiosamente provocato».

La delicatezza dell’argomento risiede principalmente nella difficoltà di coordinare detta condizione ostativa con princìpi generali, previsti nel nostro ordinamento, che evocano forti connotazioni civilistiche: la clausola in questione, infatti, traduce implicitamente il principio di «autoresponsabilità» che va a contemperare il principio solidaristico del diritto alla riparazione, nella misura in cui l’interessato non può invocare un beneficio volto a ristorare un pregiudizio che sia stato dallo stesso cagionato, colposamente o dolosamente; il rinvio è al principio di carattere generale espresso dall’art. 1227 del codice civile, ai sensi del quale il fatto colposo del creditore conduce ad una diminuzione del danno sulla base della gravità della colpa e dell’entità delle conseguenze; inoltre il risarcimento non è dovuto per i danni che il creditore avrebbe potuto evitare usando l’ordinaria diligenza. Trasportando questo principio all’interno della disciplina della condizione ostativa di cui all’art. 314, comma 1, ne deriva che, a fronte di un pregiudizio determinato da una misura restrittiva indebitamente disposta, l’ordinamento considera meritevole di tutela esclusivamente il soggetto «passivo», cioè colui che non abbia potuto evitare tale pregiudizio, o non abbia contribuito a determinarlo attraverso la propria condotta. […]

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La riparazione per l'ingiusta detenzione

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Informazioni tesi

  Autore: Gerardo Bilotta
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2019-20
  Università: Università degli Studi di Perugia
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Carlo Fiorio
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 181

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Parole chiave

misure cautelari
codice di procedura penale
errore giudiziario
riparazione per ingiusta detenzione
cosa giudicata in materia penale
riparazione dell'errore giudiziario
artt. 314 e 315 c.p.p.
responsabilità da atto lecito
inviolabilità della libertà personale
indagato e imputato nel processo penale

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